lunedì 15 marzo 2010

La Francia, il Socialismo e la Sinistra Italiana.

La Francia, il Socialismo e la Sinistra Italiana.
di Giuseppe Giudice  
 
Provo naturalmente una grande soddisfazione per lo splendido risultato dei compagni socialisti francesi che stanno trainando tutta la sinistra verso una grande vittoria alle regionali. Certo non voglio enfatizzare più di tanto tale risultato che è condizionato dal forte astensionismo; ma non v’è dubbio che in Francia si sta verificando una forte inversione di tendenza, che rianima un partito come il PS che qualche sprovveduto dava per spacciato e pone le basi per una possibile vittoria della sinistra alle presidenziali ed alle politiche del 2012 in uno dei paesi decisivi dell’Unione Europea. Sono sempre stato vicino ai socialisti francesi, sia per la loro capacità di elaborazione politica e teorica (il socialismo francese è stato molto influenzato, più di quello italiano, dal pensiero di Riccardo Lombardi) sia per il loro cocciuto essere stati controcorrente negli anni 90, quando gli altri due grandi partiti socialisti europei (la SPD ed il Labour inglese) si inchinarono al pensiero unico liberista. Il PSF rimase fedele invece alla missione politica dei socialisti: costruire una alternativa organica al modello liberista (a cui si rese profondamente subalterno anche il PDS e l’Ulivo).
Oggi con la grave e sistemica crisi del capitalismo liberista grossa parte del PSE sta seguendo la via tracciata a suo tempo dai compagni francesi. Lo testimonia lo spostamento a sinistra e la svolta radicalmente antiliberista della socialdemocrazia tedesca (non si esclude in futuro una fusione con la Linke); lo testimonia la stessa gestione di Gordon Brown in GB che rompe con il social-liberismo di Blair. Così come le posizioni di gran parte degli altri partiti socialisti e socialdemocratici europei espresse nel congresso PSE a Praga.
In Italia abbiamo invece una coalizione di centrosinistra che se potrà contrastare (anche grazie alle porcherie di un centrodestra indecente) alle regionali le paranoie totalitarie di Berlusconi, non è certo in grado di offrire un alternativa organica di progetto e proposta alla destra.
I francesi sono anni-luce più avanti di noi.
Lì la sinistra (e non il centrosinistra) è guidata da un partito socialista forte di un progetto chiaro e forte. Qui il centrosinistra da un PD che non è ne carne né pesce, non si considera di sinistra ma di centro-sinistra (un po’ e un po’), che ha una struttura feudale, in cui militano dirigenti che se avessero la cittadinanza francese militerebbero tranquillamente nel partito di Sarkosy (vedi Letta o Fioroni) o al massimo nel centro di Bayrou. Un centrosinistra in cui c’è un partito come quello di Di Pietro (che esiste fino a quando ci sarà Berlsuconi essendo speculare a lui). Ed infine una area comunista nella sinistra che ospita posizioni negazioniste dei crimini di Stalin come quelle di Diliberto o Canfora. Intendiamoci anche in Francia ci sono i comunisti (e perfino i trotzkisti): ma si tratta di compagni che hanno con forza e determinazione condannato radicalmente lo stalinismo. I compagni comunisti francesi, negli anni 90, hanno chiesto pubblicamente scusa per la complicità con lo stalinismo dei loro dirigenti degli anni 50 (Thorez e c.); un atto di coraggio e di onestà intellettuale che in Italia non v’è mai stato.
La nostra unica speranza è che cresca all’interno di questo centrosinistra una sinistra innovatrice, libertaria e di ispirazione socialista. Vendola è il leader naturale di questa area che se riesce a strutturarsi organicamente sarà la vera novità positiva della politica italiana.
Ma questa leadership di Vendola (che non è solo un bravo oratore ma un vero leader che esprime pensieri profondi) ha bisogno di essere riempita di contenuti politici e programmatici. Uno di questi è il socialismo: sì il socialismo. In Italia, dove ancora abbiamo le mummie alla Diliberto, permane la interdizione all’uso del termine socialismo e socialista. E lo si lascia utilizzare da un personaggio indegno come Nencini. Questo non lo possiamo consentire.
Chi è impegnato, come noi della Lega dei Socialisti della sinistra, per portare il pensiero e la tradizione socialista italiana nel progetto della nuova sinistra di cui Vendola è il leader, farà, forte delle sue convinzioni, la sua battaglia affinchè il termine socialismo sia essenziale nel linguaggio della nuova sinistra. Non è una rivendicazione identitaria, né la pretesa assurda di chiedere abiure a nessuno. E’ perché siamo convinti che senza socialismo la sinistra non ha senso e non ha progetto. Indipendentemente da quella che è la provenienza personale di ciascuno.

 

PEPPE GIUDICE

domenica 14 marzo 2010

Francia, riscossa socialista Sorpassata la destra di Sarkozy

Francia, Riscossa Socialista 
Sorpassata la destra di Sarkozy

Francia, riscossa socialista  Sorpassata 
la destra di Sarkozy   PARIGI - I socialisti sorpassano l'Ump, il partito di Sarkozy. Le prime proiezioni danno il Partito socialista al 29,1%, mentre la destra al governo si attesta al 27,3 %. Sono le indicazioni che emergono dalle elezioni regionali tenute oggi in Francia. 

Il dato più clamoroso è comunque quello dell'astensione. Si profila infatti un record negativo. Alle 17:00 la percentuale dei votanti era del 39,29%, cioè 10 punti al di sotto del primo turno delle regionali del 2004 alla stessa ora (49,66%). Al termine delle votazioni, l'astensione avrebbe raggiunto oltre il 50 % degli aventi diritto: i dati parlano di una "forbice" addirittura tra il 52 e il 55 %.
Sempre secondo le proiezioni i verdi si porterebbero all'11,5% (più bassi del previsto), la sinistra al 5,5%, i trotzkysti al 4%, il Fronte Nazionale (estrema destra) passerebbe all'11 %, i centristi al 4,5%. 

Sono dati che confermano le previsioni di un "possibile sorpasso" della "Gauche" sul centrodestra del presidente della Repubblica. Non ci sono ancora indicazioni su quante delle 22 regioni verranno conquistate dall'una e dall'altra parte. Venti delle amministrazioni uscenti sono di sinistra e solo due (Alsazia e Corsica) vengono governate dall'Ump. La "Gauche", in base alle ultime previsioni, puntava a fare il pieno. E ora sarà il secondo turno, domenica prossima, a decidere quali coalizioni guideranno le regioni di Francia.
 
La sconfitta del partito del presidente Nicolas Sarkozy appare comunque netta. L'Ump arretra in quasi tutte le regioni e nonostante negli ultimi giorni Sarkozy abbia smorzato i toni del valore "nazionale" del voto di oggi, lo scarto con i socialisti - che raddoppiano rispetto al 16% delle europee dell'anno scorso - è tale da costituire una vittoria per la gauche dopo anni di sconfitte brucianti.  
 
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy ha riunito stasera all'Eliseo, subito dopo la diffusione dei risultati, i principali rappresentanti della maggioranza. I primi a raggiungerlo sono stati il premier, Francois Fillon, il segretario generale dell'Eliseo, Claude Gueant, e il ministro degli Interni, Brice Hortefeux.Successivamente si sono uniti altri ministri, fra i quali Michele Alliot-Marie (Giustizia) e Luc Chatel (Educazione).
 
"Gli elettori hanno espresso oggi il loro rifiuto di una Francia divisa e indebolita, hanno detto di volere una Francia più giusta e più forte": lo ha detto il primo segretario socialista, Martine Aubry, in una dichiarazione subito dopo la diffusione dei risultati del primo turno delle regionali che fanno del Ps il primo partito di Francia.
"I francesi - ha continuato - hanno posto il Partito socialista largamente in testa, siamo di fronte a un risultato storico, e dico grazie ai milioni di elettrici ed elettori che ci hanno dato". 
 
"Il voto di oggi - ha proseguito la Aubry - rappresenta l'adesione ad un progetto, che è quello di proteggere i francesi e preparare il loro futuro. E' un incoraggiamento per noi, e la dimostrazione che quando il Partito socialista è unito e rivolto ai francesi, ritrova la loro fiducia".
 
"Per noi - ha continuato - si tratta soprattutto del segnale di un dovere da rispettare, quello di unire la sinistra. Siamo il primo partito, dobbiamo radunare i nostri alleati, nella chiarezza degli impegni e nel rispetto di ognuno".
"Il voto di oggi - ha detto Martine Aubry - ci impone però soprattutto di continuare a batterci con tutta la nostra energia per l'economia, per mantenere i posti di lavoro che ci sono e preparare quelli di domani, aiutare i giovani e gli anziani che soffrono, lottare per gli alloggi, i trasporti, le pensioni, l'ambiente da proteggere, tutti settori nei quali lo stato è sempre più assente".
 
Il primo ministro francese, Francois Fillon, ha rivolto un appello ai sostenitori dell'Ump, subito dopo essere uscito dall'Eliseo dove era stato convocato, insieme con alcuni ministri, per una riunione straordinaria dal presidente della repubblica, Nicolas Sarkozy.
 
Commentando i risultati decisamente negativi per la maggioranza di governo, Fillon ha affermato che "nulla è deciso per il secondo turno" ed ha lanciato un invito "alla mobilitazione degli elettori della maggioranza presidenziale".
 
http://www.repubblica.it

13 MARZO 2010. QUALCUNO SI DEVE VERGOGNARE

13 MARZO 2010. QUALCUNO SI DEVE VERGOGNARE

14/03/2010 - Il 13 marzo, è stata scritta una bruttissima pagina, l'ennesima, da parte di alcune  tra le maggiori testate giornalistiche nazionali (soprattutto quelle on line), proprio all'indomani della sentenza del TAR Lazio che ha invalidato il provvedimento restrittivo emanato da Agcom per i talkshow politici nelle tv commerciali e celebrata con grandi peana dai supporters di San Toro e Polvefloris. Ecco i fatti.
Su Repubblica.it dalle prime ore del mattino viene collocato in home page uno speciale nel quale, tra le altre informazioni, compaiono le sigle dei partiti promotori, con relativo link ai rispettivi siti. Tutti risultano essere perfettamente funzionanti. Tutti, tranne il link al sito del PSI. L'errore viene segnalato dai nostri uffici alle ore 9.24, mediante una telefonata seguita da un'email alla redazione web del maggiore quotidiano online italiano. Trascorre l'intera mattinata senza che da Repubblica.it arrivi uno straccio di riscontro. Solo alle 14.00 circa, e comunque dopo parecchie ore, viene posto rimedio e il sito è finalmente visibile ai navigatori di repubblica.it. Non ci è dato di sapere con certezza quanti potenziali visitatori del nostro sito siano stati privati, per ore, della possibilità di accedervi. Siamo certi che siano molti. Troppi. Ovviamente a lor signori non è neppure passato per il capo almeno di scusarsi. Per carità: le scuse non avrebbero riparato il danno ma sicuramente in questo caso ci stavano.
E' finita qui? No: ilcorriere.it, secondo quotidiano on line italiano per numero di visite, sin dalla mattina, annuncia in home page che la diretta dell'intero evento sarebbe stata diffusa in streaming. Bene: la diffusione on line della manifestazione prevista per le 14.30 è iniziata con un ritardo di 10", esattamente, vedi il caso, quando Emma Bonino ha iniziato il suo intervento, successivo a quello di Riccardo Nencini che non è dunque stato diffuso. Abbiamo appreso successivamente che il corriere.it non ha responsabilità dirette sull'avvenuto, in quanto riceveva il segnale da Youdem i cui responsabili, degni eredi della ben nota scuola di giornalismo militante del PCI, hanno pensato bene di dare inizio alla diretta solo dopo che il segretario del PSI aveva terminato di parlare. E comunque, per evitare di uscire dal team dei webcensori, il CorriereTV, al termine della manifestazione ha confezionato un pezzo, collocato subito on line, nel quale appaiono in video e in voce quasi tutti i leader, compreso il n.2 dell'IDV, Leoluca Orlando(!). Tutti. Meno, ovviamente, Riccardo Nencini.
Non è ancora finita: ANSA, la maggiore agenzia di informazioni nazionale, nei suoi dispacci non ha dato conto dell'intervento di Nencini fino a che in serata ha confezionato un dispaccio con una sintesi approssimativa, e dunque pessima, dell'intervento di Nencini. In compenso, alle 15.18, dopo quasi un'ora dall'intervento del leader del PSI, ha collocato in rete un comunicato in cui si raccontava la fondamentale notizia della presenza di Pierluigi Castagnetti in Piazza del popolo (sic!). Ci piacerebbe sapere che cosa stesse o stessero facendo il o i redattori dell'ANSA mentre Nencini parlava.
Infine non poteva mancare a questo antro degli orrori anche lastampa.it che, nella home page, ha pubblicato, a manifestazione terminata, una foto galleria nella quale compaiono tutti i leader del centrosinistra tranne, indovinate un pò chi? Ma Riccardo Nencini, ça va sans dir!.
Noi non vogliamo recitare il ruolo dei piagnoni. Non è nelle nostre corde. Ma, come si usa dire: "il troppo stroppia". Siamo sgomenti, disgustati e stufi di dovere subire continuamente censure e discriminazioni, tanto gravi quanto immotivate, da una elite autoreferenziale, prona ai potenti di turno, che decide, con un livello di professionalità quantomeno discutibile, che cosa e come si può definire "informazione corretta". Se fossimo in un paese normale (e purtroppo, se qualche anima candida ancora non lo avesse capito, non lo siamo), questa gente dovrebbe provare vergogna. E pagare dazio. 

sabato 13 marzo 2010

13 MARZO. NENCINI: NAPOLITANO GARANTE DELL'UNITA' DEL PAESE E DELLA COSTITUZIONE

13 MARZO. NENCINI: 
NAPOLITANO GARANTE DELL'UNITA' DEL PAESE 
E DELLA COSTITUZIONE

13/03/2010 - “Un bel colpo d’occhio questa piazza, certo meglio di quella del predellino a Milano. Non è vero che la giustizia non funziona. Fate un bellissimo applauso al ministro Alfano che con grande rapidità ha già mandato gli ispettori a Trani”.
Così il saluto del segretario del Psi, Riccardo Nencini, il primo a parlare alla folla di Piazza del Popolo a Roma per la manifestazione del centrosinistra in difesa della democrazia, per la legalità, il lavoro e i diritti. Poi ha continuato citando Dante, perché anche l’Italia di oggi “è un paese diviso, senza una missione, senza una bandiera” e per questo il centrosinistra deve “rinnovare la politica, impegnarsi a offrire una proposta agli italiani, indicare la strada per un nuovo inizio. Per questo dobbiamo essere uniti e non commettere l’errore che nel passato ci ha portato alla sconfitta, quello di lavorare ognuno perr sé”. Molto applaudito quando ha sottolineato l’importanza dell’unità politica del centrosinistra, meno e con qualche fischio quando ha ricordato, con un chiaro riferimento alle recenti polemiche dell’Italia dei Valori, che “il presidente della Repubblica non deve essere messo in discussione perché è il garante dell’unità del paese e della Costituzione. Non possiamo tirarlo da una parte e dall’altra a seconda del momento, non possiamo farlo diventare come un Re Travicello”. Il segretario del Psi ha poi indicato alcuni punti chiave di quello che dovrebbe essere il programma di tutto il centrosinistra per “un’Italia laica, libera, fondata sul rispetto dei diritti e dei doveri, su una buona scuola pubblica. Su un nuovo patto tra merito e bisogno. Sulla tutela dei quattro milioni di lavoratori che oggi non ne hanno alcuna. La sinistra non deve vergognarsi – ha detto – di volere la meritocrazia, di fondare lo sviluppo sul merito”. Quanto alla libertà, il tema della manifestazione, “è come una palestra, come diceva Mario Luzi, dove bisogna andarci ogni giorno ad allenarla, altrimenti perisce” e ha concluso con le parole della canzone di Vasco Rossi, dedicata a Sally che “ha già visto cosa ti può crollare addosso, un pensiero le passa per la testa, forse la vita non è stata tutta persa”.
Con Riccardo Nencini in piazza a rappresentare il PSI erano presenti, Marco Di Lello, Gerardo Labellarte e Angelo Sollazzo della segreteria nazionale, Bobo Craxi, capolista del PSI a Roma e a Latina, Luigi Iorio, segretario nazionale della FGS insieme a molte compagne e compagni che hanno presidiato il gazebo del PSI.

La sinistra…oltre le regionali

La sinistra…oltre le regionali

di Giuseppe Giudice

Al di là delle firme e delle irregolarità formali (che comunque testimoniano uno stato non positivo dell’armata berlusconiana) queste elezioni non sembrano promettere grandi svolte.

Uno degli errori che si fanno quando ci si accinge a portare avanti un progetto di ricostruzione della sinistra è l’impazienza: il pensare che una scadenza possa rappresentare un momento salvifico. Era l’impazienza di chi gridava “partito subito” in SEL (come se la formazione di un soggetto politico non abbia bisogno dei suoi tempi che non possono essere né istantanei né biblici); può essere la illusione eccessiva sulla portata reale di queste elezioni; un pezzo della sinistra è facile preda delle sindromi emotive (un certo inspiegato entusiasmo per l’Arcobaleno si riversò in crisi depressiva dopo le elezioni).
Il fatto è che il processo di ricostruzione della sinistra è necessariamente lungo e graduale ed ha bisogno di tappe intermedie. Il disastro è profondo e strutturale. Nessun atto di volontarismo emotivo ci può salvare.
La stessa nascita di SEL (quale partito vero e proprio, con il congresso costituente) è solo la prima tappa di un processo più vasto, più lungo e più complesso.
La leadership di Vendola è un buon punto di partenza. Anzi è una benedizione che in tempi di deriva mediatica della politica vi sia un leader carismatico in grado di comunicare pensieri forti. Ma essa va naturalmente riempita di contenuti. La sua rielezione (i sondaggi sono significativamente positivi) è certo un elemento propulsivo che va oltre le vicende pugliesi.
Ma il quadro generale in cui ci troviamo è preoccupante per la gravissima crisi che attraversa il paese. Una crisi sociale ed economica profonda, mediaticamente oscurata (ma non solo dalla destra – che del resto tutto l’interesse a farlo- ma anche da una opposizione che preferisce concentrarsi sulle “Escort” o sulle pur gravi vicende giudiziarie ma trascura colpevolmente i temi sociali) si intreccia con la sostanziale implosione del sistema politico e con una regressione culturale e morale gravissima che attraversa il paese e che la crisi della politica alimenta di fatto.
Insomma abbiamo la simmetrica crisi dei due soggetti politici su cui si doveva reggere un bipolarismo artificiale: PDL e PD. Il primo perché non riesce a dare risposte al suo tema di fondo; che fare dopo Berlusconi. Il secondo perché (come il primo ) non è un partito ma un aggregato di notabili, capobastone, in una logica di feudalizzazione radicale dell’organizzazione politica.
Volendo fare dei riferimenti alla storia passata, il PDL somiglia agli antichi imperi orientali (Persia, Egitto) dove c’ era un monarca assoluto che si identificava pienamente con lo Stato (monarca che comunque viene insidiato da pretendenti), il PD alla crisi del Sacro Romano Impero dove l’imperatore (il segretario in questo caso) non contava un ….. e tutto era devoluto agli accordi interni ai principi ed ai feudatari.
Lo stato delle cose è questo, la sfiducia verso la politica è in costante aumento (se poi la gente va a votare comunque è perché spera di ottenere un magro posticino, foss’anche precario, dal gonzo di turno). Ma ciò che è aggrava ulteriormente il quadro è la profonda crisi strutturale dell’economia internazionale che assume sempre più i contorni di una crisi di sistema irreversibile del capitalismo, almeno nelle forme in cui si è espresso negli ultimi trent’anni.
Il sommarsi e l’intrecciarsi di tali criticità precipita l’Italia in una condizione della cui drammaticità di cui pochi si rendono veramente conto.
In Europa ed in Italia c’è bisogno di una sinistra che sappia esprimere un progetto di nuovo socialismo. Di fronte alla grave crisi sistemica del capitalismo occorre una sinistra non indeterminata ma in grado di esprimere un progetto organico di società alternativo rispetto a quello che è andato in pezzi: un progetto socialista.
La rifondazione a sinistra del socialismo democratico ( derivante dalla presa di coscienza contestuale del fallimento del comunismo e della crisi di quella socialdemocrazia che si è resa subalterna al capitalismo liberista) è vitale per il contesto europeo. Lo spostamento a sinistra di grossa parte del PSE e la stessa tendenza all’avvicinamento, se non alla riunificazione, tra SPD e Linke in Germania, vanno in tale direzione.
In Europa la sinistra socialista non sta certo in salute, ma esiste ed ha buone possibilità di riprendersi modificando le proprie coordinate.
In Italia con la nascita del PD l’apparato dirigente post-comunista ha compiuto l’ultimo atto della distruzione della sinistra (che non è solo politico ma anche culturale).
Il grosso problema che abbiamo è quindi quello dei tempi. La crisi in atto richiederebbe una sinistra per il socialismo subito. Lo stato delle cose non lo permette.
Abbiamo già detto che il processo ricostruttivo ha bisogno di pazienza e determinazione.
Per chi si riconosce nella cultura più autentica del socialismo italiano non c’è altra strada che partecipare alla ricostruzione della sinistra (tramite l’unico percorso disponibile e praticabile: quello di SEL), ben oltre la parentesi delle regionali che ha determinato un quadro contraddittorio. Il PS nenciniano di fatto non esiste più. Un partito che si presenta (con il proprio simbolo) in meno della metà delle regioni, che in tre regioni importanti si presenta con SEL (Campania, Puglia e Veneto) ed in altre tre (Emilia, Toscana e Liguria) si nasconde dentro il PD, non ha alcuna ragione di esistere.
Il movimento della Lega dei Socialisti per la Sinistra, in questa fase gioca un ruolo essenziale: essere punto di riferimento per tutti quei socialisti che credono in una rifondazione a sinistra del socialismo europeo, che considerano il PD un partito estraneo ai valori del socialismo e della sinistra, che intendono dar vita ad un nuovo soggetto politico della sinistra.
Il quadro contraddittorio di queste stramaledette regionali ha portato compagni, nelle varie regioni, a candidarsi con SEL ed in altre con la lista PSI. Non è affatto indice di opportunismo perché tutti pensano che dopo le elezioni si dovrà portare a compimento il processo costituente di SEL per una nuova sinistra. In quei limitati casi di presenza nelle liste PSI si è voluto rimarcare l’impegno di portare fino in fondo la battaglia per la sconfitta del nencinismo, parallelamente alla costruzione di SEL. A mio avviso il nencinismo è già stato sconfitto: di fatto il PS non esiste più ed è un bene per il socialismo.


Peppe Giudice

martedì 2 marzo 2010

La Sinistra del Fare, la Sinistra della ... Trasparenza !

La Sinistra del Fare, la Sinistra della ... Trasparenza !
  
di Manfredi Mangano

La Sinistra della ... Trasparenza ! Per l'anagrafe pubblica degli eletti e dei dirigenti.

Il nostro paese ciclicamente va incontro a scandali di portata più o meno epocale. Nella Prima Repubblica, passarono largamente sotto silenzio, ad eccezione dello scandalo P2 e del caso Antelope Cobbler, che fece dimettere il Presidente Leone. Uno scandalo di corruzione partito dal malaffare milanese travolse proprio la Prima Repubblica, e la Seconda è stata dominata dalle grane giudiziarie del nostro Presidente del Consiglio.
Ma ci sono "magagne" quasi legali, e perfettamente visibili, con un pò di impegno a tutti noi: si tratta della gestione clientelare e lottizzatoria della cosa pubblica, in particolare della pubblica amministrazione. Senza fare facile retorica antipolitica, che va tanto di moda in questi tempi sul refrain " Sono tutti ladri!", mi permetto dunque di avanzare alcune proposte, mutuate in parte dall'iniziativa dei compagni Radicali, in parte da quella dell'ex senatore e ministro Cesare Salvi.

Mi impegno perciò a lottare per :
1 - L'istituzione dell'Anagrafe Pubblica regionale degli eletti e dei dirigenti: un database online, consultabile liberamente da ogni cittadino, in cui siano riportati il curriculum vitae, la carriera politica, la fedina penale, la dichiarazione dei redditi di ogni amministratore o rappresentante elettivo della nostra regione, e di ogni dirigente nominato "politicamente". 
2 - L'agganciamento degli stipendi di consiglieri e assessori, già virtuosi rispetto ad altre Regioni, al livello attualmente più basso, quello di Toscana e Umbria. 
3 - Il divieto di cumulo di cariche elettive e incarichi dirigenziali in società controllate dagli enti locali, o di più incarichi dirigenziali, per assicurare serietà e prevenire una spartizione clientelare degli stessi.
4 - Una priorità, in sede di bilancio, ai risparmi sull'assunzione di consulenti e assistenti rispetto al taglio di altre spese, come delineato nel ddl proposto dai Senatori Salvi e Villone nella legislatura 2006-2008

Una politica migliore, più trasparente e "accountable" ai cittadini, non passa per la distruzione della politica, ma per la sua buona qualità.

Che ne pensate ?

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