(ANSA) - ANCONA, 30 LUG - I consiglieri regionali Sandro
Donati (Scelta Civica), Dino Latini (Liste Civiche) e Moreno
Pieroni (Partito socialista) hanno costituito un Gruppo
consiliare federato, un'iniziativa unica per ora nel suo genere
in Italia. Ciascuno rimarrà nel proprio gruppo di appartenenza
politica, ma su proposte di legge e temi di largo respiro, i tre
consiglieri assumeranno posizioni comuni. In attesa di valutare
quali sviluppi riserverà il quadro politico nazionale.
martedì 30 luglio 2013
PSI - COSTAMAGNA SU DIRITTI CIVILI !
La frase pronunciata ieri
da papa Francesco, "Chi sono io per giudicare un gay?"
riesce a rompere, con un messaggio semplice e rivoluzionario insieme,
un tabù millenario. La dichiarazione del Pontefice spazza via
posizioni superate, apre un capitolo nuovo sul tema dei diritti
civili ed avvia un percorso di superamento di pregiudizi radicati da
lunghissimo tempo. Una presa di posizione, la sua, che merita pieno
sostegno e condivisione. Se la massima autorità della Chiesa
cattolica è capace di passi avanti di questo genere, non possono
essere da meno le istituzioni laiche. Il comune di Civitanova Marche
farà la propria parte per quella che è una vera e propria battaglia
di civiltà. Subito dopo la stagione estiva, d'accordo con la
maggioranza, intendo presentare al primo consiglio comunale utile il
regolamento per l'istituzione del registro delle unioni civili. Un
provvedimento che non interessa ovviamente solo le coppie
omosessuali, ma tutte quelle coppie non unite dall'istituto del
matrimonio, e che rappresenta un passo avanti per tutta la
collettività.
Sempre a settembre, credo
si possa pienamente accogliere il suggerimento dell'artista Anna
Donati, che ha proposto il conferimento della cittadinanza onoraria
al ministro Cecile Kyenge. Un'idea pienamente condivisibile, che
intendo porre all'ordine del giorno del consiglio. La città di
Civitanova Marche avrà modo così di essere protagonista di un
grande momento di civiltà, lanciando due profondi e significativi
messaggi di apertura ed integrazione.
Il Presidente del
Consiglio comunale di Civitanova Marche
Consiglio Nazionale del
Partito Socialista Italiano
Ivo Costamagna
lunedì 29 luglio 2013
LUCIANO VITA / PSI MARCHE - COMPAGNI...UN ATTIMO DI ATTENZIONE !
AI COMPONENTI DEL
DIRETTIVO REGIONALE
AI SEGRETARI
PROVINCIALI
AGLI INVITATI
PERMANENTI
L
O R O - S E D I -
p.c. Al Segretario
Nazionale
Sen. Riccardo
Nencini
p.c. Al
Responsabile Nazionale Enti Locali PSI
Sen. Gerardo
Labellarte
a seguito della richiesta del
compagno Moreno Pieroni di convocare una segreteria regionale,
allargata ai segretari provinciali, per lunedì 29/luglio p.v., si è
sviluppato un serio dibattito nel partito,poiché ho ritenuto che
l’argomento da trattare non potesse essere di competenza della
sola segreteria, ma del massimo organo del partito , e cioè il
direttivo regionale.
Come molti di voi sapranno il
compagno Pieroni mi chiedeva con urgenza di convocare la segreteria
per decidere su una proposta di alleanza nell’assemblea legislativa
delle Marche tra “Alleanza Riformista-PSI, l’API e il
rappresentante della lista montiana(che allo stato non è dato sapere
chi è) alla quale ho risposto,comunicandolo a tutti i componenti del
direttivo regionale ed ai segreteri provinciali, che una decisione
del genere,per la sua rilevanza politica,per di più alla vigilia
dell’avvio delle fasi congressuali, non poteva essere di competenza
della sola segreteria regionale, sia pure allargata ai segretari
provinciali.
Sull’argomento il dibattito
si è sviluppato tra chi ritiene che debba convocare la segreteria e
chi invece reputa più corretto convocare il direttivo regionale.
Alcune delle risposte pervenute
mi lanciano accuse ed attacchi personali invitandomi a presentarmi
alla segreteria o al direttivo dimissionario per “ i miei soliti
comportamenti scorretti” (Canonico) ed altri per la mia”
fallimentare gestione nella composizione del rimpasto della Giunta
Regionale”da cui i socialisti sono stati esclusi, addossandomene la
completa responsabilità(Marangoni).
Ho già avuto modo, rispondendo
al compagno Catraro, che non cado nelle provocazioni,che il mio
mandato di segretario è, ed è sempre stato a disposizione del
partito, e che risponderò politicamente nelle sedi opportune.
Mi si chiede la convocazione
del direttivo regionale entro agosto ???? Bene non ho problemi.!!
Premesso che su richiesta del
Segretario Nazionale, e contro il mio parere per il rischio che la
riunione non riuscisse per scarsa partecipazione, ho convocato
l’11/Luglio/ u.s.(giovedì alle ore 17,30) a Porto San Giorgio il
direttivo regionale, e che allo stesso hanno partecipato soltanto 8
componenti su 43,
CHIEDO
a tutti i componenti del
direttivo regionale ed agli invitati permanenti,cui questa nota è
indirizzata, di farmi sapere entro e
non oltre il venerdì 2 Agosto
,se sono favorevoli allo svolgimento del direttivo stesso da
convocarsi
indicativamente per il 9 o 10 agosto
e se garantiscono la loro partecipazione.
Se almeno la maggioranza dei
suoi componenti garantirà la loro presenza, provvederò a
convocare la massima assise regionale del partito con all’ordine
del giorno i seguenti argomenti:
1) Rimpasto di Giunta
Regionale - Rapporti del partito con il Presidente Spacca .
2) Posizione politica del PSI
per il mandato di fine legislatura nella regione Marche - Alleanze.
3) Esame risultati e
valutazione politica elezioni amministrative nel Comune di Ancona.
4) Avvio delle fasi
congressuali nazionali.
5) Vogliamo organizzare la festa Socialista Regionale per il mese di Settembre ?
Se non mi perverranno
indicazioni favorevoli allo svolgimento del direttivo,da svolgersi
comunque comunque prima di ferragosto, preannuncio
fin dora che ai primi giorni di Settembre convocherò un attivo
regionale su tutti gli argomenti di cui sopra ed altri che mi
verranno
indicati,
quant’anche le dimissioni da segretario regionale se mi verranno
richieste,certamente non da singoli ed isolati compagni.
In attesa di vostre risposte,
porgo fraterni saluti.
Porto Sant’Elpidio - li
28 Luglio 2013
IL SEGRETARIO REGIONALE PSI - MARCHE
(Luciano
Vita)
venerdì 19 luglio 2013
LUCIANO VITA / PSI - LETTERA APERTA AL SEGRETARIO RICCARDO NENECINI
Caro
Riccardo, faccio seguito al colloquio telefonico avvenuto circa un'ora
fa (ore14,00 del 19/7/2013), per rivendicare il mio diritto di
opinione senza lesa maestà di alcuno, tantomeno la tua.
Riccardo,
se cè una cosa di cui sono orgoglioso è quella che in tutta la mia
vita non ho mai tramato nell'ombra e dico sempre quello che penso.
In
questo caso te l'ho detto con lo stesso strumento (la rete) con cui
tu, tramite l'addetto stampa del partito, comunichi le tue iniziative
parlamentari e non.
Nel
merito ti confermo la sequenza dei fatti e non basta che prenda atto
della rettifica fatta dal senatore Casson; continuo a sostenere la
posizione contradditoria del gruppo senatoriale socialista rispetto
alle dichiarazioni fatte il giorno prima,poichè non è credibile che
per te e per il gruppo senatoriale siano bastate le precisazioni
fatte( è molto più credibile pensare che siano state estorte?) dal
dimessosi capo di Gabinetto di Alfano, che le proprie dichiarazioni
di qualche giorno prima ,coincidevano con quelle del ministro.
La
tua stessa dichiarazione (che a differenza di quanto tu sostieni ho
letto molto bene) , che nel chiedere tra l'altro l'espulsione
dell'ambasciatore kasako, evidenzia senza ombra di dubbio la gravità
dell'accaduto che agli occhi del mondo fa apparire l'Italia come "la
repubblica delle banane", a mio avviso rende contradditorio il
voto espresso dai senatori socialisti.
Puoi
anche non condividere questa mia opinione CHE
IO RISPETTO, MA CHE ALTRETTANTO PRETENDO DA TE NEI MIEI CONFRONTI
Circa
l'organizzazione dell'ultimo direttivo nelle Marche a Porto San
Giorgio, non accetto questa tua critica che non hai potuto parlare ai
compagni dei problemi del partito perchè era presente una
consigliera regionale del PD per le seguenti inoppugnabili ragioni:
1) Ho cercato in tutti i modi con te e con la tua segretaria Arianna di
farti desistere dall'iniziativa, poichè di giovedì, alle ore 17,30
la riunione non sarebbe riuscita: E così è stato con soli 8
componenti del direttivo
regionale
presenti su 42. Ti avevo chiesto un'altra data ma non sei stato
disponibile per precedenti impegni già assunti.
2) la
presenza della stragrande maggioranza di iscritti e simpatizzanti del
fermano, rispetto ai componenti del direttivo regionale, è dovuta
all'impostazione che tu hai voluto dare all'iniziativa, cioè una
conferenza
stampa sui
problemi della crisi della Indesit, sulle proposte in materia di
lavoro del gruppo parlamentare socialista, sulla commemorazione della
morte del compagno Giacomo Brodolini, e......a seguire il
direttivo regionale.
3)
in relazione a questa situazione ci è sembrato ( a tutti ed anche a
te) che non era il caso di dire alla consigliera regionale del PD che
era venuta per sapere quali iniziative i socialisti volesssero
prendere in materia di lavoro e per i dipendenti dell'Indesit, di "
farci la cortesia di andarsene" perchè dovevamo parlare dei cavoli nostri.
Premesso
tutto ciò, io non mi diverto a sparare addosso al segretario
Nazionale del mio partito, anche perchè prima di dire la mia
opinione attendo che tu ci dica con documenti ufficiali, quali sono
le tue proposte per il congresso nazionale.
Infine
caro Riccardo da te mi aspetto un pò più di rispetto e gratitudine,
poichè nelle Marche, grazie anche a me, pur non condividendo le tue
scelte politiche alle ultime elezioni(mancata partecipazione alle
primarie e mancata presentazione delle liste), viste le decisioni
finali, come gruppo dirigente delle Marche, segretario regionale in
testa, siamo stati (tutto
il gruppo dirigente meno il compagno Gitto)
lealmente e convintamente impegnati in tutta la campagna elettorale, in tuo favore ed al tuo fianco, in tutto il territorio marchigiano,
senza del quale , al Senato, il PD avrebbe rischiato di non ottenere
il premio di maggioranza che sarebbe potuto andare ai grillini.
Ti
dico tutto ciò con il rispetto che debbo al mio segretario nazionale
ma anche rivendicando il diritto di dirti quello che penso e di
partecipare ,o meno, alle iniziative promosse dai socialisti, o con
la loro presenza.
Resto
in attesa di sapere cosa pensi di fare per il prossimo congresso e
riservarmi, nella libera dialettica di partito, di farti sapere il
mio pensiero.
Fraterni
saluti socialisti.
PS.: Guardati dai colonnelli , o presunti tali fino a ieri, e fidati
meglio di quei compagni/e che alla luce del sole, possono sembrarti
anche scomodi, ma che lealmente ti dicono come la pensano e non ti
pugnalano alle spalle.
Ancona, li
19 / luglio / 2013
Luciano
Vita
Segretario Regionale del PSI - Marche
SHALABAYEVA. NENCINI: L'AMBASCIATORE KAZHAKO IN ITALIA SIA DICHIARATO PERSONA NON GRADITA
Venerdì 19 luglio 2013 - Il
segretario nazionale del Psi Riccardo Nencini è intervenuto questa
mattina nell'aula di Palazzo Madama nel corso della discussione generale
sul caso dell'espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva e della
figlia.
Ecco il testo integrale del suo intervento:
NENCINI (Aut-PSI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, Ministri, ascolto sempre con attenzione la passione del senatore Compagna e condivido il suo giudizio sull'Italia giolittiana. Il senatore Compagna però ha dimenticato di ricordare all'Aula che i corpi dello Stato hanno segnalato per lo meno quattro problemi - io ne segnalerò cinque, signor Presidente - ed un effetto contingente, legato al fatto di cui il Senato oggi discute.
C'è stata una palese violazione dei diritti umani, già ricordata.
Il capo della Polizia Pansa - ed è il secondo punto - segnala errori del Dipartimento di pubblica sicurezza, fra le altre cose eccessivamente prono alle pressioni dell'ambasciata kazhaka.
Terzo: un'attività dei nostri Servizi che possiamo definire sorprendente (l'interpretazione del termine sorprendente la affido alla sensibilità di ciascuno di noi). Io vi aggiungo due fattori, che non sono collaterali. Anomalie nella ricostruzione dei fatti accaduti, poi tacitate dal prefetto Procaccini con una laconica dichiarazione nel pomeriggio del 17 luglio, successiva alle interviste che i quotidiani pubblicavano quella mattina.
Il prefetto Procaccini dichiarava che non c'è alcuna differenza di visione con il ministro Alfano; e questo ci basta.
Quinta ed ultima questione, cosa citatissima in quest'Aula, ma che riveste una valenza esclusivamente e decisamente politica: il ruolo politico del Ministro dell'interno, di qualsiasi Ministro dell'interno, che non è, alla maniera di Fouché, soltanto un ministro di Polizia.
L'effetto evidente e contingente è il groviglio della matassa di questioni e di errori che sono stati compiuti quando si scontra con la legge Bossi-Fini, che non è ultima nella ricostruzione delle vicende accadute.
Errori, manifesta debolezza di una norma dello Stato, soggezione diplomatica, violazione di un diritto, funzioni politiche del Ministro dell'interno, compromesse in giorni caldi - non questi, signor Ministro, ma quei giorni - per lui e per il partito al quale appartiene.
Della legge Bossi-Fini e degli inammissibili automatismi con cui la applica l'autorità giudiziaria da ultimo rimangono vittime una madre e una figlia.
Lo sta documentando in maniera perfetta il difensore della signora Shalabayeva, il professor Vincenzo Cerulli Irelli, e lo farà a giorni.
C'è da chiedersi, signor Presidente, dove sarebbe finito l'ambasciatore americano, se nel 1985 si fosse rivolto al Capo di Stato Maggiore o al comandante dei Carabinieri per ottenere la consegna di Abu Abbas.
Quello che converrebbe fare e che converrebbe chiedere, ora, subito, da parte del nostro Ministro degli affari esteri è che dichiarasse intanto persona non gradita l'ambasciatore kazhako in Italia. (Applausi dai Gruppi Aut-PSI, Misto-SEL e M5S). È cosa che possiamo fare rapidamente e sarebbe cosa buona e giusta, come è già stato chiesto, peraltro, da autorevoli rappresentanti del Senato della Repubblica italiana.
Ma c'è da chiedersi soprattutto cosa giustifichi la disinvoltura con la quale l'alta burocrazia ritiene di poter ignorare l'autorità politica o addirittura disattenderne gli indirizzi, se la ricostruzione dell'accaduto è la verità di ciò che è accaduto. La risposta è apparentemente semplice ed ha a che fare con la precarietà del quadro politico, oltre che con la retorica con cui, nel corso del ventennio, si è enfatizzata l'autonomia dell'amministrazione rispetto a un potere politico sempre sospettato di essere parziale.
Signor Presidente, non partecipiamo al gioco al massacro verso il suo Governo, ma vogliamo chiarezza e siamo felici che lei sia qui a portarla; pretendiamo verità per quello che è accaduto e possiamo anche esigere un «colpo di reni» da parte del suo Governo e forse anche una rilettura della maggioranza che la sostiene, se chi la sostiene talvolta lo fa con sospetto e invece chi non ha deleghe, nei momenti cruciali, le vota la fiducia.
Perché questo stiamo oggi facendo, qui ed ora: rinnoviamo a lei la nostra fiducia, per l'impegno che lei assume e per allontanare l'Italia dal precipizio sul quale si affaccia.
Non ho dubbi, signor Ministro, che un atto di responsabilità individuale conferirebbe al Governo maggiore forza e autorevolezza. Non parlo di una crisi di Governo, perché questa sarebbe irresponsabile. Solo degli ingenui possono continuare ad agitare le insegne della campagna elettorale permanente, come se fossero destinate prima o poi a diventare programma di Governo. Solo degli ingenui, insomma, potrebbero immolare un Governo che c'è, sull'altare di un Governo che non c'è, immaginando che la frattura attorno a cui rigenerare il sistema politico ed economico sia quella che passa da diverticoli di campagna e non quella che divide l'Italia dall'Europa, lo sviluppo dalla stagnazione, la cittadinanza dalle corporazioni.
Gli atti di responsabilità verso lo Stato che si serve vengono prima dell'appartenenza ad un partito. Si giura sulla Costituzione, signor Ministro, e si serve non un partito, né un leader, ma un popolo.
La ragion di Stato richiede decisioni nette e tutte le decisioni che vengono richieste in questo caso sono orientate nella medesima direzione.
La ragion politica soccombe di fronte alla ragion di Stato, quando con questa si mostra incompatibile.
La nostra responsabilità, signor Ministro, è qui, in bella vista, e consiste nel rifiutare ogni posizione demagogica, che ci onorerebbe di una moltiplicazione di «mi piace» sulla rete, ma che ci riporterebbe, terribilmente, alla scorsa primavera. La responsabilità è un valore condiviso nel Governo della cosa pubblica.
Nel mese di luglio l'Esecutivo ha dedicato molto del suo tempo a sciogliere due nodi in nulla programmatici e in nulla afferenti al miglioramento dello stato di salute delle famiglie italiane.
La sua responsabilità, signor Ministro, vorrei sapere quand'è e dov'è.
NENCINI (Aut-PSI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, Ministri, ascolto sempre con attenzione la passione del senatore Compagna e condivido il suo giudizio sull'Italia giolittiana. Il senatore Compagna però ha dimenticato di ricordare all'Aula che i corpi dello Stato hanno segnalato per lo meno quattro problemi - io ne segnalerò cinque, signor Presidente - ed un effetto contingente, legato al fatto di cui il Senato oggi discute.
C'è stata una palese violazione dei diritti umani, già ricordata.
Il capo della Polizia Pansa - ed è il secondo punto - segnala errori del Dipartimento di pubblica sicurezza, fra le altre cose eccessivamente prono alle pressioni dell'ambasciata kazhaka.
Terzo: un'attività dei nostri Servizi che possiamo definire sorprendente (l'interpretazione del termine sorprendente la affido alla sensibilità di ciascuno di noi). Io vi aggiungo due fattori, che non sono collaterali. Anomalie nella ricostruzione dei fatti accaduti, poi tacitate dal prefetto Procaccini con una laconica dichiarazione nel pomeriggio del 17 luglio, successiva alle interviste che i quotidiani pubblicavano quella mattina.
Il prefetto Procaccini dichiarava che non c'è alcuna differenza di visione con il ministro Alfano; e questo ci basta.
Quinta ed ultima questione, cosa citatissima in quest'Aula, ma che riveste una valenza esclusivamente e decisamente politica: il ruolo politico del Ministro dell'interno, di qualsiasi Ministro dell'interno, che non è, alla maniera di Fouché, soltanto un ministro di Polizia.
L'effetto evidente e contingente è il groviglio della matassa di questioni e di errori che sono stati compiuti quando si scontra con la legge Bossi-Fini, che non è ultima nella ricostruzione delle vicende accadute.
Errori, manifesta debolezza di una norma dello Stato, soggezione diplomatica, violazione di un diritto, funzioni politiche del Ministro dell'interno, compromesse in giorni caldi - non questi, signor Ministro, ma quei giorni - per lui e per il partito al quale appartiene.
Della legge Bossi-Fini e degli inammissibili automatismi con cui la applica l'autorità giudiziaria da ultimo rimangono vittime una madre e una figlia.
Lo sta documentando in maniera perfetta il difensore della signora Shalabayeva, il professor Vincenzo Cerulli Irelli, e lo farà a giorni.
C'è da chiedersi, signor Presidente, dove sarebbe finito l'ambasciatore americano, se nel 1985 si fosse rivolto al Capo di Stato Maggiore o al comandante dei Carabinieri per ottenere la consegna di Abu Abbas.
Quello che converrebbe fare e che converrebbe chiedere, ora, subito, da parte del nostro Ministro degli affari esteri è che dichiarasse intanto persona non gradita l'ambasciatore kazhako in Italia. (Applausi dai Gruppi Aut-PSI, Misto-SEL e M5S). È cosa che possiamo fare rapidamente e sarebbe cosa buona e giusta, come è già stato chiesto, peraltro, da autorevoli rappresentanti del Senato della Repubblica italiana.
Ma c'è da chiedersi soprattutto cosa giustifichi la disinvoltura con la quale l'alta burocrazia ritiene di poter ignorare l'autorità politica o addirittura disattenderne gli indirizzi, se la ricostruzione dell'accaduto è la verità di ciò che è accaduto. La risposta è apparentemente semplice ed ha a che fare con la precarietà del quadro politico, oltre che con la retorica con cui, nel corso del ventennio, si è enfatizzata l'autonomia dell'amministrazione rispetto a un potere politico sempre sospettato di essere parziale.
Signor Presidente, non partecipiamo al gioco al massacro verso il suo Governo, ma vogliamo chiarezza e siamo felici che lei sia qui a portarla; pretendiamo verità per quello che è accaduto e possiamo anche esigere un «colpo di reni» da parte del suo Governo e forse anche una rilettura della maggioranza che la sostiene, se chi la sostiene talvolta lo fa con sospetto e invece chi non ha deleghe, nei momenti cruciali, le vota la fiducia.
Perché questo stiamo oggi facendo, qui ed ora: rinnoviamo a lei la nostra fiducia, per l'impegno che lei assume e per allontanare l'Italia dal precipizio sul quale si affaccia.
Non ho dubbi, signor Ministro, che un atto di responsabilità individuale conferirebbe al Governo maggiore forza e autorevolezza. Non parlo di una crisi di Governo, perché questa sarebbe irresponsabile. Solo degli ingenui possono continuare ad agitare le insegne della campagna elettorale permanente, come se fossero destinate prima o poi a diventare programma di Governo. Solo degli ingenui, insomma, potrebbero immolare un Governo che c'è, sull'altare di un Governo che non c'è, immaginando che la frattura attorno a cui rigenerare il sistema politico ed economico sia quella che passa da diverticoli di campagna e non quella che divide l'Italia dall'Europa, lo sviluppo dalla stagnazione, la cittadinanza dalle corporazioni.
Gli atti di responsabilità verso lo Stato che si serve vengono prima dell'appartenenza ad un partito. Si giura sulla Costituzione, signor Ministro, e si serve non un partito, né un leader, ma un popolo.
La ragion di Stato richiede decisioni nette e tutte le decisioni che vengono richieste in questo caso sono orientate nella medesima direzione.
La ragion politica soccombe di fronte alla ragion di Stato, quando con questa si mostra incompatibile.
La nostra responsabilità, signor Ministro, è qui, in bella vista, e consiste nel rifiutare ogni posizione demagogica, che ci onorerebbe di una moltiplicazione di «mi piace» sulla rete, ma che ci riporterebbe, terribilmente, alla scorsa primavera. La responsabilità è un valore condiviso nel Governo della cosa pubblica.
Nel mese di luglio l'Esecutivo ha dedicato molto del suo tempo a sciogliere due nodi in nulla programmatici e in nulla afferenti al miglioramento dello stato di salute delle famiglie italiane.
La sua responsabilità, signor Ministro, vorrei sapere quand'è e dov'è.
mercoledì 10 luglio 2013
GIACOMO BRODOLINI - 11 LUGLIO 1969 / 11 LUGLIO 2013
Domani 11 luglio ricorrono 44 anni dalla scomparsa di Giacomo
Brodolini. Come ogni anno ci ritroveremo a Recanati per ricordare la Sua
immensa figura di uomo di Stato, di politico, di sindacalista e di
socialista. L'appuntamento per la commemorazione, bandiere socialiste in
mano, e' per le ore 12,00 considerando che l'amministrazione Comunale
di Recanati ci ha comunicato il cambio di orario, quindi non piu' alle
ore 10,45 ma alle ore 12,00 all' ingresso del Vecchio Cimitero di
Recanati.
martedì 9 luglio 2013
PSI MARCHE - DIRETTIVO REGIONALE & COMMEMORAZIONE BRODOLINI 11 LUGLIO 1969 / 11 LUGLIO 2013
Care Compagne, Cari Compagni, dopo alterne telefonate vi confermo il programma di giovedi 11 / luglio / 2013 Il tutto presso la Società Operaia in via Gentili n.16 a Porto San Giorgio (FM)
alle ore 17,30: Conferenza stampa per commemorare Giacomo Brodolini e presentazione delle proposte di legge (tre) sul lavoro predisposte dai parlamentari socialisti.
Dalle ore 18,00 alle 20,00 direttivo regionale PSI
Alle 20,00 incontro di Nencini con una delegazione sindacale sui problemi dei vongolari.
Il Segretario Regionale PSI - MARCHE
LUCIANO VITA
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PSI. NENCINI L’11 LUGLIO NELLE MARCHE. INDESIT E COMMEMORAZIONE BRODOLINI
Giovedì 11 luglio, Riccardo Nencini, segretario e senatore del Psi, si troverà nelle Marche a Porto San Giorgio (FM).
Alle ore 17,30, presso la Società operaia (via Gentili 16) Nencini terrà una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione dell’azienda Indesit
che recentemente ha annunciato più di 1400 esuberi (che hanno
interessato anche alcuni lavoratori delle sedi di Fermo e Ascoli).
Nencini coglierà l’occasione per presentare le proposte che i
parlamentari del Psi hanno depositato a Camera e Senato per tutelare i
lavoratori precari, gli atipici, gli over 40 che non riescono a
reintrodursi nel mondo del lavoro, per fornire ammortizzatori sociali a
donne e giovani che non hanno un’occupazione stabile. E’ stata scelta la
data dell’11 luglio per ricordare il 44° anniversario della morte di Giacomo Brodolini,
il Ministro del Lavoro socialista che diede vita allo Statuto dei
lavoratori nel 1970. (Brodolini sarà commemorato presso il cimitero di
Recanati la mattina dell’11 Luglio dall’amministrazione del Comune, dove
sarà presente una delegazione del Psi guidata dal segretario regionale
Luciano Vita).
Dalle ore 18.00 alle ore 20.00, avrà luogo la riunione del direttivo regionale
del Psi delle Marche, presieduta dallo stesso Segretario Nencini. Al
termine, alle ore 20.00 Nencini incotrerà una delegazione sidacale dei
vongolari.
lunedì 8 luglio 2013
LETTERA AI COMPAGNI - di Antonio Gitto
Care
Compagne e cari Compagni,
l’11
luglio prossimo ricorrono 44 anni dalla scomparsa di Giacomo
Brodolini. Come ogni anno ci riuniremo a Recanati per ricordare la
Sua immensa figura di uomo di Stato, di politico, di sindacalista e
di socialista.
Molta
della sua attività politica si concretizzò con lo Statuto dei
lavoratori (legge n. 300
del 20
marzo 1970),
ancora oggi baluardo a difesa dei diritti dei lavoratori italiani.
In
effetti, il riconoscimento giuridico dei diritti e delle libertà dei
lavoratori all’interno delle fabbriche aveva costituito, tra glia
altri, uno dei punti qualificanti dell’ingresso dei socialisti nel
primo governo di centro sinistra (dicembre 1963) e un obiettivo
irrinunciabile per dare significato alla presenza nell’esecutivo
Moro del Partito Socialista Italiano.
Per
questa ragione, il Presidente
della Repubblica Giuseppe
Saragat gli conferì la Medaglia
d'Oro al Valor Civile, con la seguente motivazione: “Esempio
altissimo di tenace impegno politico, dedicava, con instancabile ed
appassionata opera, ogni sua energia al conseguimento di una più
alta giustizia sociale, dando prima come sindacalista,
successivamente come parlamentare e, infine, come ministro per il
lavoro e la previdenza sociale, notevolissimo apporto alla soluzione
di gravi e complessi problemi interessanti il mondo del lavoro.
Colpito da inesorabile male e pur conscio della imminenza della sua
fine, offriva prove di somma virtù civica, continuando a svolgere,
sino all’ultimo, con ferma determinazione e con immutato fervore,
le funzioni del suo incarico ministeriale, in una suprema
riaffermazione degli ideali che avevano costantemente ispirato la sua
azione”.
La
giustizia sociale e la tutela dei deboli erano la Sua stella polare,
così come lo sono per tutti i Socialisti di ieri e di oggi.
Per
questo motivo occorre ricostruire, anche in Italia, una forza
politica che faccia della modernizzazione del Paese, della lotta ai
poteri finanziari, della crescita dell’economia reale e della
redistribuzione dei redditi il fulcro della sua azione.
In
sostanza un Partito Socialista, saldamente ancorato alla famiglia
dell’Internazionale Socialista e del Partito del Socialismo
Europeo, con la volontà di divenire velocemente un grande partito di
massa.
Tutto
ciò richiede passione, tenacia, coesione ed un patrimonio di ideali
e di valori che mettano l’interesse comune al di sopra degli
interessi dei singoli. Occorre, pertanto, superare le divisioni,
seppure nella chiarezza, e favorire un dibattitto libero e
democratico, anche accesso, ma sempre rispettoso del pensiero degli
altri.
Questo
è il modo migliore per ricordare Brodolini e la storia del
socialismo italiano.
Antonio
Gitto
venerdì 5 luglio 2013
PSI MARCHE - CONVOCAZIONE DIRETTIVO REGIONALE 11 LUGLIO 2013
Ai
componenti del Direttivo Regionale LORO
SEDI
Agli
invitati di diritto
LORO
SEDI
Ai
componenti la Commissione Regionale di Garanzia
LORO
SEDI
Al
Consigliere Regionale PSI
Pieroni
Moreno
p.c. Al
Segretario Nazionale PSI
on.
Riccardo Nencini
Oggetto:
Convocazione Direttivo Regionale
Cari
compagni e care compagne, è
convocato il Direttivo Regionale P.S.I delle Marche, per il giorno :
11 / Luglio / 2013 (Giovedi’)
alle ore 17,30 presso
la Società Operaia di Porto San Giorgio in via Gentili n. 16
per discutere il seguente :
Ordine
del giorno
1) - Valutazioni
e conseguenti decisioni relative al programma di fine legislatura ed
al rimpasto
della Giunta della Regione Marche;
2) -
Congresso nazionale del Partito, del prossimo autunno;
3) -
informativa sui risultati elettorali nella città di Ancona e nelle
Marche
3) -
varie ed eventuali.
La
data ed il luogo e l’orario del direttivo regionale è stato
concordato con il compagno Sen. Riccardo Nencini, Segretario
Nazionale del PSI, che sarà a Porto San Giorgio per un incontro con
una rappresentanza sindacale dei “Vongolari”
Stante
l’importanza degli argomenti in discussione, siete invitati ad
essere puntualmente presenti.
Il Presidente Regionale PSI Il Segretario Regionale PSI
f.to (Lidio Rocchi) f.to (Luciano Vita)
Ancona
, li 5 / Luglio / 2013
mercoledì 3 luglio 2013
SUL PARTITO SOCIALISTA EUROPEO - di Giuseppe Giudice
di Giuseppe Giudice
Ho letto in questi giorni molte critiche sul PSE. Molte sono serie, costruttive e completamente condivisibili. Altre sono condizionate da un evidente os occulta pregiudizio ideologico. Qualcuno non riesce a digerire la caduta del Muro di Berlino. Terrò in considerazione le critiche serie che faccio interamente mie. Non c'è dubbio che il Pse si trovi in una fase di sbandamento e di incertezza. La più che probabile sconfitta della SPD alle elezioni tedesche , aumenta ed accresce questo clima. Fatto è che che se da un lato il PSE sta cercando di andare oltre quelle derive liberali e subalterne che hanno caratterizzato una parte (e sottolineo una parte) del socialismo e laburismo europeo (su questo il congresso di Praga è stato chiaro), è altrettanto evidente che non riesce a darsi una nuova quadra in grado di dare un orientamento chiaro e preciso. Del resto questo già accadde negli anni 30 dopo la prima grave crisi strutturale del capitalismo ("la grande trasformazione" di Polanyi) . Ma se in quel periodo mancò da parte dei partiti la capacità di dare un indirizzo univoco, al tempo stesso vi fu u grandissimo lavoro di elaborazione culturale da parte dei socialisti belgi, austriaci ed inglesi. Cosa che oggi manca, fatta eccezione per gli anziani intellettuali socialisti italiani Ruffolo e Gallino, per l'anziano sempreverde francese DElors e per il giovane francese Montebourg. Certo i partiti del PSE pgano anche la assenza di grandi leader che sapevano capire la importanza dell'elemento internazionale come Brandt, Kreisky, Palme, Rocard (valeva più di Mitterand) , Soares e Gonzales. I leader di oggi sono molto più grezzi e condizionati da culture postmoderne. Pesa l'allargamento ad est che ha fatto entrare nel PSE partiti che poco hanno a che vedere con la memoria storica e la cultura del socialismo democratico (con la eccezione dei socialdemocratici cechi): sono ex comunisti , magari diventati miliardari e passati al liberismo. Pesa l'incapacità di dare una dimensione realmente transnazionale al PSE. Ma gli avvenimenti brasiliani ci ammoniscono che anche il socialismo sudamericano vive i suoi momenti difficili e le sue contraddizioni. Tutto il mondo è paese. Per non parlare ovviamente dell'Italia dove un movimento socialista non esiste di fatto. Certo il quadro è articolato, perchè se non c'è dubbio che in Germania si va ad una sonora sconfitta, in Inghlterra e Portogallo i laburisti ed i socialisti sono favoriti dai sondaggi. Ma tutto ciò è ovviamente lontano dalla risoluzione dei problemi. IO sono convinto che il socialismo democratico sia l'unica sinistra possible. Lo dice il bilancio storico del 900. Qualsiasi tentativo di rifondare il comunismo è patetico. IL comunismo è stata una delle grandi tragedie della storia ed è bene che resti seppellito. Gli zombie non hanno mai combinato nulla di buono. Ma è altrettanto evidente che il socialismo democratico ha bisogno d una profonda ridefinizione identitaria e progettuale. Giorgio Ruffolo scrisse tre anni fa d una necessaria "Bad Godesberg" del XXI Secolo per il Socialismo europeo. NOn credo nella perversione postmoderna della "sinistra senza aggettivi". Ma mentre la Bad Godesberg del 1959 serviva a far superare un certo marxismo cristallizzato in dogmi ripetitivi ed in dottrina astratta, quella di oggi deve essere rivolta a rompere e superare in positivo le deviazioni liberali blairiane , non tramite sicretismi ideologici con la sinista che è fallita, ma tramite un recupero dei principi basilari che fanno parte del corredo culturale del socialismo democratico. Quindi si tratta di integrare Bad Godesberg con Olof Palme, Rocard, e soprttutto con la la idea di una "società diversamente ricca" di LOmbardi, Giolitti e Ruffolo.
lunedì 1 luglio 2013
LE SCELTE DEI SOCIALISTI ANCONETANI - di Lidio Rocchi
SU ESPRESSA RICHIESTA DEL COMPAGNO "LIDIO ROCCHI" PUBBLICHIAMO UN DOCUMENTO FINO AD OGGI RISERVATO, IN MERITO AL BALLOTTAGGIO DELLE ULTIME ELEZIONI COMUNALI DI ANCONA.