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Macerata, 19 novembre 2009
Libera Macerata, Niente regali alle mafie: i beni confiscati sono “cosa nostra”
L’associazione maceratese in campo per bloccare la vendita di 13 beni confiscati
“Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente. Oggi quell'impegno rischia di essere tradito. Sono 10 gli immobili confiscati e 3 aziende nel nostro territorio marchigiano. E lo Stato fa cassa con la vendita di questi beni. L’utilizzo a fini sociali di tali patrimoni ha un valore rilevante e insostituibile: in primo luogo di riaffermazione dell’autorità dello Stato, che restituisce alle comunità locali i beni illecitamente sottratti dalle organizzazioni criminali. In secondo luogo di promozione di iniziative sociali (educative, culturali, di lotta all’emarginazione, di sostegno alla legalità, eccetera) volte a ricostruire parte di quel tessuto sociale depauperato dalla criminalità.Si rafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che Ma giù le mani da quei 13 beni confiscati nel nostro territorio che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti “cosa nostra” stabilisce la confisca di beni ai corrotti.
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