lunedì 21 maggio 2012

CASA DEI RIFORMISTI ? NO GRAZIE.

SULLA “QUESTIONE SOCIALISTA”. APPUNTI AL DOCUMENTO POLITICO APPROVATO DALLA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PSI – 17/05/2012

di Manuel Santoro

Sono socialista e, in un mondo che sta radicalmente cambiando, non posso non notare come il Partito in cui milito sia affetto da una timidezza dalle elettoralistiche fattezze.

Per carità, dal documento politico uscito giovedì non tutto è da disapprovare. Il cambio di linea del Partito era nell’aria dopo le amministrative. Con la disintegrazione del Terzo Polo a trazione casiniana e la probabile convergenza di pezzi importanti di Centro nel centrodestra, era parso subito evidente il naufragio della linea politica del PSI, la quale mirava ad assumere una posizione “cuscinetto” tra il PD e l’UDC. Amministrative concluse, assorbito lo shock post elettorale, giustamente si è cambiato posizione politica e, per chi come me ricerca una via a sinistra, questo cambio è stato senza dubbio benefico. Ma non ancora sufficiente. Ci sarà da lavorare.

Basta, infatti, scorrere il documento sino alla seconda parte in cui si pone la ‘questione socialista’ proponendo agli italiani la “Casa Italiana dei Riformisti e dei Democratici'”. E’ qui che nascono le contraddizioni.

Perché porre la “questione socialista” proponendo la “Casa dei Riformisti e dei Democratici”? Associare la questione socialista, questione del socialismo che riguarda tutti i socialisti, ad un progetto in cui gli attori principali sono riformisti e democratici, significa comprimere forzatamente i mille risvolti del socialismo italiano nel solco del solo riformismo democratico, del quale, però, ne andrebbero poi analizzate le vicinanze alle istanze neo-liberiste; significa forzare volutamente l’esclusione di fette importanti dell’anima socialista fuori dal Partito, privilegiando effusioni elettoralistiche di stampo “democratico” in vista delle prossime politiche; significa rinunciare alla ‘questione della sinistra’ in Italia mettendo consapevolmente nel conto sia la futura irrilevanza del Partito “nel” Partito Democratico, sia l’esclusione del Partito da una futura costituente della sinistra su basi programmatiche alternative al dogma neo-liberista. Il tutto nella consapevolezza che lo spazio politico, a sinistra, per un riformismo di sistema, radicale e rivoluzionario, è ampio ed in costante crescita.

Non è una novità. Penso che il Partito Socialista debba essere baluardo di una rinascita della sinistra in questo paese.

Il Partito Socialista non può non essere epicentro di un percorso di aggregazione di una sinistra che ponga problemi e trovi soluzioni al di fuori della matrice neo-liberista. Una sinistra che sia radicalmente riformista fermamente ancorata al PSE ed alle forze della sinistra europea. E, non ultimo, all’Internazionale Socialista.

Una sinistra che sappia valorizzare e perseguire con saggezza un ancoraggio forte con i cittadini, con le comunità, con la società intera. Una sinistra che sappia ricercare costantemente un rapporto privilegiato con la base, e dalla base, comprendere i problemi ed i bisogni reali della società.

Non è più tempo per moderatismi di stampo centrista. La dirigenza del PSI ha cambiato positivamente linea politica. E’ fondamentale che, per la sopravvivenza del partito, lo faccia nuovamente in modo tale che il topolino ingrassi. A sinistra.

Manuel Santoro

Partito Socialista Italiano

Direttivo nazionale della Lega dei Socialisti

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