giovedì 22 dicembre 2016

TESSERAMENTO ZONE TERREMOTATE....

Care compagne, cari compagni

Abbiamo appreso, in maniera casuale e senza conferme dirette, che, in base a recenti comunicazioni del responsabile tesseramento e organizzazione Emanuele Pecheux, sarebbe possibile per i militanti residenti nelle zone del cosiddetto "cratere sismico" iscriversi al Partito Socialista Italiano senza pagare la quota di 25 euro.

Siamo felici che il Partito si adoperi, anche in piccolo, a favore dei compagni delle zone terremotate, ma ci permettiamo di far notare qualche problema.

Il primo problema è che lo abbiamo scoperto per caso:  non ci è arrivata nessuna comunicazione di nessun tipo. Un rapido giro di telefonate ci ha confermato che l'informazione era arrivata a pochissimi dei compagni dei nostri territori.

Approfondendo, abbiamo scoperto che l'informazione era "riservata": a quanto pare, ne erano stati messi a parte solo il segretario regionale e quello provinciale.

Ad oggi, non si sa nulla, pubblicamente, di questa iniziativa: non è stata inviata nessuna mail agli iscritti, nessuna solerte telefonata o lettera ... nonostante il compagno segretario Nencini sia solito scrivere regolarmente, in tempi di tesseramenti e contributi straordinari ... nessun avviso sull'Avanti, nessuna informazione sul sito, nemmeno nella sezione dedicata al tesseramento.

Con la presente, siamo quindi a chiedere che negli organi di stampa e comunicazione del Partito, e separatamente agli iscritti stessi, sia data immediata evidenza a questa opzione, dettagliandone le modalità in maniera precisa e sgombrando immediatamente il campo da comportamenti "segreti" o "riservati", che non possono assolutamente essere giustificati in relazione a un tesseramento, specialmente in un contesto delicato come quello del sisma e in un momento come questo, in cui la regolarità degli ultimi tesseramenti al Partito Socialista Italiano deve essere appurata in tribunale.

Certi della vostra attenzione,

Ancona - 22 Dicembre 2016


un Saluto Socialista e un augurio di buone feste a tutti voi

Luciano Vita
Giuseppe Iacopini
Riccardo Morelli
Manfredi Mangano

membri del Consiglio Nazionale eletti al congresso di Venezia in rappresentanza della Regione Marche

DARIO CONTI : Come possono riprendere le attività economiche nelle zone terremotate....


“La rinascita dei territori colpiti dal terremoto deve basarsi sul rilancio dell’economia, sulla tutela dei livelli di occupazione, su una pressione fiscale che tenga conto delle attuali difficoltà e su una rete di servizi pubblici adeguata alle esigenze di quelle zone”. Queste sono alcune parole pronunciate dall’on. Oreste Pastorelli, membro della commissione ambiente e lavori pubblici della camera dei deputati, che è stata alcuni giorni fa a Camerino, su cui devono riflettere il governo, il commissario Vasco Errani e il presidente della regione.


Noi cittadini terremotati, unitamente ai nostri sindaci, dovremmo sollecitare e supportare tale richiesta se vogliamo che ci sia un’ immediata ripresa economica, nella fase dell’emergenza,  e si possa così rammendare il lacerato tessuto economico nel corso della ricostruzione.

Solo così l’economia e l’occupazione si potranno rilanciare in questi territori,martoriati dal terremoto, e far ritornare la gente a rivivere i propri comuni, i propri borghi. Inoltre in questa fase emergenziale e nel periodo della ricostruzione i servizi pubblici dovrebbero essere rafforzati e resi più efficienti, non escluso, ma anzi va visto come una priorità, il potenziamento dell’ospedale di Camerino, agibile e al centro dell’area terremotata, sia in termini di personale medico, infermieristico e nelle strumentazioni. Se poi necessiterebbero più posti letto, basterebbe aggiungere  un altro modulo.

Non ci si può sentir dire che se la stragrande maggioranza della popolazione   è locata lungo  la costa, non serve cosa. E’ vero, ma solo momentaneamente perché tutti vogliono rientrare. Se non si riporterà tutto ciò che prima era nella nostra città e nei paesi vicini saremo i primi a dare la sensazione che non si avrà futuro.

Così non è, ci sono tante persone, tanti giovani che in questo periodo di difficoltà si stanno enormemente dando da fare per un futuro di speranza per essi, per i loro figli e per i nostri nipoti. E poi che cosa è questo problema che se uno vuole istallare casette di legno, a proprie spese in un’ area di proprietà, non gli verrebbe consentito in quanto  incorrerebbe nell’abuso edilizio ?

La Prima cosa elementare che si doveva fare era  inserire nel decreto la sospensione, dal 26 ottobre, dell’abuso edilizio fino al termine dell’emergenza. La regione se ha competenza lo elimini, altrimenti interceda sul governo e non inviare quella lettera ai sindaci che definire scandalosa, in questi frangenti, è poca cosa.

Non si capisce che il cittadino alleggerirebbe economicamente lo stato ?

Camerino lì 22 dicembre 2016

Dario Conti
Gia' Sindaco di Camerino

sabato 17 dicembre 2016

I Socialisti per il No vanno avanti - Roma, 17 dicembre 2016


Comunicato Stampa


I Socialisti per il No vanno avanti


I socialisti per il No riuniti oggi a Roma per l'esame del significato politico del voto del 4 dicembre hanno deciso di non interrompere la propria attività politica e organizzativa concentrando da subito la propria iniziativa nella battaglia contro l'italicum per una nuova legge elettorale che garantisca agli elettori una rappresentanza proporzionale del parlamento.


In nome di una politica per il lavoro diversa da quella praticata dagli ultimi governi i socialisti per il No dichiarano di impegnarsi per sostenere anche organizzativamente i referendum sul lavoro frutto della raccolta delle firme di milioni di italiani. 

I socialisti che hanno sostenuto la vittoria del No ponendo la questione dell'elezione di una Assemblea Costituente decidono di partecipare a livello nazionale e locale all'attività dei comitati iovotoNo per costruire insieme ogni iniziativa necessaria per la difesa e lo sviluppo della democrazia italiana, non abbassando la guardia, considerando che le forze politiche ed economiche che hanno sostenuto il Si non rinunceranno a mettere in campo ogni tentativo di rivincita.

Infine i socialisti per il No annunciano la volontà di promuovere presto un'assise tra tutti coloro che ritenendosi socialisti intendono dare il proprio contributo alla riorganizzazionedi una comunità socialista larga e unitaria che ha tra i suoi obiettivi quello della presentazione di una lista socialista alle prossime elezioni politiche.



Roma, 17 dicembre 2016


- COMITATO SOCIALISTA PER IL NO -
Regione Marche

lunedì 5 dicembre 2016

LUCIANO VITA : REFERENDUM COSTITUZIONALE DEL 4 DICEMBRE 2016, 0LTRE 19 MILIONI DI ELETTORI HANNO VOTATO NO !

UNA GIORNATA STORICA PER LA DEMOCRAZIA ITALIANA
UN NUOVO INIZIO DELLA SOVRANITA' POPOLARE

LUCIANO  VITA
Oggi è un grande giorno, per una grande vittoria del NO, auspicata da tanti socialisti ma certamente impensabile in queste dimensioni.

L'Italia democratica ha reagito ed il popolo ha esercitato la sovranità che i Padri Costituenti gli hanno dato. E' stata sconfitta l'arroganza e la supponenza di un personaggio che ha creduto di essere l’uomo della Provvidenza e che invece ha fallito su tutti i fronti; quello delle riforme, dello sviluppo, delloccupazione giovanile, del risanamento dei conti pubblici e quello di una riforma Costituzionale imposta a colpi di maggioranza,in netto contrasto con i principi voluti e scritti dai Padri Costituenti,che hanno inteso la Legge fondamentale dello Stato,come legge di grandi principi ed indirizzi generali, entro la cui cornice legiferare secondo le esigenze ed i bisogni del popolo Sovrano. Certo questa nostra democrazia ci impone di rispettare il libero convincimento ed il voto di tutti, sia di chi ha votato per il SI, che di chi , come  tantissimi socialisti,in tutte le Regioni d’Italia  hanno votato per il NO.

Per questo grande NO, rispetto alla “fine del Mondo” prospettata e menacciata dai poteri forti interni ed internazionali,una grande felicità per chi come me ci ha messo l’impegno e la faccia ,e un grandissimo ringraziamento a tutti quei compagni che hanno contribuito a questa enorme prova di democrazia.

BOBO CRAXI,  ALDO POTENZA, FRANCO BARTOLOMEI
In particolare, oltre ai compagni delle Marche che si sono direttamente o indirettamente impegnati in questa campagna referendaria, un fraterno grazie per la loro presenza ed il loro aiuto anche in questa Regione martoriata dagli eventi sismici,sento il dovere di rivolgerlo a Bobo Craxi, Presidente Nazionale dei socialisti per il NO, ad Aldo Potenza ex segretario regionale del PSI dell’Umbria, a Franco Bartolomei, Presidente Nazionale del movimento del Risorgimento Socialista.

Un ringraziamento  speciale va ai giovani Compagni ; l'avvocato Riccardo Morelli e il Dott. Manfredi Mangano, liberi professiosisti, laureati ed ancora tenacemente impegnati a difendere i valori ed i principi del socialismo riformatore e riformista a fianco ed in difesa sempre dei  lavoratori e delle classi meno abbienti. Infine un ringraziamento super per il Compagno Giuseppe Iacopini (Sandokan) regista ideale e ineguagliabile del vero Socialismo Marchigiano, amatissimo Compagno, stratega della comunicazione Socialista via Web, che ci e' stato sempre vicino nel garantire tutti i percorsi di informazione e comunicazione anche con la RAI e le emittenti locali.

RICCARDO MORELLI,  MANFREDI  MANGANO
Questa grande vittoria è l’impegno di milioni di italiani che si sono espressi in un numero di partecipanti mai raggiunto nell’ultimo ventennio e la cui proporzione ha fatto si che il presidente del Consiglio nè traesse le conseguenti dimissioni. Una sconfitta pesantissima  nei numeri e soprattutto per come se l’è cercata personalizzando con protervia e spesso arroganza la consultazione referendaria.

Il popolo italiano ha risposto in maniera inequivocabile; nel merito e nel metodo. LA COSTITUZIONE NON SI CAMBIA A COLPI DI MAGGIORANZA !

Ma la sconfitta di Renzi è anche una risposta alle leggi del suo Governo che ledono i diritti costituzionali sul lavoro,sulla scuola,sulla sanità; una risposta ad una politica neoliberista voluta dalle lobby bancarie e della grande finanza, ed infine credo di poter dire anche una risposta di quel popolo di sinistra che   alla imperante politica finanziaria del Mondo Globalizzato, non ha trovato risposte politiche di sinistra da parte del PD, il cui solo merito di Renzi è stato quello di avergli cambiato il suo DNA,trasformandolo in un partito conservatore.

Le sue dimissioni è un atto dovuto e conseguente al suo operato. Ora tutti abbiamo il dovere di guardare avanti; aldilà degli anatemi che i poteri forti ci hanno annunciato l’Italia ha la forza ed il dovere di riprendere il suo percorso democratico.

GIUSEPPE IACOPINI
Cari compagni mi rivolgo al vostro essere socialisti; la democrazia ha le sue regole ma impone anche e soprattutto il rispetto delle idee di tutti; a maggior ragione di coloro che non condividono la politica nazionale del nostro Segretario,totalmente appiattito sul Governo Dimissionario, probabilmente solo perchè né fa parte.

Il Segretario Nencini ha sostenuto fino in fondo le ragioni del SI tentando di imporle al popolo socialista come il risultato di una indicazione congressuale.

Il popolo italiano con oltre 6 milioni di voti in più di quelli espressi in favore della maggioranza di Governo ha bocciato sia la “Deforma Costituzionale” sia la politica  “Renziana”.

Il 7 dicembre prossimo il Tribunale di Roma deciderà sulla legittimità del Congresso socialista di Salerno ma io vi pongo un problema politico.

La “deforma Costituzionale”e la politica sciagurata del Governo sono state bocciate democraticamente dagli Italiani ed Il Capo del Governo né ha preso doverosamente atto presentandosi dimissionario di fronte al Capo dello Stato.

Mi aspetto, e formalmente chiedo ,che il segretario del mio partito, Sen. Riccardo Nencini, si dimetta dal suo incarico di segretario Nazionale del PSI, e rimetta il suo mandato al Presidente del Partito,quale conseguenza del fallimento della sua linea politica i cui disastri sono sotto gli occhi di tutti, come dimostrano i fatti delle ultime tre competizioni elettorali , in cui non ci ha mai fatto presentare i simboli di partito e la nostra forza  elettorale, dal 2013 al oggi è passata da un 1,5% allo 0,1% e mai citato dai sondaggisti,nonostante la tante volta decantata nostra presenza nel Parlamento.

Mi rivolgo a tutti i compagni delle Marche e dell’Italia tutta,che abbiano ancora a cuore le sorti del partito e che abbiano ancora voglia ,come i nostri giovani Morelli e  Mangano ed altri giovani socialisti delle altre Regioni, di lottare insieme a noi più anziani  per i valori del socialismo.

Abbiamo tutti noi,discutendo democraticamente nel merito delle questioni,il dovere di difendere il nostro partito,convinti come siamo che l’Italia e gli italiani abbiano ancora bisogno delle idee e della presenza dei socialisti.

Le discussioni di corrente di partito sono alle nostre spalle, la consultazione referendaria pure; se abbiamo tutti a cuore un futuro nel, e per il Partito socialista, discutiamone e confrontiamoci democraticamente assieme, ma se qualcun altro tra i dirigenti locali e nazionali, pensasse a confluenze o annessioni varie, VI DICO CON TUTTO IL MIO ESSERE SOCIALISTA, ANDATEVENE E LASCIATECI LAVORARE PER UN NUOVO INIZIO OLTRE CHE DEL PAESE, ANCHE DEL PSI.

LUCIANO VITA
Membro del direttivo regionale Marche PSI, già Segretario Regionale
Comitato Nazionale Socialisti per il NO





sabato 15 ottobre 2016

MANFREDI MANGANO : Diciamo un No al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016

DI MANFREDI MANGANO

Ho letto il convinto appello del compagno Dario Conti per il Sì: purtroppo non ne condivido lo spirito, dalla prima all'ultima riga!

Posso capire che, per lui come per molti altri socialisti, questa riforma possa essere una lontana parente della “Grande Riforma” che Craxi e Amato tentarono di impostare negli anni '80. Ma si tratta di un paragone molto ingeneroso, perchè Craxi e Amato avevano in mente un chiaro progetto: adeguare le Istituzioni alle mutate condizioni del Paese, della sua società, della sua economia.
Il passaggio a una forma di governo più incentrata sul Presidente del Consiglio o sul Presidente della Repubblica adeguando l'equilibrio dei poteri, per ridare autorevolezza a tutto il sistema politico.

La riforma di Renzi non tocca i poteri del Presidente della Repubblica o del Presidente dei Consiglio: in questo è pienamente figlia della Seconda Repubblica e della sua ipocrisia. Inaccettabile creare un Premier-Cancelliere, che cade solo se ha contro una nuova maggioranza, come in Germania. Sia mai, un Presidente della Repubblica che ha il potere esecutivo, come negli USA o in Francia: noi facciamo finta di essere ancora un sistema parlamentare.

Però l'80% delle leggi le fa il Governo. Tramite decreti legge, decreti d'emergenza, regolamenti, delegificazioni, deleghe … mille strumenti con cui il Governo svuota la democrazia, il Parlamento, la discussione democratica.

Ma i governi cadono lo stesso ! Vero, e qui entra in gioco Renzi: aboliamo il Senato ! Servono leggi più veloci, governi più stabili ! Purtroppo però, la riforma del Senato non c'entra niente ne con le leggi veloci ne con la stabilità dei governi: il nostro Paese ha un eccesso di leggi, e mai nella storia della Repubblica è stato un contrasto tra le Camere a far cadere un governo.

I governi cadono e le leggi si impantanano perchè i partiti politici lo vogliono: partiti politici privati di democrazia interna e di responsabilità, che oramai sono ridotti a uffici di collocamento. Nessuno escluso, dai piccoli partiti come il nostro in cui si deve ricorrere al codice civile per avere un tesseramento trasparente, ai 5 Stelle e ai loro Direttori autoritari.

Partiti non autorevoli generano sistemi politici che non funzionano. La riforma di Renzi non crea un nuovo equilibrio di poteri, più spostato verso  l'uno o l'altro: è il prodotto di un leader fuori di testa per aver preso il 41% alle Europee, e convinto che il futuro gli appartenga.

Le regioni vengono spogliate di poteri. Il Senato e le province non sono aboliti, gli viene cambiato il nome e vengono fatte eleggere con elezioni di secondo grado dai partiti, a cui gli eletti rispondono. Tutto il sistema si regge su un partito egemone (ovviamente il PD), che deve vincere le elezioni politiche, le elezioni amministrative e le elezioni regionali. In questo caso, tutte le istituzioni sono allineate e funzionano.

Funzionano talmente bene che il partito egemone, grazie alle leggi elettorali super maggioritarie a livello nazionale e anche locale, controlla tutto: la maggioranza datagli dall'Italicum gli permette di imporre facilmente il Presidente della Repubblica, mentre frammentare l'elezione della Corte Costituzionale tra la Camera e il Senato gli permette di scegliersi i giudici senza dover fare compromessi. Se poi ci dovesse essere qualche dissenso in Senato, si fa sempre in tempo a invocare una delle nuove clausole di supremazia, e scavalcarlo. Il rischio di inaffidabili referendum o leggi di iniziativa popolare, nonostante i contentini sul quorum o sulla discussione, viene eliminato con soglie di firme tali che solo i grandissimi partiti e organizzazioni le possono raggiungere.

Se c'è un partito egemone, tutto diventa più veloce: si fa come dice quel Partito, punto e basta. Se il Presidente del Consiglio non va bene, potrà di nuovo cascare in tre mesi: comanda il Partito.

Se invece, fatalità, gli elettori dovessero essere sciocchi e non dare una maggioranza egemone almeno a livello locale a un solo Partito, allora … niente deriva autoritaria. Solo deriva confusionaria. Il Senato mantiene la possibilità di veto non solo sulle leggi riguardanti le autonomie locali, ma anche sulle leggi derivanti dalle normative europee. Sembra una cosuccia, in fin dei conti l'Europa non decide niente, lo sanno tutti.
L'Europa invece decide un sacco di cose: le sue normative condizionano circa l'80% delle nostre leggi. Un Senato non allineato con la Camera, perchè magari le elezioni regionali quel governo le ha perse, potrebbe comunque divertirsi a bloccare l'adozione delle leggi europee, e bloccare l'intero meccanismo di governo.

A proposito, la riforma fa strage di poteri delle Regioni. E' vero, le Regioni non sono il massimo, spesso: ma quando anziché i bandi per sostenere l'economia locale, i piccoli artigiani delle Marche dovranno partecipare a un click day nazionale, in cui bisogna chiedere i soldi in pochi millisecondi alla mezzanotte in cui viene pubblicato il bando, forse le rimpiangeremo. Non è fantascienza, è ciò che è successo alla promozione turistica e alle politiche di sviluppo da quando il governo si è ripreso le deleghe sul tema.
A quel punto, non ci sarà petizione per difendere i piccoli tribunali che tenga, tantopiù che in Senato noi avremo 2 rappresentanti, quanti la Val D'Aosta che ha un decimo dei nostri abitanti.

Questa riforma non è fatta per decidere meglio. La riforma di Renzi può portare facilmente a una deriva autoritaria, quella di un partito che prende qualsiasi decisione da solo, che sia il PD, il 5 Stelle o chiunque altro.

Oppure può portare facilmente a una deriva confusionaria, quella di Istituzioni che non devono rispondere a nessuno tranne che al ceto politico, e quindi saranno ricattatorie, o ricattabili e comprabili (e via di altri Scilipoti corrotti per permettere al governo di decidere).

Quello a cui non può portare è nuova stabilità, autorevolezza, capacità di decidere. Lo dico da presidenzialista convinto: questa riforma è un pastrocchio, l'ennesimo. Non rende migliore il nostro sistema istituzionale, si limita a renderlo ancora più brutto e disfunzionale per non farci capire che vogliono consegnare tutto il potere a un solo partito, oramai sempre meno democratico. E questa riforma si merita un sonoro NO.

Manfredi Mangano
COMITATO SOCIALISTA PER IL NO REGIONE MARCHE
Federazione dei Giovani Socialisti
Partito Socialista Italiano

DARIO CONTI : Diciamo un Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016

Diciamo un al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016

di Dario Conti


Il 4 dicembre p.v. i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimere un Sì oppure un No al referendum confermativo sulla riforma costituzionale, non avendo ottenuto,in parlamento, la maggioranza dei due terzi come prevede l’art.138, secondo comma ultimo paragrafo della Costituzione. La riforma non tocca i principi fondamentali, né la prima parte dell’attuale carta costituzionale. Non attribuisce nuovi poteri al presidente della repubblica; modifica semplicemente il sistema di elezione. Non sono neppure previsti nuovi e maggiori poteri al presidente del consiglio, che rimangono tali e quali agli attuali. Viene pertanto meno ciò che vogliono far credere i fautori del No, ovvero  un presidente con più poteri e autoritario. Cancella finalmente il bicameralismo perfetto. Quel ping-pong di disegni di legge tra Camera e Senato, che allunga assai i tempi di approvazione. La fiducia al governo sarà data soltanto dalla sola Camera dei deputati, senza più l’ inutile ripetizione al Senato. E’ prevista la diminuzione del numero dei parlamentari, con un nuovo Senato (degli enti locali), che passerà da 350 a 100, composto di 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 di nomina presidenziale; quest’ultimi  in carica solo 7 anni. Tutti senza indennità di funzione e con un nuovo e diverso sistema elettivo.
E’ previsto un nuovo sistema per l’elezione dei 5 giudici della Corte Costituzionale; saranno eletti separatamente, due dal Senato e tre dalla Camera. Si modifica il Titolo V della Costituzione togliendo alle Regioni alcune materie riportandole alla competenza statale per meglio coordinarle e uniformarle a livello nazionale. Più firme, necessiteranno, per presentare proposte di legge d’iniziativa popolare. In compenso ci sarà una data certa per la pronuncia della Camera, senza più il rischio d’’insabbiamento, come purtroppo è accaduto per alcune di esse (come quella contro la chiusura dei piccoli tribunali, sessanta mila firme e firmata da moltissimi camerinesi). Sarà abolito il CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), che nulla ha prodotto in tutti i suoi anni di vita, se non quello di pagare assai profumatamente i componenti del CdA con i relativi funzionari. Anche le Province saranno cancellate, sostituite, ora, dalle Aree vaste. E’ pure previsto il giudizio preventivo di legittimità da parte della Consulta sulle leggi elettorali prima che siano promulgate.
Viene modificato in parte il quorum del referendum abrogativo; il voto è valido se partecipa il 50% degli aventi diritto (come è oggi),ma se il referendum sarà richiesto da almeno 800mila elettori, il quorum scende al 50% dei votanti alle ultime elezioni politiche.
Nascono due nuovi tipi di referendum: quello propositivo e quello d’indirizzo.

Nell'articolo 55 entra un nuovo comma relativo all’equilibrio di genere( quote rosa): "Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza". Simili norme varranno anche per le elezioni dei Consigli Regionali.
Questi, in breve sintesi, i principali punti della riforma.
Non si capisce la posizione assunta dall’Anpi, schieratosi per il No. Non si vede cosa centrano con la Carta Costituzionale i principi e i valori della Resistenza. Non tutti gli iscritti la pensano come i responsabili nazionali dell’Anpi.
I sostenitori del No non entrano nel merito della riforma, la contestano solo per una semplice posizione politica allo scopo di mandare a casa Renzi, senza porsi il problema del dopo, solo perché è insopportabile o meglio indigesto alla destra,alla sinistra radicale e conservatrice, alla sinistra del Pd anche essa conservatrice e a tutti quei populismi o populisti che vogliono che nulla si modifichi.  
Certo la riforma costituzionale poteva essere fatta meglio, ma la necessità ovvero l’inciucio della mediazione tra le compagini politiche di maggioranza, data la composizione del parlamento, ha portato a tale risultato. Comunque è un piccolo passo in avanti per l’Italia che vuole cambiare. Con i diversi sistemi elettorali, avuti nel  corso degli anni dal dopo guerra ad oggi, non si è mai riusciti a riformare nulla. Sempre sottoposti alla logica del mediare, fra alleati di governo, prima che una legge passasse. Da più di sessant’anni parliamo sempre delle stesse materie senza riformarle. Solo nel primo centro sinistra degli anni sessanta si è vissuto il periodo delle riforme. Dalla scuola, alla sanità, dallo stato sociale, alla nazionalizzazione dell’energia elettrica, all’istituzione delle regioni, che, purtroppo, con il passare del tempo hanno dimostrato tutto il loro limite, burocratizzandosi sempre di più e allontanandosi dalle necessità dei cittadini.  
Si poteva prevedere anche una diminuzione dei parlamentari diminuendone il numero tra Camera e Senato senza modificare il tipo di elezione dei senatori. Dopo oltre settant’anni si poteva prevedere la cancellazione delle Regioni e delle province a statuto speciale, che subito dopo la guerra avevano una ragione, essendo regioni di confine e insulari; ora non hanno più senso. Creano solo disparità con le altre regioni. Se nulla cambierà, rimarremo con l’“istituto” della mediazione, con tutto il nulla che fino adesso ha prodotto.
Infine non si comprende l’accostamento, il famoso combinato disposto, che quelli del No  fanno con l’ “Italicum”. Un conto è la legge elettorale, un conto è la riforma costituzionale. L’“Italicum” potrà pure essere modificato (mancanza delle preferenze, il doppio turno e il premio di maggioranza alla lista). In agguato, però, ci sarà sempre il rischio della mediazione. Il 4 dicembre non è in gioco il futuro di Renzi, bensì quello dell’Italia.
Un No è senza prospettive, farà rimanere il nostro Paese così come è. Un’Italia ingovernabile e senza speranza. Riusciremo finalmente ad entrare nella quarta repubblica, visto la fine che ha fatto la prima,la seconda è abortita e la terza non è mai nata?
Camerino lì 13 ottobre 2016


Dario Conti
Consiglio nazionale Psi e presidente federazione socialista Macerata

martedì 29 marzo 2016

PSI : UN ESEMPIO DELLO SCOLLAMENTO CHE C'E' TRA LA POLITICA DEL PARTITO E IL SUO POPOLO.

di  ALDO POTENZA ( PSI)

Che il PSI, si sia "alleggerito" di iscritti e di voti, anche se quest'ultimi da un pò di tempo non sono noti a causa dell'assenza alle elezioni politiche della lista socialista, è un fatto. Che però in una comunità di dimensioni così modeste si crei una divaricazione così evidente tra l'opportunismo dei dirigenti nazionali e gli iscritti è questione che dovrebbe far riflettere chi si appresta ad andare al congresso di Salerno.
Passi che nel documento congressuale non si faccia alcun riferimento al referendum del 17 aprile anche se si dichiara, sempre nel documento in questione, di voler promuovere una alleanza con i verdi e le associazioni ambientaliste. Poi però il segretario, che con quel documento sarà eletto, dichiara di voler votare per il no (sic!!!), mentre la gran parte dei socialisti voteranno per il SI.
Si dice che c'è libertà di voto....mah....comunque credo non sfugga che quella libertà non può essere invocata da un segretario che indica una alleanza e poi la nega con il suo comportamento. 
Non viene in testa a nessuno chiedersi che senso ha eleggere un segretario che esprime un orientamento che contraddice sia le alleanze politiche indicate nel documento congressuale, sia l'orientamento di gran parte dei militanti socialisti ? 
E, ancora, il PSI a Viterbo in occasione di un seminario appositamente convocato, esprime nel confronti delle modifiche costituzionali e della legge elettorale italicum fortissime riserve al punto di sostenere che entrambe darebbero vita ad un sistema istituzionale oligarchico.
Successivamente senza ascoltare gli umori degli iscritti, su una materia come le modifiche costituzionali che trattano principi non negoziabili che rappresentano parte rileventissima della ragione stessa di una militanza socialista, in Parlamento si decide di votare a favore di entrambe le leggi.

Adesso gran parte dei socialisti sono per il no al referendum confermativo della "riforma" costituzionale, mentre nel documento congressuale si indica di votare per il SI.

Malgrado tutto ciò, malgrado si parli della legge fondamentale nella quale dovrebbe riconoscersi la stragrande maggioranza del popolo italiano, a Salerno si confermerà il massimo responsabile di tale evidente scollamento tra il popolo socialista e il suo vertice.
Non è questo il segno di un opportunismo senza vergogna ? 

Non è la dimostrazione che l'appartenenza al PSI, a causa di una dirigenza senza scrupoli, non trova più una autentica motivazione politica, ma è diventata il luogo dove alcuni restano per coltivare, senza vincoli politici significativi, il proprio comitato elettorale, dove altri approdano per le medesime ragioni, oppure si aderisce in nome di una storia che è rimasta nei simboli e nella memoria di alcuni compagni, storia e simboli che vengono profanati da tanta disinvolta azione opportunistica dell'attuale gruppo dirigente ?

domenica 6 marzo 2016

Caro Segretario Regionale del PSI Marche !

Caro Segretario Regionale PSI MARCHE 
nonché Presidente di Aerdorica autoproclamatosi non incompatibile,

ricevo l'invito al Direttivo Regionale - evento raro - quando già la Commissione di Garanzia mi ha dichiarato incompatibile.
Non bastava silenziare il dissenso mettendo il bavaglio su Facebook, riducendo le occasioni di confronto per non subire la noia di ascoltare voci divergenti.
Si è pure imbastito - contro di me e contro tutti gli altri compagni che aderiscono a Risorgimento Socialista - un processo farsa nel quale, dopo aver accertato se sono veramente io o un "omonimo", si è chiesto conto della mia militanza.
Raccolte diligentemente le preziose informazioni, il fascicolo istruttorio è stato trasmesso a Roma.

Il giudizio di incompatibilità presuppone un termine di paragone che indichi saldamente i valori di riferimento.
Io mi batto: 
- contro la Deforma Costituzionale che sconvolge l'equilibri dei poteri;
- contro l'Italikum che toglie rappresentanza e mortifica il pluralismo consegnando il potere al partito del premier;
- contro il Jobs Act che precarizza e sfrutta ulteriormente i lavoratori (cancellando le conquiste ottenute con lo Statuto da Brodolini e Giugni !)
- contro le trivelle (mentre il segretario nazionale Nencini non ha trovato altra data per il Congresso Nazionale che quella del Referendum);
-contro lo strapotere delle banche che possono espropriare case senza passare dal Tribunale dopo poche rate non pagate;
- contro la Buona Scuola affidata ai supermanager;
- contro la privatizzazione strisciante del Welfare; 
- contro un regime fiscale a favore dei ricchi e a danno di pensionati e fasce a basso reddito;
- contro l'intervento militare in Libia, frutto della completa assenza di strategie di politica estera e del ricatto economico dei portatori di grandi interessi;

per la pace, la libertà, l'uguaglianza, la solidarietà, la giustizia, l'equità fiscale, l'istruzione pubblica gratuita ed accessibile, l'innalzamento della cultura, l'effettiva applicazione del principio democratico in ogni ambito, la difesa dell'ambiente, la prevalenza dell'interesse generale sugli interessi particolari e privati, l'attuazione concreta del programma costituzionale che aveva come obiettivo, attraverso il miglioramento in senso progressivo delle condizioni materiali delle classi subalterne, la creazione di una società più giusta.
Questo, per me e per alcuni milioni di persone nel mondo, è il Socialismo.
Se il Partito Socialista Italiano non rispecchia più alcuno di questi valori, il giudizio di incompatibilità va invertito:
il PSI di Riccardo Nencini e dei suoi seguaci è incompatibile con i valori del Socialismo.
Ma la storia - è un fatto - la scrivono i vincitori e i detentori delle leve del potere, indipendentemente dalle qualità morali che li connotano.
Dunque, essendo incompatibile, non vedo ragioni per cui dovrei partecipare ad un Direttivo Regionale.
Sfogare il malanimo che mi procura questa ingiustizia ? Inutile.

Tentare di proporre una linea politica alternativa a quella del Segretario Nazionale e ViceMinistro Nencini ? Altrettanto inutile.
Meglio prendere atto che il PSI sotto la dirigenza Nencini a Roma e Catraro ad Ancona è quello che è: inutile.
Meglio cercare di essere degni, onesti ed utili alla causa del Socialismo.

Riccardo Morelli

Socialista, dichiarato incompatibile con il PSI di Riccardo Nencini

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