Per
settimane, prima in omaggio alla campagna elettorale poi per non
alimentare tensioni nel partito, ho evitato di rispondere a
ricostruzioni non sempre fedeli all’accaduto. Lo faccio ora visto che le
dimissioni dalla segreteria di Roberto Biscardini da atto interno
(…’lascio a te informare i compagni della segreteria…’)
hanno assunto dimensione pubblica. Lo faccio ora per evitare che la
polemica prenda una strada sbagliata, fatta di illazioni, rancori,
presunte ambiguità sui comportamenti tenuti dal partito. Un gruppo
dirigente è tale se sa difendere le decisioni prese non se le tradisce
perché non hanno corrisposto a fondate ambizioni. Mi limiterò a rispondere a un paio di questioni, quelle centrali. Il resto al congresso. Mai gli organi del partito sono stati convocati con tanta frequenza e
formalità come avvenuto nei giorni in cui abbiamo assunto i deliberati
riguardanti le elezioni. Si è discusso, ridiscusso, votato e rivotato e
quasi sempre alla presenza di tutti i membri. Le posizioni, salvo che in
una occasione, sono state sempre espresse all’unanimità. Biscardini è
stato sempre assente per ragioni che conosco e per le quali gli sono
stato e gli sono vicino con affetto profondo e immutato. Dunque, è stato
male informato. Non voglio pensare a motivi diversi. Lui stesso,
sentito più volte telefonicamente da me e da altri compagni della
segreteria, ha condiviso la scelta adottata.
Dice Biscardini: ‘…un accordo col PD poteva giustificarsi…solo nel caso in cui avessimo potuto eleggere nelle loro liste un numero di candidati maggiore di quello che avremmo potuto ottenere da soli...’. Già. L’arte della chiromanzia non è tra i poteri richiesti a chi fa politica.. Ma soprattutto questa considerazione annulla del tutto le fondamenta della lettera.
Mi fermo qui e avrei altre cose da aggiungere, milanesi e lombarde. Per me, polemica chiusa. Sono più interessato a capire ciò che accadrà domani, a comprendere quale futuro, da italiani e da socialista, ci aspetta.
Dice Biscardini: ‘…un accordo col PD poteva giustificarsi…solo nel caso in cui avessimo potuto eleggere nelle loro liste un numero di candidati maggiore di quello che avremmo potuto ottenere da soli...’. Già. L’arte della chiromanzia non è tra i poteri richiesti a chi fa politica.. Ma soprattutto questa considerazione annulla del tutto le fondamenta della lettera.
Mi fermo qui e avrei altre cose da aggiungere, milanesi e lombarde. Per me, polemica chiusa. Sono più interessato a capire ciò che accadrà domani, a comprendere quale futuro, da italiani e da socialista, ci aspetta.
Nessun commento:
Posta un commento