mercoledì 7 aprile 2010

Casini: «Noi mai nella giunta Vendola»

Casini: «Noi mai nella giunta Vendola»
«Ma l’alleanza andava concordata prima del voto»

ROMA — L’Udc in giunta con Vendola? «Non se ne parla proprio. Se avessero voluto allearsi con noi avrebbero dovuto farlo prima del voto, non dopo». Il leader è chiaro, ma prima di aggiungere altro vuol vederci chiaro nelle dichiarazioni rilasciate da Sergio Blasi. Certo non per sfiducia - si sa, del resto, che il segretario regionale del Pd è, come dire, vicinissimo al suo amico Massimo D’Alema - ma Pierferdinando Casini è un politico di lungo corso che sa fiutare una trappola, anche se ben nascosta, così come gli appare al momento la dichiarazione di Blasi, cioè strumentale. Ai suoi il presidente del partito ha insistito sul concetto che se il Pd e il centrosinistra pugliese avessero voluto fare un accordo, avrebbero dovuto pensarci prima del voto, non dopo.

E, dunque, perché quest’uscita estemporanea di Blasi, all’indomani di Pasqua, mentre Nichi Vendola è lontano? «Calma», si è raccomandato Casini, che con Lorenzo Cesa e Angelo Sanza, lo scorso mercoledì ha riunito parlamentari e consiglieri regionali pugliesi. Calma, perché nei prossimi giorni si saprà se l’assemblea regionale sarà composta da 70 o 78 consiglieri e nel primo caso i 4 dell’Udc potrebbero essere determinanti per l’andamento della legislatura. Dunque, prima di «andare a vedere bisogna capire cosa ci si chiede». Nel frattempo una nota della segreteria nazionale è stata diramata per ribadire che «l’ipotesi di un ingresso dell’Udc nella giunta Vendola semplicemente non esiste. Ci siamo candidati in alternativa a Vendola e Palese e resteremo lì dove ci hanno scelto tanti elettori che ci hanno dato fiducia: al centro, alternativi ai due schieramenti». Presa di posizione Pierferdinando Casini, leader dell’Udc Ma nei mesi scorsi, in via Due Macelli, si era ragionato sull’ipotesi di un sostegno al governo di Vendola. «L’uscita» intempestiva di Blasi, quasi a forzare la mano, tira il freno al dialogo e il coordinatore regionale Sanza precisa: «Non c’è nessuna disponibilità ad entrare in giunta. Attendiamo il discorso programmatico del presidente Vendola, la sua dichiarazione d’indirizzo. Se saranno recepiti alcuni punti qualificanti della nostra linea, alcuni elementi del nostro Dna come la difesa dei valori della persona, della famiglia, allora potremmo valutare quale tipo di opposizione fare».

Insomma, l’Udc si mette alla finestra, anche perché con le dichiarazioni di Blasi e sulla base dei numeri che hanno portato Vendola alla vittoria, bisognerà vedere come si articolerà la relazione tra il partito di maggioranza e il presidente della Regione. «Si apre una stagione nuova», come dire che il peso in giunta espresso dal Pd nel primo quinquennio è oggettivamente ridimensionato: dal pasticcio delle candidature, dalle primarie vincenti di Vendola su Francesco Boccia, dal risultato della lista del presidente, dal ruolo politico nuovo che questi potrà esprimere a livello nazionale. Un insieme di fattori, quindi, che influirà sulla composizione della giunta, sulle scelte programmatiche e sulle politiche delle alleanze. L’Udc - insiste Sanza - vuol capire come si supererà il dibattito tra la politica della sinistra riformista e quella della sinistra di alternativa. Ma se oggi la porta dell’Udc è sbarrata di fronte alle avances del segretario democratico, domani potrebbe schiudersi un pertugio: di lì potrebbe passare un atteggiamento non ostile verso il governo pugliese. Intanto dall’Idv arriva una prima presa di posizione. «Il suggerimento di Blasi - dichiara il coordinatore regionale Pierfelice Zazzera - appare quanto mai inopportuno soprattutto all’indomani di un mandato elettorale che i pugliesi hanno rinnovato al presidente Vendola, sostenuto da una coalizione che va dall’Italia dei Valori a Sinistra Ecologia e Libertà».

Rosanna Lampugnani
07 aprile 2010

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