Il
socialismo è morto ! Intonavano nel 2007 con una certa sicumera insigni
intellettuali (Giddens e Lloyd) e politici ‘nuovisti´ come Walter
Veltroni ammaliato dal ‘Yes we can´ di Barack Obama o ‘rivoluzionari´
come Fausto Bertinotti folgorato gli accadde con San Paolo -
dall´indigenismo boliviano di Evo Morales.
Cinque anni dopo,
naufragato il Pd "a vocazione maggioritaria" di Veltroni e cancellata
la ‘sinistra radicale´ di Bertinotti, prepotentemente si ripropone.
Ancora tu? Ma non dovevano vederci più? Cantava Lucio Battisti. Eccolo
di nuovo, il socialismo. E, di fronte ai disastri economico-sociali
della crisi fattasi ‘dittatura dei mercati finanziari´, urla ‘…..Invece
il Socialismo´.
Con un flash mob inedito, il
primo dicembre a Roma si ritrovano al convegno della Lega dei socialisti
e della Sinistra Socialista, 26 associazioni culturali e politiche di
ispirazione azionista, giellista e socialista con i loro 400
rappresentanti perchè ‘Vogliamo unire la sinistra che vuole uno sviluppo
alternativo dei modelli sociali e dei criteri di crescita del nostro´.
Ma
a quale modello ispirarsi, visti il fallimento del marxismo-leninismo;
la scarsa incisività del centro-sinistra privato della iniziale spinta
riformatrice per il prevalere del liberismo consociativo della Dc;
l´austerità di Enrico Berlinguer inscindibile dal compromesso storico
(mai condivisi da Lombardi); e ancora ‘la terza via´ di Blair e
Schroder, la crisi d´identità della socialdemocrazia scandinava e
tedesca?
Spazio avrà nel convegno la sola idea ‘laica´
della sinistra tradizionale rimasta in piedi e su cui costruire un
progetto per un modello di società diverso, quella di Riccardo Lombardi
di "una società più ricca perché diversamente ricca".

La Lega dei Socialisti si propone la
"ristrutturazione di tutta la Sinistra Italiana", recuperando la
funzione ‘riformatrice´ e di ‘governo´ e allargando il processo ai
partiti del Socialismo Europeo, e vuole dar vita "a una nuova grande
Sinistra Socialista e Riformatrice in grado di riunificare tutte le
forze della sinistra che intendono opporsi al programma politico di cui è
espressione il Governo Monti e vogliono contrastare le politiche
recessive e monetariste delle tecnostrutture economiche e finanziarie".
Dunque,
riprendere l´idea di Lombardi di ‘una società più ricca perché
diversamente ricca´ vuol dire conquistare ‘l´egemonia culturale´ di
gramsciana memoria e progettare una società non austera o più povera,
monastica o francescana, ma una società "sobria e più ricca", non con
meno ma "più consumi qualitativamente diversi", non "più triste" ma "più
allegra". Siccome per Lombardi, "è socialista quella società che riesce
a dare a ciascun individuo la massima libertà di decidere la propria
esistenza e costruire la propria vita", l´utopia socialista è una
società capace di coniugare la soddisfazione dei "bisogni materiali"
indispensabili alla sopravvivenza di ciascuno - una casa, un lavoro e un
salario dignitosi - con quei ‘beni immateriali´ - la cultura, la
qualità della vita, il tempo libero, le relazioni interpersonali - che
sono il nutrimento insostituibile alla formazione dell´identità
personale. Una rivoluzione che prima di essere politica e/o economica è
culturale perché riguarda la realtà più profonda il pensiero - delle
persone. Qui la saldatura e ‘lo sviluppo naturale´ dell´idea lombardiana
nella tesi dello psichiatra Massimo Fagioli sulla distinzione tra
‘bisogni´ ed ‘esigenze´, di cui la sinistra non si è mai occupata, così
come non si è mai occupata del ‘pensiero umano´ e della sua formazione,
cui risponde ‘la teoria della nascita´ dello psichiatra dell´Analisi
Collettiva.
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