martedì 14 novembre 2017

ALLEANZA POPOLARE PER LA DEMOCRAZIA E L'UGUAGLIANZA DOPO IL BRANCACCIO - di Aldo Potenza


Credo che nessuno si illudesse sulla facilità di un progetto così complicato come quello di pervenire a conclusioni convergenti nel difficile mondo della sinistra italiana.

La partenza era stata già un segnale non molto promettente giacchè al Brancaccio si ascoltarono fortissime contestazioni dirette anche verso chi, nel variegato mondo della sinistra , aveva condotto un vigoroso ed efficace sostegno a favore del NO al referendum costituzionale.
In tal modo più che unire il popolo della sinistra del no, si scavarono delle tricee che sarebbe poi stato difficile superare.
Un segnale in tal senso venne anche quando Speranza avanzò la proposta di istituire un tavolo (brutta espressione per indicare un luogo d'incontro) per avviare il confronto fra tutte le organizzazioni della sinistra del no e per verificare la possibilità di pervenire alla individuazione delle proposte politiche capaci di unirle con la presentazione di una lista comune.
Anche in questo caso la risposta di Alleanza popolare fu negativa.
Sicchè le strade intraprese da MDP e Alleanza popolare continuarono ad essere separate.
Più recentemente la pubblicazione di un documento politico che ha avuto anche il consenso di massima di Alleanza popolare era parso finalmente l'avvio di una convergenza che sembrava potesse concludersi con la individuazione di una lista comune.
Purtroppo così non è stato, o almeno così sembra dopo la recente dichiarazione di Alleanza popolare e l'annullamento della assemblea del 18 p.v.
Mi sia consentita una prima considerazione. Ammesso che il progetto del Brancaccio prosegua in autonomia e che si siano ravvisate ragioni per cui non si ritiene di dover dare seguito al documento che sembrava essere la base per un accordo, perchè annullare l'assemblea del 18? 
Non poteva essere quella l'occasione per chiarire gli aspetti che non convincono?
Le giustificazioni che sono state espresse per l'annullamento di quell'appuntamento sembrano piuttosto nascere da un forte malcontento che viene dalla base del movimento che si era caricata di umori negativi verso una parte della sinistra del no e che oggi avrebbe dovuto accettare un accordo che porta alla conluenza in un unico contenitore elettorale.
Probabilmente la contestazione nasce sia per il metodo, il consenso dato al documento in questione, considerato verticistico, sia per la nomenclatura con cui, dopo le feroci critiche del Brancaccio, si sarebbero dovuto affrontare in una unica lista le elezioni, sia forse per le modlità proposte per la composizione delle liste.
Certo anche MDP non ha favorito con le sue incertezze ed ambiguità la costruzione di un campo comune di impegno.
Come non ricordare la telenovela con Pisapia ?
Come si può dimenticare la continua preoccupazione della sorte del centro sinistra fino a rendersi disponibile ad un accordo se fosse stata modificata la legge elettorale, come se la politica del PD potesse essere valutata diversamente in caso di accordo sulla legge in questione ?
Insomma asprezze polemiche,ed altre considerazioni, da una parte, incertezze, e non solo, dall'altra, oggi sembrano far tramontare il progetto di una lista comune che avrebbe dovuto essere, data l'esiguità del tempo a disposizione per compiere un percorso politico più convincente, non una semplice aggregazione di diverse sigle, ma l'avvio di un polo alternativo al centro destra, al PD e ai grillini.
Non so se alla fine qualcosa possa accadere per evitare una competizione a più voci a sinistra del PD, ma in ogni caso la speranza è che dopo le elezioni si possa cominciare a costruire un quarto polo della politica italiana.
Tutto fa prevedere che queste elezioni saranno un passaggio che non consentirà la formazione di un governo stabile e che presto probabilmente si dovrà tornare a votare con una nuova legge elettorale, almeno per allora si spera che si mettano definitivamente da parte le asprezze polemiche e si avvii un percorso politico nuovo, una sorta di Epinay italiana, che consenta di chiamare a raccolta tutta la sinistra riformista, per aggiornare idee e programmi all'altezza dei tempi e favorisca l'emergere di nuovi protagonisti più credibili, senza rottamazioni, ma con la consapevolezza che il cambiamento anche di uomini è necessario poichè nessuno può sempre essere protagonista di tutte le stagioni.

ALDO POTENZA 
Socialisti in Movimento

venerdì 13 ottobre 2017

FALCONE E MONTANARI PRESENTANO QUARTO POLO CIVICO PER UNA LISTA NAZIONALE UNICA

"Non sarà un percorso breve, non sarà una strada facile, ci saranno momenti duri, battute d'arresto, ostacoli e impedimenti di ogni genere.
Ma nei prossimi anni in Italia può tornare a esistere un grande partito di sinistra, deciso a proporre una rivoluzione socialista all'altezza del nostro tempo. Che questo faccia paura a chi ha molto da perdere se le cose dovessero cambiare, è naturale.
Chi, invece, le cose vuole cambiarle, ora deve guardare alla situazione concreta con tranquilla lucidità, e mettersi al lavoro con determinazione. E anche con passione."
Roma. “ll momento è ora. Crediamo non si possa più aspettare, perché manca nell’offerta politica un progetto innovativo “. Lo sostengono Anna Falcone, avvocata, già vicepresidente del Comitato per il No alla Riforma Costituzionale, e Tomaso Montanari, storico dell’arte all’Università Federico II di Napoli, presidente di Libertà e Giustizia. Entrambi sottolineano -in un’affollata conferenza stampa, tenuta alla Stampa Romana- che l’approdo è quello naturale e coerente, cominciato col percorso del 18 giugno al Teatro Brancaccio di Roma e, prima ancora, con il Comitato referendario del No.
“Di fronte all’ennesima legge elettorale-truffa, a un dibattito mediatico-politico concentrato su leadership e personalismi -affermano- invece che sulle soluzioni ai problemi e la costruzione di una nuova visione di società e di Paese, una parte importante di cittadini elettori si sta chiedendo se andare o no a votare alle politiche”, col rischio di trovarsi davanti “all’ennesimo Parlamento di nominati e all’incapacità di rappresentare chi non ha voce, di contrastare la precarietà dei più e la quasi totalità dei giovani, di proporre un modello sociale più giusto, inclusivo, solidale”. Capace di rovesciare “la scandalosa realtà di questo mondo”, come dice papa Francesco.
 Per questo “non basta il professionismo politico, ma occorre un progetto unitario più grande e ambizioso dei singoli pezzi, che vada oltre le elezioni e abbia come denominatore comune il contrasto alle politiche neoliberiste che in questi anni hanno decapitato diritti, futuro e ruolo della sovranità popolare e delle istituzioni”. E’ tempo “di immaginare una politica e un governo nell’interesse della maggioranza delle persone, un mezzo non un fine. Perciò consideriamo chiusa la stagione del centro-sinistra: serve costruire una Sinistra che ancora non c’è”.
Si parte dal ‘mito fondativo’ di una vittoria, quella del 4 dicembre, con una fortissima richiesta di partecipazione. “Non ci basta più difendere Costituzione e Stato democratico di diritto, vogliamo costruire un fronte alternativo al pensiero unico neoliberista” per costruire un quarto Polo civico e di Sinistra che confluisca in una lista nazionale e poi in un soggetto politico. “Un progetto stabile e credibile, più grande e ambizioso dei singoli partiti e movimenti”, che permetta la liberazione in Italia di energie che altrove hanno dato vita a Podemos (Spagna) e al nuovo Partito laburista di Corbyn (Gran Bretagna).
Quanto accade in Europa insegna che “la Sinistra vince solo se è unita su programmi radicali e innovativi, senza appoggio a forze conservatrici. Dobbiamo mettere insieme i presupposti per un umanesimo globale, con vecchi e nuovi diritti, come quelli a una partecipazione democratica reale, al tempo, alla felicità. La dimensione nazionale non è sufficiente e rafforzeremo perciò i rapporti con altri movimenti europei”.
“Nonostante il dibattito politico sia concentrato sui cambi d’umore di un ‘leader’ autodesignato e divisivo, nei nostri incontri in Italia (Cento piazze per il programma) si è ritrovato un solo popolo formato da studenti, cittadini senza tessera, militanti in partiti e movimenti di sinistra, delusi da Pd e politica, chi non vota più o esprime voto di protesta. Chiedono una forza unitaria e popolare che si occupi di lavoro, redistribuzione della ricchezza, tutela di ambiente e clima, diritto a salute e istruzione, pace e accoglienza dei migranti”.
Le assemblee culmineranno in un incontro nazionale, a novembre. Intanto Falcone e Montanari verificheranno, coi responsabili delle forze politiche alternative alle destre e al Pd, la possibilità di costruire un calendario e un metodo condivisi dalle forze civiche e politiche, in modo che -prima della fine d’anno- si arrivi a una lista unica per le prossime elezioni.
Il metodo si fonda sulla partecipazione dal basso “per eleggere col metodo una testa un voto un’assemblea in vista del programma finale, che candidi persone che siano espressione dei cittadini, con ampio spazio a donne e giovani”. E’ definito “inaccettabile” il modello mediatico e ambiguo delle primarie: va valorizzato piuttosto l’impegno di chi si spende in attività politiche, sociali, di volontariato. “Noi crediamo che un comitato di facilitatori non candidati debba assumere un ruolo di garanzia in questo processo”.
Falcone e Montanari ribadiscono, infine, che non si candideranno, che sono aperti a Sinistra Italiana, Possibile, Mdp, Rifondazione Comunista, l’Altra Europa e a diverse altre sigle, le quali però rappresentano “solo una piccola parte della sinistra civica, larga, democratica e inclusiva che va costruita”. Necessario a tal fine un radicale rinnovamento “di linguaggio e leadership, anche generazionale, che rappresenti nei volti e nelle storie l’espressione dei cittadini e dei territori per una sinistra diversa da esperienze passate, con lo sguardo rivolto al futuro, finalmente credibile”.

giovedì 12 ottobre 2017

DIECI MODESTI CONSIGLI - di Alberto Benzoni

"Dieci modesti consigli a coloro che - chiusa, almeno si spera, la noiosissima telenovela Pisapia - si apprestano a formare la lista dell’opposizione di sinistra alle prossime elezioni politiche.

#Primo: il nome.
ALBERTO  BENZONI
La scelta è tra un nome che rassicuri i vostri iscritti in merito alla vostra natura e un nome che coinvolga i vostri potenziali elettori in merito ai vostri propositi. Personalmente suggerirei la seconda che ho scritto. Perchè le “parole della sinistra” sono, diciamo così abbastanza logorate, dall’uso puramente retorico di cui sono state oggetto e, insieme, dal dominio che la destra, i suoi valori e le sue ricette, stanno esercitando sul nostro “senso comune”. E perché il nome ha a che fare con il vostro atto di nascita.

#Secondo: l'atto di nascita.
Qui i casi sono due. Potreste confermare, con il vostro silenzio, il fatto che la lista nasce come il riflesso della scissione di Art.1; insomma come il riflesso di una bega interna al PD di Renzi, con l’aggiunta di forti connotati personalistici. Questo dicono e diranno, del resto, quelli del PD, Pisapia e la grande stampa di regime (pardon, di opinione). Un’ottima ragione perché non diate alcuno spazio a questa tesi; e perché affermiate quello che avrebbe dovuto essere chiaro sin dal principio: e cioè che vostro punto di riferimento non è la scissione e/o il futuro atteggiamento da tenere nei confronti del PD ma il referendum del 4 dicembre e la necessità di rispondere alle attese di gran parte del popolo del No.

#Terzo: gli obbiettivi.
Capisco che il tema del PD appassioni: sicuramente è così per Art.1; probabilmente lo è anche per altri, magari per ragioni poco nobili ma sicuramente comprensibili. E però è un tema divisivo per gli addetti ai lavori; né tale per portarvi i consensi di quelli che non sono interessati alla faccenda. Parlatene allora, tra di voi e, soprattutto, agli elettori il meno possibile: vi basterà dire, a quelli che vi attaccheranno in nome del “voto utile”, che il vostro obbiettivo è quello di richiamare a voi un elettorato di Sinistra, rifugiato nell’astensione o disperso in altre direzioni; e che il vostro voto servirà non solo a creare in Parlamento una forte componente di Sinistra ma anche a favorire coloro che all’interno dello stesso PD contestano la deriva verso destra. A coloro che, poi, vi accuseranno di rifugiarvi in un ruolo di pura testimonianza, potrete tranquillamente rispondere che intendete operare come Sinistra di governo; il che è esattamente il ruolo che pretendono da voi, almeno potenzialmente, quelli che hanno votato No il 4 dicembre.

#Quarto: la carta d’identità dello schieramento che si va formando.
A partire dal significato della parola “Sinistra di governo” nel solito “senso comune” costruito nel corso di questi anni, si è "di governo" solo se ci si propone di andarvi, magari accroccandosi con il possibile/probabile vincente della contesa. Mentre se si sta fuori, magari per scelta, o si è estremisti o si è irrilevanti.
Ma in realtà non è così. In realtà si può benissimo influenzare il corso delle cose, dico influenzarlo concretamente, anche stando all’opposizione: come dimostra ampiamente, in termini di conquiste del mondo del lavoro, l’esperienza delle socialdemocrazie nel secolo scorso e quella della sinistra italiana nel corso di tutta la Prima Repubblica. Così, se si può essere “di governo” rinunciando ad essere di Sinistra, si può benissimo governare, e cioè cercare di influire concretamente sul corso delle cose, stando alla opposizione. Da più di vent’anni agli sconfitti della globalizzazione, dell’ordoliberismo e dell’austerità a senso unico è stato spiegato che si trattava di processi obbligati e senza alternative; una visione delle cose cui hanno indubbiamente contribuito quanti, dall’opposizione hanno sostenuto che nell’attuale assetto nazionale ed europeo non c’era alcuna possibilità di cambiare le cose. L’impegno della nuova sinistra radicale (ma, proprio per questo, non estremista) sarà di dimostrare che questo non è vero dando battaglia con proposte alternative insieme razionali e ragionevoli, a livello interno e internazionale.

#Quinto: il programma.
Nell’interpretazione consolidata si tratterebbe di ascoltare le persone, di prendere atto delle loro varie richieste e/o aspettative, così da tradurle in un insieme di impegni. E’ il procedimento illustrato, nel suo peggio, dal programma messo insieme da Prodi nel 2006: duecento e più pagine che comprendevano, tra l’altro, una serie di provvedimenti a sostegno degli artisti di strada. Una mistura oggi improponibile. E’ allora il caso di procedere in senso inverso. Prima l’enunciazione chiara delle “idee forza” alla base della formazione di una lista unica: pace, recupero del ruolo dello Stato e del pubblico a difesa della comunità nazionale, controllo dei flussi accompagnato da un forte impegno per l’integrazione, rivalutazione concreta del ruolo della politica contro un giustizialismo cialtrone, lotta alle disuguaglianze sociali e territoriali, recupero dei valori e dei contenuti della democrazia, a livello centrale e locale. Poi (o più esattamente insieme) il coinvolgimento dei cittadini nel compito di dare a queste enunciazioni carne e sangue.

#Sesto: le modalità di formazione della lista
Qui si contrappongono, per lo più disastrosamente, la cucina politico-partitica e il mito della “nascita dal basso”. Possibile una mediazione ? Probabilmente sì. Necessario, allora, prendere atto che, nella attuale situazione, dove non esiste, tra l’altro, nessuno autorizzato ad alzare la bandiera e a dire “seguitemi”, per partire insieme occorrerà un accordo tra partiti e movimenti intorno ad un documento comune. Ma per non dover rimanere in questa cucina, sarebbe il caso che i contraenti, agendo di concerto, promuovessero le più ampie aggregazioni a livello territoriale, aprendo agli apolidi e a gruppi e/o personalità di ogni ordine e grado. Aggiungendo, già che ci siamo, che alle realtà locali va dato ampio spazio non solo nella conduzione della campagna elettorale ma anche nella formazione delle liste. Magari utilizzando, a questo livello, lo strumento delle primarie.

#Settimo: il rifiuto di ogni discriminazione, specie se basata sugli atteggiamenti tenuti da singoli e/o gruppi nel passato.
Un meccanismo, per inciso, che, se applicato rigorosamente, non salverebbe praticamente nessuno. Necessario, comunque, il pentimento: e, per valutarne la natura, le considerazioni dei casuisti gesuiti del Seicento: questi distinguevano, nel caso specifico, l’ ”attritio cordis” (leggi la rinuncia, magari anche sincera, a proseguire lungo le vie del passato dettata però dal timore di pagarne le conseguenze) dalla vera “contritio” ovvero l’orrore per le azioni compiute unito alla volontà di non ripeterle mai più. Personalmente sarei di manica larga, prendendo per buone le dichiarazioni non solo di D’Alema e di altri esponenti MDP ma anche di Di Pietro. Non foss’altro perché essere rigorosi metterebbe a rischio tutta l’operazione. Salvo a verificarne l’autenticità in corso d’opera.

#Ottavo: la ricerca del leader.
Anche perché la tragicomica vicenda Pisapia dimostra l’inanità di qualsiasi operazione di questo tipo. Dopo tutto, non si tratta di scegliere il futuro presidente del consiglio, né un leader da seguire perché ci garantisce le migliori fortune. Mentre non vedo in giro leader carismatici tali da bucare lo schermo o da trascinare le folle. Forse ne troveremo diversi lungo il corso dei prossimi mesi anche se in proporzioni limitate; l’essenziale, qui e oggi è di costruire un gruppo dirigente interessato al successo del nostro progetto più che a quello del suo gruppo di appartenenza.

#Nono, l’idea di lista unica, anche, se non soprattutto, per ragioni di pura sopravvivenza. Ma ciò non rende affatto la nostra situazione analoga a quella dell’Arcobaleno del 2008. Allora i partiti contraenti impostarono la partita in termini di convenienza elettorale, ma in una situazione in cui la frattura con il PD era lungi dall’essersi consumata e in cui non era in gioco l’esistenza stessa di una Sinistra di opposizione. Oggi, ed è inutile spiegare perchè, la "Sinistra di governo", a rottura consumata, ha l’assoluta necessità di distruggerci.
#Decimo. Un’analisi sommaria di quello che sta succedendo in quasi tutta l’Europa occidentale.
Dove alla crisi, politica ed elettorale della SInistra di governo, corrisponde la nascita di una nuova Sinistra di opposizione: spesso più forte delle tradizionali formazioni socialdemocratiche; sempre intorno a percentuali a due cifre. Da noi, pur in presenza di un PD sicuramente caratterizzato, esso sì, da una mutazione genetica siamo stati, sino ad oggi, deboli e divisi. Oggi, si vuole la nostra sparizione o comunque la condanna ad una sostanziale irrilevanza. Difendere, allora, la nostra esistenza, ad ogni costo e contro tutto e tutti, diventa allora, un’esigenza politica che fa premio su ogni altra considerazione. Non siamo, né saremo nell’immediato futuro, alla vigilia di Vittorio Veneto; ma senza difendere, oggi, la linea del Piave non ci potrà essere in futuro, nessuna Vittorio Veneto".


Alberto Benzoni 

domenica 30 luglio 2017

SOCIALISTI MARCHE / UMBRIA : CI HA LASCIATO PREMATURAMENTE IL COMPAGNO "GIANFRANCO COCCHI"


I SOCIALIASTI  DI MARCHE E UMBRIA, RICORDANO CON GRANDE AFFETTO IL COMPAGNO "GIANFRANCO COCCHI" SCOMPARSO PREMATURAMENTE. 

INCHINIAMO LE NOSTRE BANDIERE CON UN FORTE ABBRACCIO A TUTTI I SUOI FAMILIARI E ALLA CARA FIGLIA, DIRIGENTE NAZIONALE SOCIALISTA "LA COMPAGNA DESIREE' COCCHI"

I funerali avranno luogo domani lunedi 31 Luglio alle ore 15:00 nella chiesa di San Benedetto Giuseppe Labre di Torraccia - Via Donato Menichella 125, 00156 Roma RM

Ancona  -  30 Luglio 2017


mercoledì 28 giugno 2017

ELEZIONI CIVITANOVA MARCHE : RIFLESSIONI A CALDO - LUCA PERILLI



di Luca Perilli

Civitanova Marche si aggiunge agli esperimenti politici inaugurati nelle Marche dalle antesignane Fermignano (PU) e Tolentino (MC): una coalizione di Destra composta da un partito dichiaratamente neofascista, da leghisti e da cattolico-tradizionalisti (non chiamatelo "centrodestra", per favore: del centrismo moderato non sembra avere proprio nulla !) stravince al ballottaggio grazie al voto di neanche la metà dei civitanovesi, che non si sono recati a votare neppure dopo l'arrivo del nubifragio di ieri. Tre riflessioni almeno:

1) Il "neorazzismo securitario" e la voglia di imporre un "ordine valoriale normale" pagano nel discorso politico attuale, in questo ben aiutati da mass-media (soprattutto nazionali) che senza troppi scrupoli soffiano quotidianamente sul fuoco dell'odio e dell'intolleranza verso qualsiasi minoranza, alimentando ulteriormente un clima di insicurezza e paura.

2) Molti di quei voti sono però venuti anche da chi fa parte di quelle minoranze vessate: per capire una tale dinamica, è ora di andare a studiare cosa è accaduto da anni ai nostri cugini francesi dove la politica di Marine Le Pen ha fatto breccia anche su alcune minoranze da sempre avversate dal Front National (che annovera come numero 2 addirittura un cripto-gay, peraltro sbugiardato da tempo dalla stampa d'Oltralpe...); se non avete pazienza, resta sempre utilissima la lettura di almeno due classici di sempre: "La banalità del male" (Hannah Arendt) e "Se questo è un uomo" (Primo Levi); altrimenti c'è l'extrema ratio-Wikipedia: consultare la voce "Sindrome di Stoccolma".

3) Tornando a Civitanova, forse è tempo che il centrosinistra - e in particolare il PD del posto - si chiedano come mai così tanti civitanovesi abbiano preferito il mare e la casa alle urne, pur avendo ottenuto al Primo Turno il consigliere più votato in assoluto nella città rivierasca...
Guardando invece ai risultati nazionali (quasi tutti favorevoli alla nuova Destra), direi che si tratta della naturale traduzione elettorale di un ottimo lavoro culturale che ha visto da anni la progressiva scomparsa dal discorso pubblico di qualsiasi concetto liberale e di sinistra che si potesse esprimere, in questa operazione ben aiutati dalla pochezza di troppi esponenti di quelle parti politiche e intellettuali, incapaci di capire persino a quali ideali fondamentali aderiscono !! Non ricorda almeno vagamente il "suicidio" della classe liberale ottocentesca ? 

Vale il solito argomento: se devo scegliere tra chi imita qualcuno e l'originale, è sempre meglio rivolgersi all'originale che almeno ha le idee ben chiare !

Detto tutto questo, speriamo che un po' di sana opposizione aiuti i vari attori politici alla necessaria riflessione sulle differenze ideali tra Destra e Sinistra pure nella pratica amministrativa locale. Perché da queste differenze discendono le scelte politiche, e non dalla sola onestà, che dovrebbe essere invece un presupposto per chiunque faccia politica attiva.

Consiglio finale di lettura per schiarirsi definitivamente le idee: il sempre valido e finora mai superato "Destra e Sinistra" di Norberto Bobbio (Donzelli Editore).


P.S. al mio post "politico": vorrei ricordare che dal 1990, malgrado l'immagine di città "aperta" e "progressista", Civitanova Marche, dopo l' esperienza con Ivo Costamagna Sindaco, è stata sempre governata da coalizioni di destra o di centrodestra tranne la Giunta-Frinconi, la fallimentare esperienza con Barbara Pistilli e la passata Giunta-Corvatta. Così, giusto per sfatare uno degli argomenti dell'attuale coalizione al governo della città secondo la quale "ogni volta che la sinistra ha governato questa città c'è stata una pessima gestione della sicurezza pubblica" e che "il malaffare si è impossessato della gestione pubblica da quando al potere ci sono gli amici degli amici"... Cioè: tutta la malavita e tutto il clientelismo si sarebbero concentrati tra il '90 e il '95 e tra il 2012 e il 2017 (giusto per restare agli ultimi 30 anni) !?  Come direbbe Totò: "Suvvia, ma mi faccia il piacere...!"

venerdì 23 giugno 2017

LUCIANO VITA : Caro Ivo, che caduta di stile ! Hai toccato veramente il fondo....

Caro Ivo, che caduta di stile ! 
Hai toccato veramente il fondo.

L’ appassionato intervento rivolto ai veri socialisti civitanovesi di essere coerenti con i valori e la storia del PSI sarebbe stato un mio “vergognoso intervento”?
Io da sempre uomo di sinistra, e tutt’ora iscritto al PSI, ho fatto un intervento politico, invitando i socialisti di Civitanova a ribellarsi al tuo, questo si “vergognoso e personale invito” a votare per un uomo e per una coalizione di destra.
La pace….politica la rivolgo a te che hai voluto personalizzare con astio e cattiveria una vicenda che i socialisti di Civitanova Marche ….e non solo, sapranno giudicare.
A differenza tua mi dispiace profondamente questo tuo atteggiamento perché vedo un uomo politico che non ha saputo scindere le questioni politiche da quelle personali e voglio rifiutarmi di credere che anche autorevoli compagni come Dario Conti e Giovanni Pierini, possano avallare l’appello a votare una coalizione di destra.
Come ha già scritto qualcuno, tra i tanti che mi stanno dando solidarietà in risposta sul web al tuo maldestro attacco, sei proprio alla” frutta” e, credimi ,sul piano umano me né dispiace profondamente.
Nel merito delle tue, queste si “velenose” affermazioni ho il dovere di risponderti con dati di fatto inoppugnabili e dimostrabili in qualsiasi momento.

1) come già detto sono tutt’ora iscritto al PSI con tessere vere fin dal 2004 ; non so se tu puoi dire altrettanto delle tessere che da anni fai nella tua provincia.

2) sono lo stesso” ex comunista” da sempre filo Socialista della corrente “migliorista” di Napolitano e Macaluso, che se né è andato da quel partito nel 1998, perché non ha mai accettato certe scelte che conseguentemente hanno portato alla”fusione a freddo” del PD, ma che non ti ha impedito di sostenermi e farmi eleggere segretario regionale del PSI delle Marche.

3) sono lo stesso “compagno” che nel penultimo congresso regionale (quello sospeso e poi decaduto per l’intervento del magistrato) che hai voluto nel direttivo regionale in rappresentanza della minoranza del partito che ha contrastato la leader di Riccardo Nencini, appunto la” Sinistra Socialista”.

4) Sono lo stesso compagno che fa parte del direttivo provinciale del PSI di Fermo e che se non viene alle riunioni è perché nessuno lo invita.

5) Circa la presenza e la rappresentanza della sinistra socialista nelle Marche, sono lo stesso compagno che ha fatto parte del movimento nazionale dei Socialisti per il “NO” al referndum costituzionale, presieduto da Bobo Craxi ; che fa parte della maggioranza dei socialisti italiani sparsi in tutto il Paese che con i vari movimenti sta cercando di ridare forma, contenuti programmatici e dignità ai Socialisti Italiani, e che nelle Marche appunto si sintetizzano nella “Sinistra Socialista”.

6) Sono lo stesso compagno che ha lottato contro la scellerata gestione Nenciniana che di fatto ha portato il PSI alla scomparsa e che ha il piacere e l’onore di stare in buona compagnia con giovani socialisti come Manfredi Mangano, Riccardo Morelli e, a livello nazionale con Anna Falcone, oltre ai tanti e stimati compagni marchigiani che continuano ad invitarmi nei territori perché, bontà loro, mi ricordano ancora come un bravo segretario.

7)Sono lo stesso compagno che ha anche conosciuto Giacomo Brodolini sindacalista perché ho la tessera della CGIL, ininterrottamente da ben 51 anni e che da diversi anni (compreso l’ultimo nonostante che non sia più segretario regionale) i socialisti recanatesi chiamano per la sua commemorazione.

8) E' vero non ho conosciuto personalmente Bettino Craxi, ma oggi sono al fianco del figlio Bobo che è uno strenuo oppositore del segretario nazionale del PSI e della politica conservatrice e neo liberista del Governo Renzi.

9) Sono lo stesso compagno a cui in ben tre manifestazioni pubbliche, hai platealmente e convintamente chiesto scusa, riconoscendone l’errore, per esserti prestato al ricatto impostoti da Riccardo Nencini (sono tue parole) di “farmi fuori” dalla segreteria regionale, perché “scomodo e non allineato alla sua conduzione del partito.

10) sono lo stesso compagno che per ben tre anni (e non voglio scendere nel personale) ti ha strenuamente difeso e tutelato, contro le pressioni, le diffamazioni e le forzature di attuali dirigenti del Partito Anconetano, per farti fuori dal gruppo consiliare socialista in Regione.

11) Lo stesso compagno che è stato l’artefice nel 2012 dellla candidatura di Tommaso Corvatta e che coerentemente, svolgendo ancora ed assiduamente attività politica per un socialismo, che per dirla con Pertini e Brodolini, stà sempre da una parte sola, non poteva esimersi dal dare un contributo per la conferma di una giunta diversa da quella, con presenza fascista che tu vergognosamente stai avallando.

12) Le mie non sono mai state “velenose invettive” verso un gruppo dirigente, ma un richiamo di un compagno di sinistra, questo si, di un glorioso partito, a cui mi onoro ancora di appartenere.

13) Infine il mio è stato un appello alla coerenza del gruppo dirigente, che non può permettersi di “manipolare” i propri iscritti ed elettori, soltanto perché il suo massimo rappresentante è andato in rotta con il sindaco, perché per quanto io non possa conoscere le ragioni della “rottura”, mai e poi mai la risposta può essere quella di far votare un uomo alleato con Fratelli d’italia e la lega razzista e xenofoba.

Caro Ivo ho la coscienza di aver fatto ancora una volta il mio dovere fino in fondo, avendo a cuore, senza nulla chiedere e senza aver mai avuto dalla politica se non l’onore di poterla rappresentare, le sorti di una sinistra in crisi in Italia e che da impenitente romantico sognatore, spera ancora nei valori del socialismo democratico.

Non ti porto rancore, non né sono capace, continuerò a battermi contro le angherie e le prepotenze, sempre al fianco delle persone serie ed oneste come TOMMASO CORVATTA, e mi rimetto al giudizio dei compagni socialisti su chi di noi due stà dalla parte giusta.

LUCIANO VITA

Compagno Socialista
Già segretario regionale PSI Marche.

mercoledì 21 giugno 2017

SINISTRA SOCIALISTA MARCHE : APPELLO PER "TOMMASO CORVATTA" SINDACO DI CIVITANOVA MARCHE

















IL 25 GIUGNO UN VOTO DI CENTROSINISTRA PER "CORVATTA SINDACO"

APPELLO AI CITTADINI E AI SOCIALISTI CIVITANOVESI.

Domenica 25 giugno i cittadini della seconda città della provincia di Macerata torneranno alle urne per eleggere il proprio sindaco e la sua giunta. Si tratterà di scegliere tra la conferma di una giunta di centrosinistra o di far ritornare al governo della città quel centro destra che per oltre un ventennio ha mal governato Civitanova Marche, ed i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.

I cittadini civitanovesi sono chiamati a giudicare il sindaco uscente Tommaso Corvatta, per la sua onestà, per la sua trasparenza, per il suo prodigarsi per la città e per le categorie meno abbienti, per la sua serietà amministrativa fatta di rigore, di trasparenza, di risanamento dei debiti pregressi lasciati dai governi di centro destra, per l’impulso dato al nuovo sviluppo turistico, culturale ed ambientale, per le opere pubbliche realizzate in questo ultimo quinquennio e per le basi poste in essere per quelle future, indicate nel suo programma, sempre promesse e mai realizzate dai sindaci del centro destra che lo hanno preceduto.

In sintesi una persona semplice, sensibile, carica di umanità che ha saputo trovare il giusto equilibrio tra le politiche di integrazione sociale e la difesa della sicurezza dei suoi cittadini, e che non ha solo promesso,ma anche realizzato. 

Poteva fare di più e meglio ? Certamente, nessuno è perfetto ! Ma non bisogna dimenticare che il suo primo mandato amministrativo (2012 / 2017) è stato il periodo della grande crisi economica che ha attraversato tutta l’Europa e che ha sottratto ai Comuni una marea di risorse finanziarie, aggravandone le competenze e le responsabilità amministrative, in gran parte sottratte alle province. 

All’inizio del suo mandato i socialisti civitanovesi lanciarono la candidatura di Corvatta facendosi promotori, tra i primi in Italia, della felice intuizione della lista a sostegno del candidato sindaco ; il  Compagno "Corvatta", alleanza di sinistra tra socialisti, civici ed ambientalisti. Una iniziativa che fece del gruppo dirigente socialista Civitanovese la punta di diamante del Socialismo Largo di Sinistra, modello riproposto successivamente a livello regionale e nazionale. 

Cosa è successo oggi alla classe dirigente socialista di Civitanova Marche ? E cosa raccontano ai militanti i dirigenti  ufficiali Regionali e Nazionali ?

E’ mai possibile che chi si vantò di essere stato l’ideatore di quella alleanza politica, abbia cambiato radicalmente la sua collocazione, tanto da candidare e parteggiare pubblicamente per candidati nelle file dell’alleanza con Ciarapica (estrema destra), ex assessore del centro destra, oggetto di pesantissime critiche da parte degli stessi dirigenti socialisti civitanovesi ? Quali che possano essere state le ragioni che hanno portato la dirigenza socialista civitanovese a rompere con il sindaco Corvatta, non è assolutamente accettabile, per un socialista di razza, allearsi con il candidato del centro destra e con i fascisti di fratelli d’italia.

Come è possibile per un socialista, rinnegare e tradire di fatto il pensiero dei vari Brodolini, Lombardi, Pertini, Nenni e financo Bettino Craxi con la sua teorizzazione dei “meriti e bisogni”,così attuali nella società odierna ? Mi rivolgo ai socialisti civitanovesi, quando andranno a votare, affinchè si ricordino di questi nostri compagni ed il significato profondo dell’essere e sentirsi socialista. Di valutare se il programma e la persona di Tommaso Corvatta li rappresenta di più e meglio dello schieramento che “appoggia” Ciarapica.

Se l’impegno dimostrato da Corvatta è stato coerente con le esigenze dei cittadini più bisognosi, di quei giovani senza lavoro e senza prospettive,di quei pensionati che non arrivano alla fine del mese, in sintesi di quelle categorie a cui faceva riferimento il nostro ministro del lavoro Giacomo Brodolini.

Di saper giudicare se il sindaco che volemmo candidare con tutto il nostro impegno nel 2012, abbia meritato la conferma della nostra fiducia, o se invece seguire la ”STRADA SENZA RITORNO” del loro massimo dirigente, a cui mi lega una autentica e sincera amicizia, ma che non mi esime, sul piano politico, di condannarlo senza appelli per questa sua sciagurata scelta.

Io da segretario regionale del partito socialista, nel 2012 credetti in Tommaso Corvatta e tutt’ora sono orgoglioso, in rappresentanza della sinistra socialista delle Marche, di confermagli tutta la mia fiducia.

Mi rivolgo a voi tutti Compagni Socialisti Civitanovesi; vi chiedo di ridare fiducia a TOMMASO CORVATTA, e di confermarlo alla guida della città, perché se lo merita, ma sopartutto lo merita l’intera città.

Per la Sinistra Socialista delle Marche

LUCIANO VITA
Gia' segretario regionale marche del Partito Socialista Italiano



sabato 10 giugno 2017

TOLENTINO : CI HA LASCIATO LA MITICA COMPAGNA "DINA VERGO" GIA' VEDOVA DEL COMPAGNO "IGINO BENEDETTI"

I SOCIALISTI MARCHIGIANI, INCHINANO COMMOSSI LE LORO BANDIERE PER LA SCOMPARSA DELLA STORICA E MITICA COMPAGNA DELLA CITTA' DI TOLENTINO :

DINA  VERGO

Cara Dina, sarà impossibile per tutti quanti ti abbiano conosciuto dimenticare il tuo sorriso, la tua tenacia, l’amore per la tua famiglia, la tua bontà. 

Per noi Socialisti, sarà impossibile dimenticare la nostra fedele, speciale, Dina; la vera regina delle nostre Feste dell' “Avanti”, sempre disponibile e infaticabile fino al sacrificio.

Sarai sempre nel nostro cuore, in quello di tutte le Compagne di tutti Compagni e di quanti hanno potuto apprezzare il tuo animo forte e dolce, la tua serenità che nulla poteva scalfire. 

Un abbraccio fortissimo a tuo figlio Sauro, con tutto il nostro immutabile affetto. Ciao grande Dina.

I Socialisti di Tolentino
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I funerali avranno luogo, domani Domenica 11 Giugno 2017 alle ore 9,30 presso la chiesa della Sacra Famiglia a Tolentino in provincia di Macerata.

Tolentino - 10 Giugno 2017

mercoledì 7 giugno 2017

"La Sinistra Socialista nelle Marche c'è e combatte anche a Fabriano "

di Manfredi Mangano.
La Sinistra Socialista nelle Marche c'è e combatte anche a Fabriano. Scontata la scelta di separarsi dai socialisti "ufficiali", dopo la decisione di appoggiare la coalizione tra PD e civiche piene di esponenti di centrodestra, andando a finire in una variopinta lista che unisce i Verdi a Vittorio Sgarbi. La Sinistra Socialista e Risorgimento Socialista hanno quindi deciso di sostenere il ginecologo Vinicio Arteconi e la lista di Fabriano Progressista, in cui sono presenti tre candidati di area socialista. Martha Ruggeri, nipote del partigiano Egidio Gagliardi e dello storico esponente socialista albacinese Leandro Mariani, è uno dei volti di punta della campagna elettorale della lista: assieme a lei, lo storico del movimento operaio Stefano Gatti e il docente di Scienza delle Finanze in pensione Callisto Battifoglia completano la “tripletta” di nomi che fanno riferimento alla tradizione del socialismo fabrianese, e che hanno scelto di sostenere Vinicio Arteconi, nel nome dell’unità della sinistra.

Lo sguardo è rivolto alle grandi battaglie del passato, come gli scioperi dei cartai e del Maglio, la Marcia della Fame di Castelletta, la vittoria di Giancarlo Castagnari nel 1995, ma anche e soprattutto al futuro. La presenza socialista nella lista unitaria della sinistra ha stimolato due eventi importanti, uno sulla ricostruzione post-terremoto a cui ha partecipato anche Venanzo Ronchetti, il mitico sindaco di Serravalle di Chienti, del 1997, e un altro sul futuro del lavoro a Fabriano, che giovedì 8 giugno porterà in città Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italiana, e Franco Bartolomei, coordinatore di Risorgimento Socialista."

domenica 28 maggio 2017

CIVITANOVA MARCHE : CI HA LASCIATO IL COMPAGNO "ROBERTO GAROFOLO"

I SOCIALISTI MARCHIGIANI, INCHINANO COMMOSSI LE LORO BANDIERE PER LA PREMATURA SCOMPARSA DEL PRESTIGIOSO DIRIGENTE E STORICO COMPAGNO, DELLA CITTA' DI CIVITANOVA MARCHE :

ROBERTO GAROFOLO





















GENEROSITA', IMPEGNO CIVILE, ATTACCAMENTO AL LAVORO E ALLA FAMIGLIA, NE HANNO FATTO UN ESEMPIO CHE RESTERA', INDIMENTICABILE, NEL CUORE DI MOLTI.

A TUTTA LA FAMIGLIA, AL CARO FRATELLO GIOVANNI, ALLA MOGLIE TIZIANA ED ALLA FIGLIA GIULIA, GIUNGANO LE PIU SENTITE CONDOGLIANZE.

I FUNERALI  AVRANNO LUOGO DOMANI LUNEDI' 29 MAGGIO ALLE ORE 16,00 PRESSO LA CHIESA DEL QUARTIERE  SAN GIUSEPPE, A CIVITANOVA MARCHE. 

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sabato 20 maggio 2017

SOCIALISTI IN ITALIA : QUALE FUTURO ?


CI HA LASCIATO IL COMPAGNO "GIUSEPPE MAZZA"

LA COMUNITA' SOCIALISTA DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO AP, E' IN LUTTO PER LA PREMATURA SCOMPARSA DEL COMPAGNO "GIUSEPPE MAZZA" MILITANTE DA SEMPRE E PER SEMPRE.

ERA NATO IL 26 FEBBRAIO DEL 1943, LASCIA LA MOGLIE GLORIA, LA SORELLA DORINA E I DUE FIGLI CRISTINA E ANDREA. I FUNERALI AVRANNO LUOGO DOMENICA 2I MAGGIO ALLE ORE 16,00 PRESSO LA CHIESA DEI SACRAMENTINI A SAN BENEDETTO DEL TRONTO AP.

BANDIERE IN LUTTO PER TUTTI I SOCIALISTI MARCHIGIANI IN RICORDO DEL COMPAGNO "GIUSEPPE MAZZA"  

giovedì 2 marzo 2017

ALDO POTENZA : IL PARTITO CHE VORREI..... DEDICATO A NENCINI....

IL PARTITO CHE VORREI.... DEDICATO A NENCINI.....

di Aldo Potenza

In poche parole ecco la risposta:

VORREI un partito capace di leggere il malcontento popolare, di capirne le ragioni.

Vorrei un partito che torni prima o poi a svolgere il ruolo che aveva un tempo aggiornando analisi, metodi, comportamenti, orizzonti, ma fedele ai pricipi non negoziabili che da sempre hanno guidato le nostre azioni.

Un partito che non si arrende alla cultura del mercato piegandosi con il suo voto a scenari oligarchici su dettatura proprio di quelle forze che pongono al centro il mercato e non le condizioni umane.
Tutto questo perchè è così complicato per il psi ? Perché questa richiesta sembra essere considerata pari a sognare scenari impossibili ?

La paura di agire, e di temere la reazione degli altri è pessima consigliera e rende sordi al tumulto che viene dalla società aggravando le ragioni del malessere e favorendo proprio coloro che si vorrebbe combattere.

Chiudersi dentro un recinto autoreferenziale non risolve nulla anzi aggrava la condizione del partito e non aiuta nemmeno le sorti del Paese.
Non vi sfiora nemmeno il dubbio che Grillo e soci siano il frutto di una "sinistra che si è arresa alle forze dominanti, che invece avrebbe dovuto contrastare, accettandone via via tutti i parametri di giudizio sulle trasformazioni sociali, politiche, economiche" e che noi abbiamo anche in minima parte la nostra responsabilità.

"La vera contrapposizione non è stata e non è tra conservatori e innovatori, ma tra un popolo sempre più disorientato e la reazione dei ceti dirigenti".

Un tempo c'erano i socialisti che avevano sensibilità politiche e sociali che li portavano a capire il profondo malessere della società e quindi si battevano perchè il lavoro, il riconoscimento dei diritti inviolabili delle persone, la dignità sociale, l'uguaglianza tra i soggetti e la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e il pieno sviluppo della persona, l'autonomia e il decentramento dei poteri, si affermassero mentre ora tutti questi principi stanno cedendo il passo alla ridefinizione dei poteri voluta dal mercato.

Così con legge del mercato e della finanza si costruisce il nuovo ambiente sociale e politico. Il risultato è il declino dell'idea stessa di Europa e provoca mostri. E così la sinistra rinunciataria e purtroppo con essa il psi si stanno suicidando.

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