venerdì 31 gennaio 2014
lunedì 27 gennaio 2014
Le tre mosse di Renzi ereditate da Togliatti e De Gasperi
di Carlo Patrignani
L’anomalia patologica, iscritta nella ‘repubblica parlamentare’, nel
sistema parlamentare dei due fratelli siamesi, Camera e Senato, per
consentire l’occupazione dello Stato e dei suoi apparati ereditati dal
‘Ventennio fascista’, al sistema dei partiti, la partitocrazia, cui non
si e’ voluto e non si vuole porre rimedio, sta in un sistema bloccato
che ha impedito, e impedisce, l’alternanza al governo tra partiti
diversi, come avviene nella maggior parte dei paesi europei. Questa
anomalia patologica fu il frutto amaro dell’accordo tripartitico del ’47
tra la Dc di Alcide De Gasperi, il Pci di Palmiro Togliatti e il Psi di
Pietro Nenni che,
per il complesso del ‘tiranno alle porte’, rifiutarono ‘la repubblica
presidenziale’ del Partito d’Azione, che, basata sul modello
anglosassone, aveva il merito di mettere nelle mani del popolo la scelta
di un governo gia’ sostanzialmente precostituito, epurato dal
malcostume della dittatura irresponsabile e dalle fiacche consuetudini
del decrepito parlamentarismo fascista. E, con una facciata adorna di
solenni quanto simboliche dichiarazioni di diritti, aprirono le porte al
‘tiranno democratico’ che, tolta la camicia nera e riposto l’olio di
ricino, ha dominato incontrastato per piu’ di trent’anni: la Dc che, di
volta in volta, si e’ servita ai due ‘forni’ disponibili: destra e
sinistra. Ed oggi con il declamato ‘innovatore’ di turno, Matteo Renzi,
quest’anomalia patologica si rifa’ bellamente il trucco, l’Italicum,
portando con se tutta l’eredita’ del ‘Ventennio berlusconiano’, frutto
amaro della inerzia e della avversione della sinistra di rinnovarsi nel
socialismo europeo, davanti al fallimento delle due ideologie dominanti:
il comunismo storico, nel mito dell’Urss e la religione cattolica, nel
mito della Dc. Come un tempo lontano Palmiro Togliatti e Alcide Gasperi,
oggi Matteo Renzi e Silvio Berlusconi cambiano ‘verso’ alla storia di
un Paese che, smarriti i valori fondamentali del socialismo delle
origini: liberta’, uguaglianza, laicita’, giustizia sociale, scivola
sempre più nelle maglie della ‘dittatura’ dei mercati finanziari e del
potere temporale. Un tempo, si sognava a occhi aperti il ‘vento del
Nord’, la fine del Ventennio fascista, l’epurazione del vecchio nella
costruzione del nuovo Stato repubblicano, la partecipazione ampia e
diretta del popolo tramite partiti e sindacati alla vita politica, la
separazione tra Stato e Chiesa. Ma Togliatti e De Gasperi, in tre mosse
cambiarono ‘verso’ al sogno del ‘vento del Nord’: 1) lasciarono, con il
decreto di amnistia del ’46, il vecchio – magistrati e burocrati,
esercito e gerarchi, intellettuali e collaborazionisti, giornalisti e
delatori – nel nuovo Stato repubblicano; 2) inserirono nella Carta
Costituzionale i Patti Lateranensi stipulati da Mussolini e Pio XI, con
cui Chiesa e Regime si erano legittimati reciprocamente; 3) costruirono
“la repubblica parlamentare”, con il consenso del Partito Socialista
Italiano, con cui si divisero, per ‘consociativismo’, il Potere: il
Governo non dipendeva dal Parlamento, ma dalle segreterie dei partiti
sbarrando la strada ad ogni sistema dell’alternanza tra partiti diversi.
Lo stesso sta facendo Renzi: 1) ha lasciato, con il decreto della
‘profonda sintonia’, il vecchio, quanto prodotto dal Ventennio di Silvio
Berlusconi, recuperandolo dai servizi sociali a una nuova Costituente,
nel transito verso un regime ancora piu’ stringente; 2) ha dato ‘il via
libera’ alla campagna anti-abortista dI Papa Francesco, in ‘profonda
sintonia’ con il conservatore e cattolico, Mariano Rajoy, con il voto di
sette eurodeputati del Pd al Parlamento europeo contro la risoluzione
di Edite Estrela per l’aborto diritto umano delle donne da garantire
‘sicuro e legale’ in ogni Paese dell’Ue e con l’avvio della costruzione
dei ‘cimiteri per feti’; 3) ha escogitato un sistema elettorale,
l’Italicum, che, in rotta di collisione con le disposizioni della Corte
Costituzionale, assegna un premio di maggioranza del 18% a chi arriva al
35% dei voti, portandolo al 53% su liste bloccate e senza preferenze:
in piu’ una soglia dell’8% per non essere ricattati dai piccoli partiti.
Dunque, un sistema confezionato su misura per i due maggiori partiti:
Pd e Forza Italia! Unica nota stonata: un tempo ad essere emarginato fu
il ‘fastidioso’ Partito d’Azione, oggi non c’e’, nessun partito che
valga, neppur lontanamente, quel Pd’A. E allora non resta che mettersi
al lavoro e ricostruire quanto c’e’ da ricostruire da parte di quanti
non accettano il ‘moriremo democristiani’, titolo dell’ultima fatica
letteraria del catto-comunista Giuseppe Vacca, ma che, per dirla con
Antonio Gramsci, sono convinti che “anche quando tutto sembra perduto
bisogna mettersi tranquillamente all’opera ricominciando dall’inizio”,
ossia dal socialismo delle origini.
domenica 19 gennaio 2014
martedì 14 gennaio 2014
PSI MARCHE - Verbale riunione della Commissione Regionale di Garanzia con il Segretario Regionale
La
Commissione Regionale di Garanzia composta da Paolo Caporelli,
Lorenzo Catraro, Giuseppe Iacopini, Riccardo Morelli, ha eletto il proprio presidente nella persona del Compagno Lorenzo Catraro, di concerto
con Il Segretario Regionale Luciano Vita, come prescritto dalla
circolare esplicativa per la celebrazione dei congressi, preso
atto che il Responsabile nazionale organizzazione INCARNATO, in
risposta al quesito sollevato da Luciano Vita su sollecitazione delle
Federazioni di Ancona e Pesaro, ha comunicato che i congressi
Provinciali devono tenersi necessariamente prima del Congresso
Regionale,
ha
stabilito quanto segue:
Il
Congresso Regionale PSI MARCHE si terrà
SABATO
15 FEBBRAIO 2014 dalle ore 10.00
presso
il Conero Break, via Albertini n. 6 -
60131 Ancona
alla presenza del Tesoriere Nazionale del Partito :
ON. Compagno ORESTE PASTORELLI
alla presenza del Tesoriere Nazionale del Partito :
ON. Compagno ORESTE PASTORELLI
Nell'ordine
del giorno, che sarà predisposto successivamente, dovranno essere
specificati:
- il luogo,
- l'ora di inizio dei lavori,
- l'elezione del presidente,
- l'elezione della commissione verifica poteri,
- la relazione del segretario,
- i saluti degli altri partiti,
- il tempo necessario per gli interventi, prevedendo l'orario per la votazione degli organismi.
Al
fine di comporre la platea congressuale di 40 delegati, la
Commissione Regionale di Garanzia integra i 20 delegati nazionali con
un numero di ulteriori 20 delegati, ripartiti
in misura proporzionale ai risultati conseguiti dalle diverse mozioni
che si sono confrontate nei Congressi Provinciali; l'indicazione dei
nominativi sarà fornita alla Commissione Regionale di Garanzia dai responsabili delle mozioni in campo, in accordo con le
federazioni provinciali.
Le
candidature alla carica di Segretario Regionale, con il documento
politico e programmatico collegato a ciascuna di esse e qualsiasi altra comunicazione, dovranno
pervenire entro le ore 12.00 del giorno 31/01/2014 all'indirizzo
email della Commissione Regionale di Garanzia e del Terzo Congresso PSI Marche:
info@socialistimarche.org
Il
Segretario Regionale viene eletto direttamente dal congresso a
scrutinio palese, con le stesse modalità con le quali è stato
eletto il segretario nazionale al congresso di Venezia:
votazione
del documento collegato alla candidatura per la Segreteria Regionale.
La
Commissione Congressuale Regionale:
–
ha stabilito di predisporre un
modello uniforme di verbale congressuale che sarà inviato a tutte le
federazioni;
- ha chiarito anche che i Congressi Sezionali, la cui celebrazione è autorizzata e non già obbligatoria ai sensi della circolare esplicativa citata, potranno essere tenuti dopo il Congresso Regionale nelle sezioni che hanno un numero di iscritti pari o superiore a 20;
- ha stabilito che ciascun iscritto dovrà trasmettere alla Segreteria Regionale, quale responsabile pro tempore del tesseramento, copia della ricevuta di versamento della quota associativa pagata per l'anno in corso;
- ha approvato la proposta secondo la quale l'iscritto che, alla data di scadenza del tesseramento in corso, non abbia rinnovato l'adesione, decade immediatamente da tutte le cariche di partito.
I
Congressi Provinciali, di concerto con i rispettivi referenti,
saranno celebrati nelle seguenti date:
ASCOLI
PICENO – 02/02/2014 ad Ascoli Piceno
FERMO
– da definire
MACERATA
– 14/02/2014 a Civitanova Marche alla presenza del segretario nazionale Riccardo
Nencini
ANCONA
– 09/02/2014 a ???
PESARO
– da definire
Su
convocazione dei rispettivi Segretari Provinciali, sentite le
Commissioni Provinciali di Garanzia.
[ In vista delle elezioni amministrative di primavera nelle città di Fano e Ascoli Piceno, la Segreteria propone di organizzare eventi e manifestazioni in quelle realtà.]
La Commissione Regionale di Garanzia
Il Presidente
Dott. Ing. LORENZO CATRARO
Giuseppe Saragat ed il Socialismo Vivo....
di Giuseppe Giudice
A casa mia il nome di Saragat era quasi impronunciabile. Mio nonno
materno (che era il segretario amministrativo della Fed Psi di Potenza a
cavallo degli anni 50 e 60) preferiva che fosse eletto Fanfani
piuttosto che Saragat alla presidenza della Repubblica nel 1964. Sono
ricordi lontanissimi, avevo 8 anni, eppure vivi. Questo per dire come
nei vecchi socialisti del PSI era considerato il capo della
socialdemocrazia italiana. Poi ho letto una serie di saggi e di
interventi del presidente Saragat tra il 1927 ed il 1947, che mi hanno
fatto rendere conto di come Saragat abbia quasi sempre avuto ragione. E
lo dice un socialista di formazione lombardiana. Peppino Saragat è stato
, dopo Mondolfo, ed insieme a Basso, il più grande interprete del
pensiero di Marx nel socialismo italiano. Amico ed allievo del leader
del socialismo austriaco e dell'austromarxismo, Otto Bauer (che
apprezzava molto al sua elaborazione teorica) tentò con successo di dare
al pensiero di Marx quella connotazione umanistica, democratica e
libertaria contrapposta ed alternativa a quella giacobina ed autoritaria
del leninismo e delle sue varie derivazioni. E lo fece con una attenta e
minuziosa lettura dei testi. Saragat , che visse diversi anni in
Austria, conosceva bene il tedesco e pare che abbia letto tutto il
Capitale nella lingua originaria. Certo un certo Togliatti pare che
abbia detto che Saragat aveva letto molti libri , ma con scarso
profitto. Ma evidentemente mi fido più del giudizio di un gigante del
socialismo democratico come Bauer che di un servo di Stalin come
Togliatti. Saragat sostenne il patto di Unità d'azione tra socialisti e
comunisti in virtù della difesa dal fascismo e dal nazismo trionfante.
Ma sempre difendendo le ragioni della autonomia socialista nella
sinistra. E nel 1939 , dopo la firma del patto Ribbentrop-Molotov , che
inizia ad avere seri dubbi forse influenzato dal giudizio del grande
teorico del marxismo democratico e socialista austro-tedesco Hilferding,
il quale vedeva nel patto Hitler-Stalin quella tendenza ad una
convergenza tra i fascismi ed il bolscevismo. Poi naturalmente l'attacco
tedesco all'URSS nel 1941 cambiò molte cose. Ma è indubbio che in
Saragat, come in altri socialisti che pure avevano sostenuto i fronti
popolari (vedi Leon Blum in FRancia) si accentua la critica profonda
verso il comunismo sovietico. Saragat nel 1947 aveva perfettamente
ragione a contrastare la idea folle di Nenni e Morandi di fare le liste
comuni con il PCI ed annullare la autonomia socialista. La sinistra non
vive senza autonomia socialista, ce lo dice la storia d'Italia e di
Francia. La unità tra partiti che rappresentano interessi sociali comuni
non può annullare o nascondere le differenze che vanno dialettizzate.
Ho però un rimprovero da fare a Peppino Saragat. Sbaglio gravemente a
fare la scissione. Se avesse fatto la battaglia nel partito la avrebbe
vinta perchè la sua posizione era molto più forte di quella di Nenni e
Morandi. E quella scissione fu una sciagura per la sinistra italiana
perchè diede al PCi il primato e ci costrinse ad un regime di democrazia
bloccata. Inoltre Saragat (che era partito da posizioni neutraliste)
entrò in un governo centrista assumendo posizioni esageratamente
filo-atlantiche. Nenni stesso disse (lo rivelò Tamburrano) che se
Saragat fosse rimasto nel partito gli avrebbe evitato di fare quegli
errori fatali. Paradossalmente chi continuò la battaglia autonomista nel
PSI furono quegli ex azionisti come Lombardi e Foa , che Saragat
rifiutò di prendere nel PSLI. Un vecchio compagno socialista di Potenza
mi rivelò (un fatto che mio nonno ha sempre rimosso) che mio nonno e suo
fratello che erano nel 1946 nel Partito D'Azione ebbero l'indicazione
da Lombardi (allora segretario del P-D'Az) di trattare con i
saragattiani. Poi la cosa sfumò a livello nazionale. In realtà Lombardi,
Foa e Saragat avevano del socialismo idee molto simili. E' l'assurdità
di una politica italiana tagliata dalla Guerra Fredda che li ha
mantenuti divisi. Ma oggi questo patrimonio ideale lo dobbiamo
recuperare riattualizzandolo, ovviamente. Visto anche il fallimento.
senza se e senza ma, del postcomunismo.
martedì 7 gennaio 2014
P A R T I T O
P A R T I T O
IL CONSIGLIO NAZIONALE E' CONVOCATO SABATO 11 GENNAIO 2014 ALLE ORE 11.00 c/o HOTEL EUROSTARS ROMA AETERNA,VIA CASILINA 125, ROMA.
CIRCOLARE ESPLICATIVA
PER I CONGRESSI ORGANIZZATIVI REGIONALI, PROVINCIALI E SEZIONALI DEL PSI
IL CONSIGLIO NAZIONALE E' CONVOCATO SABATO 11 GENNAIO 2014 ALLE ORE 11.00 c/o HOTEL EUROSTARS ROMA AETERNA,VIA CASILINA 125, ROMA.
CIRCOLARE ESPLICATIVA
PER I CONGRESSI ORGANIZZATIVI REGIONALI, PROVINCIALI E SEZIONALI DEL PSI
LA DERIVA - di Giuseppe Giudice
di Giuseppe Giudice
Renzi più che a Fonzie somiglia ad un Pieraccioni prestato alla
politica. Con più cattiveria. Ma è come se un personaggio dei film del
comico toscano diventasse segretario del maggior partito italiano (o
post-partito come qualcuno ha scritto). Talvolta la realtà supera la
fantasia, soprattutto nella Italia della II Repubblica. Ma , come ho
cercato di spiegare, il nuovo Pieraccioni è il frutto dela deriva
inevitabile di un partito senza identità Tentare di contestare il
Pieraccioni non mettendo in discussione le radici fondative del PD è
pura follia. Il limite dei Bersani, Epifani e Pittella è stato proprio
questo, pensare di costruire qualcosa che somigliasse alla
socialdemocrazia senza superare e mettere in discussione il PD e la sua
fondazione. Del resto mi si potrebbe fare una obiezione più che fondata :
ma come è possibile che dirigenti del PD possano mettere in discussione
le ragioni (molto malferme) su cui il PD si è fondato. Sarebbero in
palese contraddizione con se stessi. Per cui hanno solo tentato di dare
una "interpretazione estensiva" di quelle malferme ragioni fondative. Il
che ha solo fatto crescere la confusione. E comunque un partito senza
identità può reggersi solo su un precario equilibrio tra notabili e
capi-bastone o su una forte personalizzazione del soggetto speculare al
berlusconismo ed al grillismo. Quando l'equilibrio tra i feudatari
provoca un impasse e fa perdere voti si ricorre a Pieraccioni. E' questa
la logica conclusione della incapacità del postcomunismo di dare una
identità politica e culturale alla sinistra compatibile ed in linea con i
socialismo democratico. Anzi una grossa parte de PDS ha fondato
sull'antisocialismo o sull'a-socialismo la propria ragion d'essere.
Questo doveva servire a due scopi: il primo scaricare su Craxi ed il PSI
tutti i malanni della I Repubblica. Il secondo la pretesa contestualità
del superamento di socialdemocrazia e comunismo (una grossa cazzata)
era in linea con la deriva opportunistica del gruppo dirigente PDS che
ha accettato il mercatismo liberista per farsi legittimare dal
capitalismo finanziario globalizzato. Vedete: Tony Blair il thatcherismo
se lo è trovato. La sua grave colpa è di aver cercato un compromesso
con esso e di , aver tentato di modificare il meccanismo strutturale che
produceva squilibri e diseguaglianze. E aver tentato solo di attenuare
gli effetti di quel modello senza incidere sulle cause. Le varie III
vie sono un rinnegare i principi del socialismo democratico. E per
questo possono essere criticate solo da chi crede nel socialismo
democratico non certo dai neocomunisti colti da attacco di bile. In
Italia il mercatismo liberista è passato grazie ai postcomunisti ed ai
postdemocristiani demitiani organicamente legati al finanzcapitalismo
(vedi Prodi). Verso Craxi si sono fatte due tipi di critiche . Le prime
giuste, le altre profondamente errate e frutto di grosse mistifcazioni.
Le prime che sono soprattutto state fatte dagli stessi socialisti
critici come Ruffolo e Formica, si appuntano sul bonapartismo
autoritario con cui Craxi ha gestito il PSI. Che poi ha prodotto gravi
degenerazioni ed ha poi gravemente esposto il partito agli attacchi di
coloro che lo volevano vedere soccombere. Da Panebianco a Scalfari ad
Occhetto. L’altra critica è totalmente campata in aria ed è frutto
delle mistificazioni di chi basa la sua esistenza de distorcere le
posizioni altrui. Parlo ovviamente dei neuro e dei funeralcomunisti.
Craxi non era affatto un liberista, anzi era un antiliberista convinto.
Soprattutto per questo è stato fatto fuori Non certo per le sue colpe
vere. Il golpe postmoderno di Mani Pulite era intenzionato a rendere
impotente la politica rispetto allo strapotere del finanzcapitalismo.
Craxi si era opposto alla privatizzazione delle aziende aventi un valore
strategico ed ha difeso fino alla fine il ruolo della economia mista e
della programmazione. Esattamente come altri socialisti europei del
tempo come Mario Soares, Michel Rocard e lo stesso Lafontaine di allora.
Sono stati i postcomunisti , per essere legittimati, a rendersi
totalmente subalterni. Poi ci sono stati i massimalisti affabulatori,
alla Bertinotti, che si sono creati una rendita di posizione da ceto
politico, su una denunzia dei tradimenti altrui intrecciato con una
spiccata tendenza ad accordi sottobanco con gli stessi traditori. Non
avendo alcun progetto al di fuori delle chiacchiere e del distintivo.
Così si è suicidata la sinistra itaiana. Per chi ha una conoscenza non
mistificata della migliore socialdemocrazia europea , sa benussimo che i
punti forti di quel progetto sono la economia mista, la programmazione e
la democrazia economica (e non solo il Welfare). IL tanto citato
manifesto di BAd Godesberg parla esplicitamente di un ruolo della
impresa pubblica nei settori strategici , come primario strumento di
regolazione del mercato, una impresa pubblica non gestita in modo
burocratico ed autoritario (come nel sistema sovietico) ma tramite la
partecipazione democratica e la coperazione sociale responsabile di
lavoratori e cittadini. Cosi come nei settori dei beni pubblici (acqua
energia). Chi oggi parla di “beni comuni” ha scoperto l’acqua calda. E’
tutta roba che sta nella tradizione del socialismo democratico. Semmai
occorre costantemente ricordare al socialismo europeo di restare fedele
ai suoi presupposti. Questo è il vero compito di una sinistra seria. Non
quella di pretendere di immettere iniezioni di un neocomunismo che è
figlio di un insanabile fallimento storico. Il guaio vero è che in
Italia la demonizzazione del socialismo italiano (che ha prodotto i
Lombardi, i Giolitti ed i Ruffolo) ha privato la sinistra di un polo
dialettico in grado di contribuire al suo orientamento. Il problema vero
della sinistra italiana è la sua totale incapacità di recuperare il
socialismo democratico. La sua totale incapacità d una seria
elaborazione culturale (Fabrizio Barca ha ben messo in evidenza come
l’ultima vera elaborazione della sinistra fu quella del “nuovo corso
socialista” dal 1976 al 1982. Ma se in Italia si chiacchiera a vanvera
di progressismi senza sesso di sinistre digattivate, come si fa a
recuperare un minimo di serierà . Quando vedo i Cuperlo ed i Fassina che
si guardano bene dal solo pronunciare la parola socialismo, come posso
credere che costoro possano costruire una credibile alternativa a
Peraccioni ? Non ci prendiamo in giro. Per questo io credo che, pur tra
difficoltà enormi , vada ripreso il discorso di ricostruire una
soggettività politico-culturale socialista. Ci sono difficoltà enormi
perché questo (ma l’ho già detto) è un paese a cui sia Berlusconi che
Santoro hanno fatto il lavaggio del cervello, in cui c’è un preoccupante
e grave analfabetismo di ritorno (sia culturale che politico). Ma non
si può neanche accettare che le cose continuino ad andare vanti così.
Una soggettività socialista non può limitarsi a essere una sorta di
accademia postkeynesiana. Il postkeynesismo va benissimo se si inquadra
in un progetto di società, come magistralmente fa Giorgio Ruffolo
(nonostante i suoi 87 anni). Un progetto di società che è quello del
socialismo democratico del XXI secolo come i compagni del Gruppo di
Volpedo hanno indicato. Ho aderito al progetto della Rete Socialista
perché si muove in continuità con il Gruppo di Volpedo. Nel suo cercare
di costruire una soggettività politico-culturale socialista in grado di
interlcuire con pezzi dei malandati soggetti esistenti , Ma da posizioni
di autentica autonomia. Senza essere subalterni o caudatari delle non
esaltanti dinamiche interne dei post-partiti esistenti.
Iscriviti a:
Post (Atom)
TUTTI I POST - ARCHIVIO
-
►
2023
(3)
- ► aprile 2023 (1)
- ► marzo 2023 (1)
- ► gennaio 2023 (1)
-
►
2022
(1)
- ► ottobre 2022 (1)
-
►
2021
(2)
- ► marzo 2021 (1)
- ► febbraio 2021 (1)
-
►
2020
(8)
- ► dicembre 2020 (1)
- ► agosto 2020 (1)
- ► luglio 2020 (2)
- ► febbraio 2020 (3)
- ► gennaio 2020 (1)
-
►
2019
(9)
- ► novembre 2019 (1)
- ► settembre 2019 (3)
- ► luglio 2019 (1)
- ► maggio 2019 (1)
- ► aprile 2019 (2)
- ► febbraio 2019 (1)
-
►
2018
(3)
- ► giugno 2018 (1)
- ► maggio 2018 (1)
- ► gennaio 2018 (1)
-
►
2017
(19)
- ► novembre 2017 (2)
- ► ottobre 2017 (2)
- ► luglio 2017 (2)
- ► giugno 2017 (5)
- ► maggio 2017 (3)
- ► marzo 2017 (1)
- ► febbraio 2017 (3)
- ► gennaio 2017 (1)
-
►
2016
(10)
- ► dicembre 2016 (4)
- ► novembre 2016 (2)
- ► ottobre 2016 (2)
- ► marzo 2016 (2)
-
►
2015
(15)
- ► novembre 2015 (1)
- ► settembre 2015 (1)
- ► luglio 2015 (2)
- ► giugno 2015 (3)
- ► aprile 2015 (4)
- ► febbraio 2015 (1)
- ► gennaio 2015 (3)
-
▼
2014
(20)
- ► settembre 2014 (2)
- ► aprile 2014 (2)
- ► marzo 2014 (3)
- ► febbraio 2014 (6)
-
▼
gennaio 2014
(7)
- MASSIMO SERI - ALLE PRIMARIE PER LA SCELTA DEL SIN...
- Le tre mosse di Renzi ereditate da Togliatti e De ...
- BETTINO CRAXI - 19 GENNAIO 2000 / 19 GENNAIO 2014
- PSI MARCHE - Verbale riunione della Commissione Re...
- Giuseppe Saragat ed il Socialismo Vivo....
- P A R T I T O
- LA DERIVA - di Giuseppe Giudice
-
►
2013
(109)
- ► dicembre 2013 (7)
- ► novembre 2013 (7)
- ► ottobre 2013 (9)
- ► settembre 2013 (5)
- ► agosto 2013 (7)
- ► luglio 2013 (11)
- ► giugno 2013 (9)
- ► maggio 2013 (6)
- ► aprile 2013 (3)
- ► marzo 2013 (13)
- ► febbraio 2013 (16)
- ► gennaio 2013 (16)
-
►
2012
(106)
- ► dicembre 2012 (15)
- ► novembre 2012 (9)
- ► ottobre 2012 (5)
- ► settembre 2012 (3)
- ► agosto 2012 (4)
- ► luglio 2012 (4)
- ► giugno 2012 (9)
- ► maggio 2012 (10)
- ► aprile 2012 (8)
- ► marzo 2012 (14)
- ► febbraio 2012 (16)
- ► gennaio 2012 (9)
-
►
2011
(30)
- ► dicembre 2011 (2)
- ► agosto 2011 (5)
- ► giugno 2011 (2)
- ► maggio 2011 (2)
- ► aprile 2011 (3)
- ► marzo 2011 (7)
- ► febbraio 2011 (9)
-
►
2010
(76)
- ► aprile 2010 (14)
- ► marzo 2010 (19)
- ► febbraio 2010 (20)
- ► gennaio 2010 (23)
-
►
2009
(514)
- ► dicembre 2009 (21)
- ► novembre 2009 (28)
- ► ottobre 2009 (43)
- ► settembre 2009 (75)
- ► agosto 2009 (48)
- ► luglio 2009 (81)
- ► giugno 2009 (99)
- ► maggio 2009 (97)
- ► aprile 2009 (22)