venerdì 3 febbraio 2012

CRITICARE MONTI, SUPERARE MONTI, ANDARE A SINISTRA.


di Franco Bartolomei (PSI)

Parlare male di Mario Monti per poi spacciarlo come una necessità, una specie di febbre che se non ci uccide ci fortifica, è il leitmotiv della sinistra. Andare oltre Mario Monti, analizzare le cause del governo tecnico e tentarne un superamento è ben altra cosa. Ci prova e ci riesce Franco Bartolomei, della segreteria nazionale del PSI, che ha dichiarato:“Questo parlamento e’ il frutto di liste bloccate decise dalle segreterie politiche dei partiti senza alcuna possibilita’ di scelta da parte dei cittadini. L’unica possibilita’ di fare una nuova legge elettorale, capace di ridare dignità alla rappresentanza, superando veti contrapposti e convergenze sotterranee, era un referendum benfatto”. Come ben sappiamo l’azione referendaria è stata vanificata da una proposta truffa, inammissibile in partenza e visibilmente in malafede “organizzato da Veltroni, De Benedetti, Parisi, Vendola e Di Pietro.”

Lo stesso Mario Monti, anche se presentato come una novità, è frutto di un’azione politica e lobbistica, di una convergenza che viene da lontano e che si giustifica con la sola sopravvivenza degli apparati di partito e delle lobby, oggi più che mai libere di aggiustare le liste elettorali a loro piacimento.

“La linea di subalternita’ alle scelte della BCE è una tendenza che non ha introdotto Monti nel nostro sistema, ma e’ una costante di tutta la seconda repubblica, rispetto a cui il centro-sinistra non ha mai manifestato alcun serio ripensamento, con la sola significativa eccezione della crisi di governo del ‘98 aperta da Bertinotti”. Ciò non giustifica Mario Monti, il suo parlare ed il suo operato, ma pone un serio problema di “cattiva coscienza” all’interno della sinistra italiana.
Monti è, per Bartolomei, alla luce del sole, in maniera gelida e razionale priva del turbamento della ricerca del consenso elettorale, un continuatore di una linea supina alla BCE ben presente nelle strategie di governo del centrosinistra.

Monti ed i partiti che lo sostengono raschiano il fondo del barile, con le riforme del governo tecnico, che altro non sono che immense montagne che partoriscono topolini piccoli piccoli.
Non saranno un pugno di notai in più, qualche nuova licenza per tassisti, a risolvere i problemi del sistema Italia, sia da un punto di vista economico che di crisi della politica. Occorre un orizzonte nuovo, una nuova visione del mondo.

Bartolomei, infatti, sostiene che la priorità è “definire un progetto di nuovo modello di sviluppo su cui costruire un programma comune della sinistra italiana, attraverso il quale uscire dallo stallo in cui ci siamo posti”. Progetto questo che passa per la difesa dell’art.18, per i sostegno ai movimenti, dando impulso alle buone pratiche dei sindacati in difesa dei diritti dei lavoratori.


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