venerdì 15 maggio 2009

"Alla Thyssen una strage per risparmiare 20mila euro"

Torino, il consulente dell'assicurazione Axa in aula: "Quello era il costo dell'impianto antincendio automatico sulla linea 5 ma dissero di no"

di LORENZA PLEUTERI
I parenti delle vittime in aula

TORINO - Ventimila euro, il prezzo di una automobile, lo stipendio mensile di un manager, un gioiello. E forse, è il dubbio che si insinua nei familiari e nel pubblico, il prezzo di sette vite umane. Ventimila euro è il costo dell'impianto antincendio fisso e automatico per la linea 5, la linea della strage del 6 dicembre 2007, che venne raccomandato alle acciaierie Thyssen Krupp di Torino da un consulente delle assicurazioni Axa, l'ingegnere chiamato a ispezionare la fabbrica pochi mesi prima dell'incidente e a dare indicazioni sulle migliorie tecniche e organizzative da apportare.

Collocare rilevatori e ugelli in tutto lo stabilimento, dispositivi per il blocco di macchinari e tubi pieni di oli minerali, avrebbe comportato un esborso complessivo di 80 mila euro. Invece, nonostante le indicazioni dell'ingegnere, si trattò sugli interventi da realizzare, limando le prescrizioni iniziali. E alla fine non venne fatto nulla, perché la fabbrica torinese stava per sbaraccare. A parlare di soldi e prescrizioni rimaste sulla carta è stato lo stesso consulente dell'Axa, Andrea Brizzi, il teste dell'accusa ieri sentito in aula per cinque ore filate. "Io trasmisi la bozza con le raccomandazioni - parole sue - Il documento doveva essere sottoscritto dai dirigenti della multinazionale ed essermi restituito. Non ho più avuto niente. Poi ho saputo che l'azienda disse che le prescrizioni, su cui ci fu una successiva trattativa, sarebbero state prese in considerazione al momento del trasferimento a Terni".

Dalla deposizione dell'ingegnere - alla fine messo in crisi dalla difesa sulla valutazione della capacità effettiva delle cisterne di oli minerali - è emerso che le valutazioni per abbassare la franchigia, da 100 a 50 milioni, vennero fatte sulla base del possibile danno economico provocato da un "sinistro". La linea che stava più a cuore era la 4, perché produceva di più e uno stop avrebbe comportato una perdita monetaria enorme. La 5, quella della strage, era invece considerata di serie b, perché rendeva meno. Ed è venuto fuori che, sempre a parere dell'esperto dell'Axa, "le squadre per le emergenze non rispondevano ai nostri standard".

Per i familiari delle vittime, poco avvezzi ai distinguo tecnici e alla materia trattata, stremati dalla udienza fiume, l'amarezza è arrivata con la bacchettata del giudice a latere. Il magistrato ha fatto rimuovere il cartello con i volti dei sette morti e la scritta "non uccideteci una seconda volta", collocato per protestare contro le modifiche al testo unico sulla sicurezza. "Che nessuno pensi di influenzare le nostre decisioni con qualsivoglia forma di pressione - ha ripetuto il giudice a vedove e figli - Comprendiamo profondamente i vostri sentimenti, ma stiamo facendo un processo. Non costringetemi a prendere decisioni drastiche. Qui dentro valgono le regole".

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