IL NUOVO SCENARIO IMPONE UN CAMBIAMENTO.
SUBITO LA COSTITUENTE DEL PARTITO EUROPEO SOCIALISTA !
 All’indomani del voto amministrativo in Emilia Romagna il primo dato che risulta evidente è il calo dell’affluenza al voto. Un segnale di disaffezione e di protesta non tanto verso la politica ma   – credo - verso l’attuale assetto dei partiti che la praticano non   essendo più chiaramente in linea con le aspettative dei cittadini e   molte volte anche dei propri iscritti.
All’indomani del voto amministrativo in Emilia Romagna il primo dato che risulta evidente è il calo dell’affluenza al voto. Un segnale di disaffezione e di protesta non tanto verso la politica ma   – credo - verso l’attuale assetto dei partiti che la praticano non   essendo più chiaramente in linea con le aspettative dei cittadini e   molte volte anche dei propri iscritti.    Un segnale di protesta  confermato non solo dal calo evidente delle  forze del centro destra che  in questi ultimi anni hanno governato a  livello nazionale e di questo  hanno pagato pegno, ma in modo evidente  dalla grande affermazione del  movimento 5 Stelle, ed anche da una  difficoltà della coalizione di  centro sinistra a presentarsi compatta  sul territorio regionale e  nazionale.
Dopo la tornata elettorale  amministrativa dell'anno  scorso come Socialisti segnalammo che il  risultato del Movimento 5  Stelle, - attestato attorno al 10% in Emilia  Romagna (praticamente il  triplo che altrove) - era forse il segnale di  un malessere  “anti-regime”, visto che faceva il paio con una vistosa  flessione del PD  nell’ordine di 10/15 punti percentuali.
Oggi quel  risultato del  Movimento 5 Stelle, in tutto il nord ed in particolare  in Emilia  Romagna, pur favorito dalla flessione dei votanti, risulta  ancora più  clamoroso, anche in importanti città come Parma, Budrio e  Comacchio dove  saranno antagonisti diretti del centro sinistra al  prossimo  ballottaggio.
Si può affermare, in prima approssimazione,  come quel  dato dimostri sia la voglia di pulizia - come nel caso di  Parma -  sia,  in generale, la reattività dell’elettorato anche in  Emilia Romagna , con  la richiesta di un forte cambiamento dei partiti.
Il risultato del  voto amministrativo ci consegna inoltre un dato  incontrovertibile,  quello legato alla difficoltà della coalizione di  centrosinistra che  sostiene il governo della Regione nell’essere  altrettanto compatta e  uniforme sul territorio.
A Budrio,  Serramazzoni e Novi di Modena i  casi più eclatanti; a Serramazzoni la  neo eletta sindaco Sabina Fornari,  sostenuta anche da noi Socialisti,  ha battuto il candidato Rubbiani,  sostenuto dal PD; a Novi di Modena la  Lista Civica Progetto Comune di  centro sinistra, animata anche questa  da esponenti del PSI, ha raggiunto  il 22.8% e a Budrio dove la cattiva  gestione di una maggioranza di  centro sinistra, posta in essere in  particolare dal sindaco uscente  Castelli, ha portato fuori dalla  maggioranza i Socialisti che, di  conseguenza, hanno dato vita e  sostenuto la lista civica Noi per Budrio  con candidato sindaco il  nostro compagno Maurizio Mazzanti che ha  ottenuto un risultato positivo  oltre le aspettative e cioè il 13.5%,  oggi ago della bilancia per  l’esito del ballottaggio.
Una  coalizione, quindi, che in molte  realtà si è smarcata dall’asse  principale; certo le colpe non possono  essere solo ricercate in una  parte, anche perché spesso le  differenziazioni sono il frutto di  eccessive voglie di protagonismi  locali o di ripicche su questioni che  nulla hanno a che fare con quel  territorio, dato negativo che, forse, ha  portato anche alla perdita del  comune di Coriano in provincia di  Rimini.
In ultima analisi noi  crediamo che la coalizione di centro  sinistra in Emilia Romagna debba  immediatamente riunirsi per analizzare  insieme cosa sta accadendo in  questa regione, esattamente come avevamo  già suggerito un anno fa dopo  le amministrative della scorsa primavera.
Crediamo, inoltre, che in  Emilia Romagna, proprio per la sua storia,  dovremmo precorrere i tempi  del cambiamento con una vera e propria  rigenerazione delle forze  politiche di sinistra laiche e riformiste che  s’ispirano all’esperienza  e alla grande famiglie del socialismo europeo,  ponendo in campo una  sfida di autorigenerazione per porre in essere il  “cambiamento subito”.
Cambiare significa anche non spaventarsi se la  libera espressione  democratica provoca un sussulto di sobrietà, dignità  e responsabilità  da parte dei Partiti, a partire da un po’ più di  normalità europea  nella politica italiana.
Dobbiamo capire che lo  scenario che  abbiamo di fronte è profondamente mutato ed è tempo di  cambiare: la  strada che anche le elezioni francesi ci indicano è la  necessità di un  progetto politico nuovo che raccolga tutte le anime del  riformismo  italiano, quello laico, socialista, liberale e cattolico  democratico”.
Credo che sia arrivato il momento di mettere a  disposizione, per tutti  coloro che si ispirano al Partito Europeo  Socialista, le proprie  storie e le proprie organizzazioni politiche per  costruire una volta  per tutte il PES anche in Italia: noi Socialisti  questa responsabilità  c'è la prendiamo tutta addosso e lanciamo da  subito la costituente del  PES in Italia partendo proprio dall’Emilia  Romagna.
Questo è un  appello che lanciamo a tutti coloro che si  richiamano alla tradizione  culturale e politica che incarna in Europa il  PES: se dovessimo andare  al voto nazionale in queste condizioni il  vento dell'anti politica  potrebbe avere effetti ancora più devastanti  verso partiti che non sono  stati in grado di autorigenerarsi nelle loro  piattaforme politiche,  forme organizzate, mancati agganci al sistema  politico europeo ed anche  in un adeguato processo di ricambio della  classe dirigente.
Di: Franco Benaglia, Segretario Regionale (Emilia Romagna) Partito Socialista Italiano
 

 
 

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