Mi scuso
per il riferimento personale. Venti anni fa con una lettera pubblica
annunciai che non mi sarei ricandidato. Espressi l’augurio che i
nuovi fossero in grado di fare meglio di me, di noi.
Lo scopo
non è di confrontare stagioni tra loro diverse, ma di ripartire da
lì per capire meglio quel che siamo oggi. Nel ’93, si rimproverava
a Del Mastro (un vero riformista) di non rappresentare la
“discontinuità”. Egli era stato al governo locale con la DC. I
suoi accusatori, quelli che non vollero appoggiarlo, dopo poco con la
DC si allearono, poi, con gran parte di essa, si fusero.
C’erano
un’aria pesante ed un’esibita superiorità morale. “Si
realizzò la trasformazione dell’Italia in un paese nelle mani di
una magistratura inquirente e di un sistema informativo che
ignoravano l’Habeas corpus e istruivano processi e comminavano
condanne sulle pagine dei giornali prima cha a farlo fossero i
tribunali.” (Piero Ostellino 27.08.2013).
I nuovi
avrebbero governato in modo superlativo. Con i Del Mastro, i Mascino,
i Caporossi ed altri c’erano la creatività, l’innovazione, il
gusto di fare e di studiare. Anche in altre località delle Marche vi
erano esponenti di valore. Varrebbe la pena di valutare quale
capitale umano è stato disperso.
Poi, dopo
il ’94, ne abbiamo viste tante. Ad Ancona la città ha perso
funzioni strategiche. Degrado è il titolo di un racconto triste su
di un capoluogo in declino. Negli ultimi anni, a proposito di
capacità di governo, un rispettabile signore, nella immobilità e
tra interne diatribe, ha occupato ad oltranza e con dedizione la
carica di sindaco.
E’ stata
eletta una donna. Speriamo bene. Però, non si va lontano se non si
ha un progetto complessivo. Né se, come ha fatto il segretario
regionale del PD, si canta vittoria per le elezioni del 24 giugno. Ha
votato il 41% degli elettori. Alla indifferenza si aggiungono un
aperto rifiuto e il disprezzo per la politica. Altro che vittoria!
C’è una complessità economica, politica, democratica senza
precedenti.
Sarebbe
salutare se si cancellassero le pesanti tracce di una incredibile e
cattiva cultura secondo cui basta essere stati comunisti per avere
una superiorità sugli altri (invocata ancora in questi giorni da
Asor Rosa), il diritto di stilare la lista dei buoni e dei cattivi,
il vezzo di non ascoltare. Né può bastare Renzi. Se il renzizmo, a
livello locale, si limiterà a contare le teste di quelli che ci sono
già sarà poco utile. A Renzi spetterebbe il compito di non giocare
sull’ attuale scacchiera politica, ma di rompere gli schemi
aprendo una nuova stagione.
Ancora una
volta lo scontro vero sarà tra una sinistra conservatrice e
falsamente moralista e una sinistra riformatrice che vuole cambiare.
Nei venti anni trascorsi non c’è stata partita: hanno prevalso i
conservatori e i risultati (purtroppo) si sono visti.
Ancona - Settembre
2013
Angelo Tiraboschi in poche righe, con la (a me ben nota) sua prosa asciutta ed essenziale, svolge una lucida riflessione che vale non solo per la sua Ancona e per le Marche ma per l'intera Italia. Per me, che ho avuto il privilegio di "imparare l'arte" alla sua scuola non è certo una sorpresa. Continuo a considerare Tiraboschi una risorsa per il nostro partito e mi auguro che i suoi interventi siano sempre più frequenti.
RispondiEliminaGrazie Emanuele ! Siamo orgogliosi di ospitare commenti e post del responsabile comunicazione nazionale del partito ! Vorrei raccomandarti un bellissimo filmato, sopra postato, che riguarda anche la famiglia dell'on. Tiraboschi,(Donne Partigiane) potrai notare una figura storica della resistenza marchigiana, la compagna FERNANDA TIRABOSCHI (la mamma di Angelo)
RispondiEliminahttp://www.socialistimarche.org/2012/09/ci-ha-lasciato-la-staffetta-partigiana.html