domenica 1 novembre 2009

Ai cavalli e alle torri preferisco gli alfieri..e anche tanti pedoni.


E’ uscita un'intervista a Riccardo Nencini, sulla quale mi soffermo a riflettere per alcuni passaggi che reputo significativi.


di Carolux Felix*

01/11/2009 - “Considero sbagliato pensare di costruire un partito senza che vi sia alla base un progetto condiviso, pretendendo di indicare una leadership con il sistema dell'applausometro e non attraverso gli strumenti democratici che devono maturare tra gli iscritti mediante un congresso regolarmente convocato”
Credo che il “progetto condiviso” si possa creare a partire innanzitutto da coloro che lo condividono e che quindi, vogliono elaborarlo insieme. Le adesioni sono uno strumento democratico per farlo, non è opportuno asserire che “se le porterà via il vento” In quanto al congresso credo che Nencini si possa o si debba riferire principalmente a quello del PSI, rimandato a dopo le elezioni regionali, nonostante molti ne chiedessero all’interno del suo partito la convocazione anticipata. Gli aderenti a Sinistra e Libertà hanno dunque tutto il diritto, a prescindere dal congresso del PSI, di discutere e di prefigurare una linea di azione, per la creazione di un nuovo soggetto politico. “Nichi Vendola propone alleanze con l'UDC e contemporaneamente "cartelli elettorali" con il PRC. Due strade incompatibili: per esplicita ammissione di Casini e Bersani e, inoltre, inaccettabili per i socialisti e per altri fondatori di SeL.” Questo non mi pare corretto: Vendola infatti ha solo dialogato con Bersani affermando che si può essere autonomi dal PD ma confrontandosi e cercando con esso delle convergenze su valori e programmi. Per il resto ha solo detto di non esprimere alcuna pregiudiziale, in alcuna direzione, e tanto meno mi pare abbia configurato la necessità di “cartelli elettorali”. L’unico “cartello elettorale”, per ora, infatti, resta Sinistra e Libertà, e proprio per questo lo si vorrebbe superare, dandole una fisionomia più credibile ed unitaria, già in vista delle elezioni regionali. Ai salti dei cavalli o delle quaglie nelle cosiddette “geometrie variabili” o alla volontà della torre di andare diritti solo per la propria strada autoreferenziale ed identitaria, preferisco la mossa dell’alfiere: porta avanti la sua bandiera accanto al Re e alla Regina, la bandiera di valori condivisi che attraversano la scacchiera in senso trasversale. “L' assemblea di dicembre deve proporre agli italiani un manifesto dei valori e dei fini di SeL, a cominciare dalle campagne pubbliche, votate delle compagne e dai compagni la scorsa estate, che devono diventare le priorità da perseguire e con le quali presentarci agli italiani. Per le prossime elezioni regionali servono le primarie di coalizione. Noi sosterremo i nostri vertici dei governi uscenti. I socialisti propongono 3 scadenze da inserire subito nell'agenda di SeL. La prima: promuovere in tutta Italia il prossimo 9 novembre un'iniziativa per celebrare il ventennale della caduta del Muro di Berlino. La seconda: mettere in calendario una serie di iniziative in omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia, compiendo un giro che, muovendo dal nostro Mezzogiorno, tocchi rispettivamente i luoghi nei quali esistono forti bisogni e i luoghi dell'eccellenza italiana in vari settori della nostra società. La terza: La partecipazione di una delegazione ufficiale di SeL al prossimo congresso del Partito del Socialismo europeo che si terrà Praga i prossimi 7 e 8 dicembre.” Che l’assemblea di dicembre stabilisca una serie di valori su cui orientarsi mi pare opportuno e necessario, ma credo anche che, grazie ad essa, si debba arrivare anche ad una struttura più unitaria e soprattutto a voler presentare, coerentemente, liste di Sinistra e Libertà in tutte le regioni con lo stesso simbolo, nessuna esclusa. Per le primarie di coalizione sono d’accordo, si faccia scegliere agli aderenti e ai sostenitori chi può e deve rappresentarli. In merito alle tre scandenze, credo che la terza abbia valore più significativo, mentre le altre possono anche essere condivise con altre forze politiche, poiché non riguardano strettamente solo Sinistra e Libertà. “E' necessario costituire un gabinetto politico all'interno del coordinamento nazionale, quello eletto a Bagnoli o in uno rinnovato, che governi SeL fino alle elezioni regionali affidando la preparazione di liste elettorali competitive ai Coordinamenti regionali. All'indomani del voto i partiti e i movimenti decideranno le forme per partecipare al congresso fondativo di SeL poichè è quella l'unica sede legittimata a votare leader e strategie per il futuro.” Allora cerchiamo di capire, all’inizio si è dichiarato testualmente che un partito e una strategia si devono costruire attraverso “strumenti democratici che devono maturare tra gli iscritti” e adesso invece si afferma, alla fine, che ci vuole un “gabinetto politico” che si occupi delle liste elettorali competitive. Ma di che tipo di democrazia stiamo parlando? Di quella che, con opportune primarie, seleziona i candidati tra gli aderenti e li propone in base a quanto possano condividere i valori e le prospettive di coloro che li ritengono loro rappresentanti, o di quella controfigura grottesca di democrazia che fa piovere i candidati solo dai gabinetti, quasi fossero lo “sciacquone” delle segreterie di partito? Suvvia, suvvia.. “Se, al contrario prevalesse la strada delle contrapposizioni politiche e del voto a maggioranza, al posto della coralità delle decisioni, SeL cambierebbe la sua natura. E i socialisti non farebbero come Rutelli che ha aspettato 2 anni per rompere gli indugi.” Ma la democrazia non è fatta proprio di confronto dialettico e di voti e di maggioranze, che si affermano e possono essere ribaltate proprio da chi riesce a persuadere di più? Non è questa la via che porta e scegliere ciò che è maggiormente condiviso, e dunque la bandiera dell’alfiere? Sono i tanti pedoni che arrivano in fondo alla scacchiera, anche a costo di sacrificarsi reciprocamente a determinare l'esito della partita, per essere pezzi vincenti: "regine, torri, cavalli o alfieri" Senza questa opportunità il gioco è viziato in partenza. E la conclusione poi..suvvia! Stiamo a minacciare cosa? E poi a nome di quali socialisti? Quelli che possono discutere e confrontarsi solo al telefono, e non in un loro libero congresso? O che se non si “adattano”, vengono espulsi? Evitiamo per favore i diktat, evitiamo i “muri” di cartone, specialmente se siamo invitati a celebrare la caduta di quelli condominali di 20 anni fa. Sugli auguri a D’Alema, infine, non si può che essere d’accordo, anche se tanti “socialisti identitari” continuano imperterriti ad assimilarlo ai “carnefici” del bel Bettino che fu. Stiamo “facendo il bambino” dice Bersani, e aggiungo solo: “con la speranza che cresca in fretta e non debba restare tale in eterno con i suoi piagnistei ed infantilismi politici” Naturalmente questa non è solo una speranza socialista ma da “alfiere trasversale”

Fraterni saluti

*Socialismo e Sinistra - Sinistra e Liberta'

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