domenica 29 maggio 2011

In attesa dei risultati dei ballottaggi…..

di Giuseppe Giudice
«Una vittoria di Pisapia sarebbe un segnale davvero incoraggiante per quel tipo di sinistra che vorremmo costruire. Una vittoria, nella città che ha generato il fenomeno Berlusconi, non di una centrosinistra o di una sinistra qualsiasi, ma di uomo che rappresenta una sinistra autenticamente europea, democratica, garantista, che si richiama esplicitamente alle migliori tradizioni del socialismo municipale.

Ma il quadro generale non ci conforta. Innanzi tutto la profonda crisi dell’Europa. Come ha messo bene in evidenza Lanfranco Turci una unione monetaria non sorretta uno stato sovranazionale forte diventa una gabbia, e soprattutto è funzionale al sistema di comando della globalizzazione neoliberale. Con il rischio reale di una deflagrazione dell’euro. E questa deflagrazione (in questo sono d’accordo con Franco Bartolomei) potrebbe paradossalmente rappresentare una ancora di salvezza per i PIGS (insomma paesi come la Spagna, l’Irlanda o la Grecia – a cui il proverbiale cinismo anglòsassone da questa brutta definizione, nascondendo ipocritamente il dato incontestabile che il più gran numero di “porci” sta proprio nel mondo anglosassone).

Del resto l’Argentina è uscita da un crisi gravissima causata dalle ricette del FMI e l’imposizione della “dollarizzazione” dell’economia (come l’Ecuador) proprio con un esplicito rifiuto del “pensiero unico” ed il Brasile non ha vissuto tale crisi perché ha sempre rifiutato le ricette-capestro del FMI. Ora la la BCE e la Merkel si stanno comportando esattamente come l’FMI. E forse la deflagrazione dell’euro (pur con tutti i gravi rischi e le gravi incognite che comporta) non sarebbe il peggiore dei mali.

Di certo il capitalismo neoliberale (come ha detto Lafontaine) è oggi il più grande nemico dell’umanità, con le gravi regressioni che esso ha prodotto nel campo della democrazia, della coesione sociale, dell’etica civile e dell’equilibrio ambientale.

In Italia però non ci rendiamo conto di tutto ciò. Si certo Zapatero lo critico anche io, ma è comunque uno che si è assunto le sue responsabilità. In Germania ed in Inghilterra è in corso una seria autocritica nei partiti socialisti, sarà certo ancora parziale, non del tutto soddisfacente, ma è in corso una autointerrogazione sui limiti e la subalternità del cripto-liberismo-socialmente temperato di Blair e Schroeder (che non stanno più neanche negli organismi direttivi di quei partiti). In Italia, invece, il PD che si è definito identitariamente con una fuoriuscita da destra rispetto alla socialdemocrazia, non solo individua nel cripto-liberista Boeri il suo referente per quanto attiene al programma economico, ma è condizionato da quei personaggi che hanno disastrato il centrosinistra: Veltroni, Dalema, Enrico Letta che senza dignità continuano a pontificare. Ascoltando un democristiano serio ed intelligente come Tabacci, mi chiedo se costui non sia molto più a sinistra di Veltroni o Letta. Beh Tabacci sta (e forse è stato costretto a starci) in un partito schifezza come l’Api (e dove per omogeneità ecologica ha trovato spazio anche il prode Boselli). Ma non dimentichiamo che il PDS ha preferito dialogare con Prodi e Rutelli piuttosto che con Tabacci (perché quest’ultimo fu ingiustamente perseguito da Di Pietro). Ricordo bene quando Tabacci disse (di fronte ad un esterrefatto Letta) che le privatizzazioni sono state una sciocchezza. O Letta stesso che diceva orgogliosamente che i veri liberisti stanno nel centrosinistra! Sì magari con Alesina e Chiavazzi!

Ma guardiamoci un momento allo specchio. Non voglio attivare vecchi rancori. Ma questo disastro culturale prima che politico non è colpa delle scempiaggini del gruppo dirigente postcomunista? Delle pesanti contraddizioni della Bolognina? Degli Occhetto, Dalema, Veltroni, Folena (uno che pregherei gli exratterrestri di trasferire in una altra galassia insieme a Chicco Testa)?

Una sinistra pervasa dal pensiero nullo, dal postmoderno di terza mano, dall’opportunismo più sfrenato, da una colossale ignoranza sulla storia e sulla cultura del socialismo europeo (il quale va anche criticato nelle sue deviazioni, ma quanto meno su una base di conoscenza vera), in cui convivono i paraculi come Veltroni e il comunismo rincoglionito degli Asor Rosa e delle Rossanda, con un bel condimento del lobbismo massonico degli Scalfari.

Io sono un critico severo del craxismo ed ancor di più del postcraxismo degli assessori toscani. Ma costoro hanno liquidato il Psi. Quante polemiche ho fatto., Ma gli Occhetto, i Veltroni, i Folena sono stati gli Attila contro la sinistra intera! Vendola è certo una persona per bene. Anche nel PD c’è gente seria come Fassina. Ma quanto conta?

E poi Vendola ha certamente il grande merito di aver posto, parlando al cuore (un po’ come faceva Pietro Nenni) della gente della centralità della giustizia sociale (una gravissima dimenticanza del PD). Ma SeL (in cui milito) resta un partito della sinistra “emozionale” e perciò postmoderna. In grado cioè di intercettare umori, emozioni, stati d’animo ma non ragioni, interessi, bisogni. Non per colpa di Vendola. Per la terra bruciata nella cultura politica della sinistra che ha prodotto un popolo di sinistra profondamente anomalo. Vedete in Germania, nelle grandi regioni industriali della Renania, di Amburgo o Brema, la SPD prende il grosso dell’elettorato operaio e popolare. Così accade in Gran Bretagna ed in Francia. In Italia questo elettorato vota a destra, non solo a nord (almeno finora).

Claudio Signorile ha osservato che già ala fine degli ani 80 c’era un pezzo del Psi ed un pezzo del PCI che di fatto non si riconoscevano nel socialismo. Egli sottolineava che sarebbe potuto sorgere un partito del socialismo europeo se vi fosse stata una separazione consensuale in entrambi i partiti per rispettivi interessi politici. Insomma dovevano unirsi le due anime socialiste. E i neoliberali postcraxiani come Martelli (ed i dannunziani confindustriali come De michelis) da un lato ed i nuovisti-oltristi come Occhetto e Veltroni dall’altro cercare la propria strada. Ma purtroppo furono i nuovisti che presero in mano la sinistra!

Oggi il quadro è disastrato e non vedo come in breve tempo si possa rimediare a danni fatto in vent’anni. Se domani il PD va al governo con le ricette di Boeri che diffeenza c’è con la dstra?

Credo che realisticamente noi come socialisti di sinistra, possiamo solo cercare di offrire al disorientato popolo di sinistra una interpretazione alternativa della storia, della cultura politica e dei processi economici e sociali fin qui dominanti. Sperando in un seme che produca frutti. Può darsi ce sia troppo pessimista: forse. Sarei contento di essere smentito. Comunque un grande “in bocca al lupo” a Pisapia.

Peppe Giudice


sabato 28 maggio 2011

PROVINCIALI: ACQUAROLI, VOTERO’ PER PETTINARI

“Non si può rimanere indifferenti o neutrali”

“Nonostante le critiche al metodo di Pd e Udc per la scelta del candidato, con l’abbandono immotivato delle primarie, la necessità di battere la destra, in Italia e a Macerata, resta comunque un obiettivo fondamentale per chi come me è sempre stato di sinistra. Non possiamo rimanere indifferenti o neutrali”. Così Francesco Acquaroli candidato alla presidenza di Macerata per la Sinistra Unitaria insieme a Marangoni per la Lega delle Marche e di Famiglia Identità e Territorio e Gentilucci per la Lam, rompe gli indugi e fa una vera e propria dichiarazione di voto. In realtà per il ballottaggio del 29 e 30 maggio per l’elezione del nuovo presidente, non ci saranno apparentamenti formali, ma il candidato presidente della sinistra (Sel, Federazione della sinistra e Democrazia e Legalità), che al primo turno aveva ottenuto 14.000 voti, ha voluto rendere pubblico che voterà per Antonio Pettinari, candidato del centro sinistra e dell’Udc. Pettinari è uscito dal primo turno con il 43,11% dei voti. Il candidato presidente del centro destra Franco Capponi (42,76% nel voto di domenica e lunedì scorsi) reagisce così: “se Pettinari apre a Sel noi apriamo all’Udc. La nostra proposta di veri moderati la vogliamo estendere anche a tutti gli scontenti dell’Udc.” A far sentire la sua voce anche Luigi Gentilucci della Lam che afferma: “restiamo basiti delle esternazioni del coordinatore provinciale Pdl (Mario Lattanzi, ndr), che oggi senza alcuna remora, né pudore fa finta che nulla sia accaduto e si permette pure, anzi sente di rivolgersi agli elettori della Lam, per un appello al voto. Elettori definiti, nelle diverse lettere piene di falsità inviate dal candidato PdL Franco Capponi a tutte le famiglie e imprese maceratesi, “di una lista minoritaria composta da fuoriusciti dal centrosinistra”. Gentilucci invita Lattanzi a non preoccuparsi dell’elettorato Lam ma a pensare agli elettoti del Pdl e termina affermando: ” Caro Lattanzi, la pochezza che si può evincere dalle azioni da voi perpetrate è sotto gli occhi di tutti, vi qualifica ed è a dir poco, soncertante: ma fortunatamente qualcuno inizia a rendersene conto”.

domenica 24 aprile 2011

17 aprile. Acquaroli lancia la sua "Provincia Migliore: noi, unica forza politica alternativa a quella di Capponi”

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“Avanti c’è posto. Ci sono ancora due sedie libere e non aspettiamo né Pettinari né Capponi”. Sarà pure una battuta quella di Roberto Di Fede, segretario provinciale di Rifondazione Comunista che questo pomeriggio, nella sala verde dell’Abbadia di Fiastra, ha lanciato insieme ai rappresentati della coalizione, la campagna elettorale del candidato Presidente alla provincia Francesco Acquaroli, sostenuto da Sel, Federazione della Sinistra e Democrazia e Legalità. Eppure, quella battuta, rende bene l’idea sul perché della corsa in solitaria del candidato che ha servito il “no grazie” al la coalizione di centrosinistra (Pd-Udc-Idv-Api-Lista Civica). “Non ci interessa governare per le poltrone - ha detto Acquaroli – ma per un Provincia migliore. Noi siamo il partito delle idee chiare. Le abbiamo sui rifiuti, sul luogo in cui deve essere fatta la discarica (Cingoli), sui servizi pubblici che devono rimanere tali e sulle polveri sottili. Non si combattono – ha spiegato – con un decreto regionale, ma con un cambiamento radicale che significa puntare sulle piste ciclabili, sulla metropolitana di superficie, su un modo diverso di concepire la mobilità”. Acquaroli si è poi conquistato l’ennesimo applauso della folla dicendo con ferma convinzione “noi non vogliamo il rigassificatore a Porto Recanati”. In sala, accanto a lui Esildo Candria, coordinatore provinciale Sel, Valerio Calzolaio, già deputato, l’astronauta Umberto Guidoni, della direzione nazionale di Sel, Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, Roberto Di Fede, segretario provinciale Rifondazione Comunista e Alessandro Lippo, rappresentante della lista civica Democrazia e Legalità. “Con nessuna forza politica è stato possibile discutere di programmi – ha detto Candria - Noi siamo l’unica forza politica alternativa a quella di Capponi”. Di “campagna elettorale sobria”, di “una quadrilatero inutile”, di una scuola pubblica che deve rimanere tale” e di “candidature truffaldine, come quella della Giannini che si dimetterà dopo un minuto”, ha parlato Di Fede. “Nella nostra lista – ha detto - c’è il popolo vero e non quello che si nasconde dietro i finestrini delle auto blu. Ci sono un delegato Fiom, studenti, precari, benzinai,coltivatori diretti, docenti universitari”. “E’ necessario dare una spallata ad un sistema immobilizzato” è invece la ricetta suggerita da Guidoni convinto che tra “l’originale e i cloni, vince Berlusconi”. Via libera ad “una rivoluzione culturale”, per Lippo che si presenta come portavoce della lista civica e al “sostegno ad un candidato – ha detto Calzolaio commosso nel ricordare la morte di Vittorio Arrigoni - l’unico vero rappresentate in grado di contrastare le scelte programmatiche e politiche di Capponi”, “Dobbiamo parlare a tutti consapevoli delle nostre ragioni - ha aggiunto Rossi - e dobbiamo farlo per prospettare un altro futuro con un orizzonte diverso” .L’incontro si è concluso con una merenda ed un concerto musicale.



sabato 2 aprile 2011

APPELLO - I SOCIALISTI STANNO DA UNA PARTE SOLA !

I SOCIALISTI STANNO DA UNA PARTE SOLA !


di Manfredi Mangano*

Carissimi Compagni,

la LEGA DEI SOCIALISTI MARCHE (Giacomo Brodolini) e' l'emanazione locale della LEGA DEI SOCIALISTI, legata all'associazione SOCIALISMO E SINISTRA e al NETWORK NAZIONALE PER IL SOCIALISMO EUROPEO. Molti di noi sono iscritti al Partito Socialista Italiano, altri ad altre formazioni Politiche di Sinistra, altri condividono il nostro ambizioso progetto senza nessuna militanza.

Ma qual'e' il nostro obiettivo ?

Vogliamo RICOSTRUIRE (una volta per tutte) UNA GRANDE FORZA SOCIALISTA AUTONOMA, legata alla storia del Socialismo Italiano e alle organizzazioni Socialiste Europee e Mondiali, SCOMPONENDO E RICOMPONENDO LA SINISTRA NEL SOCIALISMO, in pratica vogliamo arrivare come accadde in Francia nel 1971, con tutti i passaggi necessari, ad una "EPINAY ITALIANA", un grande « congrès d'unification des socialistes » .

Ci rivolgiamo a questa CONFERENZA PROGRAMMATICA DEL PARTITO SOCIALISTA MARCHIGIANO, innanzitutto augurando BUON LAVORO e salutando gli intervenuti, con un APPELLO, considerando che ci troviamo in Provincia di Macerata, sede di una tornata elettorale per il 15 e 16 Maggio !

Abbiamo la possibilita' di iniziare una Epinay Maceratese, perche' non farlo ?

Nella passata giunta regionale, in solo un anno e mezzo i Socialisti marchigiani hanno lasciato il segno, con proposte e sopratutto fatti coraggiosi in settori cruciali per la nostra Regione, come i porti, le grandi infrastrutture di comunicazione, il turismo, l'in, ternazionalizzazione delle imprese.
Oggi, come ha ricordato il compagno Pieroni, il nuovo governo delle Marche, stretto com'è tra i fantasmi del PD, gli appetiti di una Italia dei Valori dominata da esponenti provenienti dalla destra e portatori di interessi clientelari, i ricatti di una UDC in forte difficoltà politica ed elettorale, il contributo dei Socialisti non viene ascoltato, e il Presidente Spacca si accontenta di vivacchiare stancamente.

Il Laboratorio Marche, purtroppo, a Macerata ha fatto un passo in più, un passo indietro: dopo che il PD ha rifiutato qualsiasi passaggio di primarie di Coalizione, la candidatura è stata offerta a un esponente dell'UDC che fino a pochi mesi prima era il vicepresidente della giunta provinciale di centrodestra, perfettamente a suo agio in una squadra che includeva anche esponenti de La Destra e della Lega Nord.

Qualsiasi aggancio a questa situazione sarebbe non la coerente difesa di una linea autonomista e riformista, ma la triste accettazione del ruolo di un cespuglio resuscitato dal PD solo al momento di portare voti.... per poi essere inesorabilmente ignorato !

I Socialisti della provincia di Macerata meritano di più: merita di più il loro coraggio, che li ha portati di recente a scoperchiare il calderone di una vergognosa cupola affaristica nella città di Civitanova Marche. Merita di più la loro forza, mostrata ogni giorno alla guida di città importanti come Camerino e Morrovalle, e dal consenso che i compagni ogni giorno conquistano sul territorio per il loro nome e le le loro battaglie. Merita di più la loro Storia, una Storia che porta il nome orgoglioso di Giacomo Brodolini, il padre dello Statuto dei Lavoratori.

A questo punto abbiamo una scelta di vera Alternativa ! Il Compagno FRANCESCO ACQUAROLI, UN SOCIALISTA DI RAZZA che guidera la coalizione di Sinistra ! Perchè non sostenerlo col nostro simbolo, la nostra lista, il nostro orgoglio, lasciando da parte i rancori del passato ? Perche' non essere come Socialisti... Protagonisti e non Cespugli ? Perche' non iniziare proprio da Macerata quel grande progetto di scomposizione e ricomposizione della Sinistra nel Socialismo ?

I SOCIALISTI, ci insegnava il compagno Giacomo Brodolini, STANNO DA UNA PARTE SOLA. La parte del LAVORO, DELLA SOLIDARIETA', DEL PROGRESSO. Una parte che può essere solo quella del COMPAGNO ACQUAROLI ! Auspichiamo che ci sia anche Il PARTITO SOCIALISTA ITALIANO !


Manfredi Mangano, per la Lega dei Socialisti delle Marche - Giacomo Brodolini

SALUTI SOCIALISTI
Lega dei Socialisti - Marche *
Direzione Nazionale FGS *
Consiglio Nazionale PSI *

PER IL SOCIALISMO NELLA SINISTRA IL “NETWORK” QUALE INTERLOCUTORE

PER IL SOCIALISMO NELLA SINISTRA
IL “NETWORK” QUALE INTERLOCUTORE

di Giuseppe Giudice

E’ una fase politica in cui le espressioni associative possono svolgere un ruolo più importante di quelli che definiamo partiti.

Nella II Repubblica è difficile definire tali quelli esistenti, dai più grandi ai più piccoli. Si tratta di agglomerati di ceto politico che tende alla riproduzione della miseria intellettuale e politica di cui sono rappresentanti.

E’ inutile piangerci addosso: questa è l’Italia della II Repubblica.

Ma è ovvio che tra gli aderenti ed anche tra i dirigenti dei suddetti partiti c’è chi avverte tutta la precarietà della condizione attuale.

Il Network per Il Socialismo Europeo è nato per mettere in rete, con forme anche innovative, individui ed associazioni regionali e locali, che sono legati dal minimo denominatore di voler costruire in Italia un partito del socialismo europeo che superi a sinistra il PD e sia il perno della sinistra popolare e di governo di cui questo paese ha grande bisogno.

Per cui ci siamo ritrovati iscritti a SeL, al Ps, al PD a nessun partito, tutti accomunati da un obbiettivo che nessuno dei partiti attuali è in grado di garantire.

Non è in grado di farlo il PD che nasce da una fuoriuscita a destra dal socialismo europeo (ma nel cui corpo c’è comunque il grosso dell’elettorato progressista). Non SeL finora; se non si libera dei residui di movimentismo gruppettaro (ma su SeL voglio fare un discorso più ampio alla fine). Non assolutamente il PS+I di Nencini il quale sbandiera il marchio socialista per una politica di centro (tra PD e UDC).

Ma a parte la perversione politica nenciniana di cercare uno spazio a cavallo tra Centrosinistra e III Polo, è evidente che quello è un ectoplasma politico in fase di decomposizione. Se avvenisse (a mio avviso personale) sarebbe la fine meritata del grande equivoco di una costituente miserabile.

Anche chi troverà eccessivi e forti i miei giudizi, converrà però con me che il socialismo in Italia non lo può rappresentare il partito di Nencini. Non lo può rappresentare nella interlocuzione politica, non lo può rappresentare nel suo progetto.

Anche perché la definizione di una sinistra socialista è cosa che riguarda tutta la sinistra e non solo i socialisti “biografici” (come il sottoscritto).

Per questo abbiamo ritenuto importante (avendone ottenuto positivi riscontri) che tutti costoro che anelano ad una sinistra con certe caratteristiche si mettessero in rete, si confrontassero ed iniziassero a lavorare su un progetto politico di largo respiro. La strutturazione del sito (che tra pochi giorni sarà operativo) ci aiuterà ancora di più.

Ma dobbiamo cercare di allargare quanto più è possibile questo Network, sia per chi sta in rete, sia tramite le nostre personali relazioni.

Finora come Network abbiamo stabilito positive relazioni con pezzi significativi del gruppo dirigente nazionale di SeL, con la sinistra del PD, con settori della stessa FDS. Ora noi dobbiamo essere in grado di stabilire tali rapporti con gli iscritti, gli elettori di queste forze.

Ad esempio c’è tutta la vasta area ex SD in SeL che è nettamente favorevole ad una sinistra collocata nel PSE. Il network può dare loro voce. Idem per la sinistra PD. Dalla capacità di coinvolgere il maggior numero possibile di persone ed associazioni politicamente consapevoli, dipenderà la nostra forza di incidere nel dibattito politico.

Gli inizi sono promettenti. Il Network è nato a Dicembre 2010. Esso ha associato realtà importanti come il Gruppo di Volpedo e la Lega dei Socialisti di Livorno (con queste due realtà abbiamo costruito l’ottimo convegno del 19 Febbraio). E noto un certo entusiasmo.

Ma essendo aderente a SeL, mi preme di dire qualcosa in più su di essa.

SeL nasce come soggetto transitorio in vista di una più vasta aggregazione per confluire in un nuovo soggetto della sinistra. Che si caratterizzasse come sinistra popolare e di governo. Su questo credo che Vendola sia stato chiaro nel suo intervento a Firenze nell’Ottobre scorso.

Quindi non una sinistra confusamente movimentista erede di quella mentalità gruppettara e “post-maoista” che ha caratterizzato l’esperienza di Rifondazione (come ha riconosciuto le stesso Bertinotti, a Livorno).

Ora l’idea di un soggetto transitorio, era in qualche modo legato alla certezza delle elezioni anticipate e fondato sulla capacità di Vendola, alle primarie, di sfondare tra l’elettorato PD.

Le elezioni non si faranno. A questo punto si potranno fare a scadenza naturale nel 2013. Ciò è buono per chi deve lavorare sul medio periodo come noi (Network). Non è buono per una forza che aveva tutto scommesso sulla capacità del leader di scompaginare le carte.

Per cui oggi SEL vive il forte scarto tra un leader che comunque riesce a trainare consenso (forse un po’ meno di qualche mese fa, ma comunque SeL è sopra l’8%) ed un partito che non è riuscito a strutturarsi come tale. E che sconta la forte incomunicabilità tra le componenti che l’hanno formato – SD e ex rifondaroli in particolare. La capacità aggregante di Vendola è paradossalmente molto più forte fuori del partito che in esso.

Gli ex rifondaroli in realtà all’ombra della popolarità di Vendola, stanno tentando di ricostruire una forza movimentista, quando Vendola punta a qualificarsi come leader di una sinistra di governo. SD è quella che ha più creduto nel progetto SeL come capacità di superare le vecchie appartenenze. Ma con il senno di poi ha peccato di ingenuità che le è costata in molte realtà locali.

La verità è che molto forte è scarto politico e culturale tra chi vuole una sinistra di governo, ancorata al socialismo come SD (ed anche qualche singola personalità ex Rifondazione) e gli orfani di un movimentismo gruppettaro che alla sinistra non serve proprio. Alla sinistra oggi serve un grande progetto socialista (che implica cioè la critica al capitalismo) in grado di aggregare un consenso sociale e politico maggioritario su come uscire a sinistra dalla crisi del capitalismo neoliberale. Non ci serve né una sinistra declassata e storpiata alla Covatta né il movimentismo inconcludente dei Paolo Cento o delle Elettra Deiana. Certo oggi di mezzo ci sono le elezioni comunali e provinciali; dopo Maggio Vendola dovrà fare delle scelte forti. L’entrata di SeL nel PSE è di quelle che possono avere forte impatto.

Per tali ragioni mi auguro che il maggior numero possibile di compagni di SeL diano forza al discorso che come Network abbiamo iniziato.

PEPPE GIUDICE


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