domenica 8 novembre 2009

OSTALGHIA

OSTALGHIA
di Emanuele Pecheux

08/11/2009 - Confesso di essere l'ideatore del concept del manifesto a ricordo del ventennale del muro di Berlino. Per qualcuno, che aderisce a Sinistra e Libertà(!!), mi sono macchiato di una colpa grave sino al punto di dovermene vergognare(sic). E' sufficiente, per chi ne avesse tempo e voglia, leggere la maggior parte dei 131 commenti che, almeno fino ad oggi, appaiono sul blog del sito di SeL. Con maggior garbo, anche se con la surreale pretesa di chi vuole spiegare che Gesù Cristo è morto di freddo, sul quotidiano "Gli altri" dell' 8 novembre, Alfonso Gianni, autorevole e storico esponente della sinistra radicale (se oggi egli sia ex o postcomunista o nessuna delle due cose, non è dato sapere ma fa poca differenza; se vuole ce lo spiegherà lui), in un dotto articolo, vergato a ricordo della caduta del muro, sostiene che la frase "prima o poi ogni muro cade" contiene due errori dei quali dà conto di seguito, cimentandosi in argomentazioni delle quali (per colpa mia, ovviamente, poichè sono un ottuso Socialista) ho capito ben poco. Offro a lui e a coloro che si sono stracciate le vesti, una spiegazione sintetica e certamente molto meno dotta e argomentata per le loro abitudini, al punto che, immagino, non sarà per loro sufficiente perchè, more solito, "il problema è un altro": la frase in questione è la traduzione di uno degli innumerevoli graffiti in lingua tedesca scritti, nel corso di 28 anni,lungo i 106 km del muro sul lato di Berlino Ovest, da anonimi writers, verosimilmente, direbbe qualcuno, al soldo dell'imperialismo. Sono certo che una simile frase, non sarebbe stato possibile non dico scriverla ma neppure pensarla dall'altra parte del muro. Sul benessere materiale e spirituale dei tedeschi dell'Est, infatti, come era ed è ben noto a tutti, vegliavano, vigili e benevoli, la SED e la STASI. Do appuntamento a Gianni, se vorrà, a novembre del prossimo anno: mi aspetto da lui non certo un'altra analisi come quella che ha propinato dalle colonne del giornale di Piero Sansonetti, anche perchè, lo ripeto, sono un ottuso Socialista. Mi aspetto da lui e da quanti condividono i suoi argomenti una proposta di manifesto sul 21° anniversario della caduta del muro, corredata di grafica e contenuti. Ci si potrà rendere conto se per caso egli non sia, come a me viene da dubitare oggi, un portatore sano di Ostalghia, una patologia che un anonimo e salace politoligo undergrund romano ha felicemente definito "sindrome da capoccia zincata". Se ciò avverrà, altra cosa di cui dubito, sarò ben lieto di ammettere di essermi sbagliato.

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