di Mario Gianfrate
L’inserimento della congiunzione e
nel logo del Pes, tra socialisti e democratici, non è cosa di poco
conto, un aspetto marginale o formale ma che ne modifica in modo
dirompente la sostanza, introducendo elementi di confusione che
snaturano e svuotano un contenitore- quello socialista europeo – dei
contenuti per i quali era storicamente sorto, sviluppato e consolidato,
ne muta i geni. L’esperimento tutto italiano – o all’italiana –, che ha
devastato la sinistra nel nostro paese sbaragliando certezze e
speranze, è stato esportato in Europa e, inevitabilmente, produrrà gli
stessi deleteri guai che ha prodotto in Italia.
D’altra parte è chiaro a tutti – tranne a coloro che, per ovvi motivi,
fanno finta di non vedere – che il Congresso del Pes tenuto a Roma la
settimana scorsa si è trasformato in un’operazione elettorale –
l’alleanza tra Schultz e Renzi – determinando la presa di distanza dei
laburisti inglesi che non digeriscono la visione europeista e fiscale
del candidato tedesco.
Quella e
sanziona di fatto che i piddini non sono diventati socialisti – lo ha
detto a chiare lettere Cuperlo - ma che hanno inteso realizzare con essi
un’alleanza elettorale e strategica – o di mero potere - sulla logica
delle “larghe intese”; è noto che, per lo stesso Renzi, “sinistra” e
“destra” sono categorie che appartengono al passato, da appendere al
chiodo dell’oblio, tra un paio di logore scarpette di calcio usate in
gioventù e una stropicciata fotografia di Matteotti attaccata al muro,
rimasta nascosta per anni all’interno di un materasso ripieno di lana e
di crine, e che l’Internazionale ha fatto il suo tempo. Meglio la musica da discoteca.
Il Psi – o quello che resta del più antico e glorioso partito italiano -
da padrone di casa si è seduto al tavolo degli invitati. Molti, della
base, mugugnano, umiliati nella loro fede e nei loro affetti – al
socialismo, comunque la si pensi, hanno dato amore e sacrifici, lo hanno
coltivato, giorno dopo giorno, tenero e antico virgulto, nei giorni del
sole e nei giorni della burrasca, facendo barriera anche con il proprio
corpo perché la pianta non fosse spezzata via dal turbine; ma tanti
altri esultano per l’incarico di vice ministro delle infrastrutture e
dei trasporti attribuito a Nencini il quale detiene tutti gli incarichi
interni ed esterni del/al Partito. Speriamo almeno che, emulo di Totò,
capostazione a Piovarolo, sappia fare arrivare i treni in orario.
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