domenica 4 ottobre 2009

AGORAFOBIA - di Emanuele Pecheux

AGORAFOBIA
di Emanuele Pecheux

04/10/2009 - Sabato 3 ottobre, in occasione della manifestazione romana a difesa della libertà d'informazione, sono state registrate crisi acute di Agorafobìa che hanno provocato non poche defezioni. Non è ancora certa l'eziologia di tale fenomeno e comunque una sia pur sommaria decrizione degli "inoculatori iniziali" del virus compare nell'analisi di Stephan Faris pubblicata da Time lo scorso 7 settembre che solo i Socialisti hanno cercato di diffondere. Tra gli agenti patogeni del virus vi è la diffusa e perdurante ipocrita pretesa del giornale propugnatore dell'evento, nonchè, tra le altre, della testata televisiva Tg3, di ergersi a paladini della libertà d'informazione, essendo attuatori abituali dei medesimi sistemi manipolatori e censori adottati dal gruppo editoriale egemone ovvero l'impero mediatico del Cumenda di Arcore. La pervicacia con la quale il giornale-partito del duo Scalfari-De Benedetti da anni impasta le notizie allo scopo di deformarle e/o ometterle è ben nota. Altrettanto noto è il conformismo omissivo dei Tg della Tv di stato al punto che è arduo apprezzare differenze di metodo tra il TG1 del retroscenista pentito Augusto Minzolini e il Tg3 del fresco dimissionato Antonio Di Bella che non ha mancato di darne dimostrazione, confezionando un servizio sull'evento di Piazza del Popolo semplicemente indecente, tale, c'è da supporlo, da suscitare il compiacimento persino di Emilio Fede, grottesco caposcuola dell'informazione manipolata. Nell' abituale e retorica omelia domenicale, dalle colonne del suo giornale-partito, l'ex direttore di "Roma fascista" evoca il motto "Non mollare" attribuendolo a Ernesto Rossi. E' appena il caso di ricordar(gli) che l'ideatore del motto, che divenne poi una testata antifascista clandestina animata del fratello Carlo, si chiamava "Nello Rosselli". Entrambi, vedi caso, erano Socialisti, ed entrambi, pochi anni dopo furono ammazzati dai fascisti. Ma, more solito, per Scalfari questi sono "dettagli da omettere". Perdurando questo stato di cose c'è da credere che, per molti, l'agorafobìa diventerà cronica.

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