venerdì 24 febbraio 2012

ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI SANDRO PERTINI


di Webmaster (PSI - Marche)


"SANDRO PERTINI"

Il Prsesidente Partigiano
25 Settembre 1896 - 24 Febbraio 1990


In ricorrenza dell'anniversario della sua morte, Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più amato e rispettato, ci impartisce ancora una lezione di democrazia, senso dello stato e soprattutto di rigorosa onestà.


Uno dei suoi ultimi discorsi impressionano per l'incredibile attualità.
Queste le parole del Presidente Sandro Pertini rivolgendosi ai giovani: (Video)

Leggi il messaggio originale...

"Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà...........E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!"

Nel celebrare la memoria di questo grande uomo, in un momento in cui abbiamo bisogno di recuperare valori e ideali, ricordo una sua frase che conservo ancora nel mio cuore: "I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà

Grazie "Mio Compagno Presidente"


“Abuso” d’amore di Michele Iorio per i figli !

Il presidente del Molise (Pdl) è stato condannato per le consulenze a Luca e indagato per aver assunto un medico amico dell'altro suo figlio davide. Il giudice ha disposto l'interdizione dai pubblici uffici per 18 mesi

Cuore di papà. Il governatore del Molise, Michele Iorio (Pdl), ieri è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi per abuso d’ufficio e all’interdizione dai pubblici uffici (per 18 mesi): avrebbe affidato due studi alla società di consulenza Bain & Co in cui lavora suo figlio Davide. Non solo: Iorio, insieme con l’altro figlio, Luca, è indagato anche in un’altra inchiesta. Sempre abuso d’ufficio: stavolta c’è di mezzo un medico che sarebbe stato assunto dalla sanità molisana senza concorso. Un professore con il quale ha lavorato il figlio del Governatore. Due tegole per Iorio che in Molise è un’istituzione: “Ha guidato la Regione dal 1998 al 2000. Poi è stato eletto governatore nel 2001 e riconfermato nel 2006 e nel 2011. Nonostante la legge oggi preveda un limite di due mandati”, ricorda il consigliere regionale Massimo Romano (Costruire Democrazia). Partiamo dal caso Bain & co.

La Regione guidata da Iorio, sostengono i magistrati di Campobasso, avrebbe affidato importanti consulenze – una in materia di sanità, l’altra sull’autostrada del Molise – alla società multinazionale in cui lavora il figlio Davide. Così ha ricostruito il procuratore Fabio Papa nella sua requisitoria: “Su queste delibere, Iorio non si asteneva, come prescritto e come suo dovere, in presenza di un evidentissimo interesse di un proprio strettissimo congiunto”. Una consulenza fantasma, secondo Papa: lo studio sulla sanità “non lo ha visto nessuno”. Nemmeno la Digos che si è occupata dell’inchiesta “ha mai trovato la consulenza”. Quello del pm è un atto di accusa verso la classe dirigente molisana: “Abbiamo assistito a una sequenza di testimoni mortificante. Nessuno è stato in grado di dire cosa ha fatto la Bain per la Regione Molise.

Persino i testimoni più autorevoli, sono tutti partiti in quarta nel dire che le consulenze sono state utilissime, poi non hanno saputo dire cosa contenevano. E comunque, prima di affidare il lavoro, bisognava fare una comparazione tra diverse società”. E la difesa come replica? “Non esisteva – ha sostenuto l’avvocato Arturo Messere – alcun dovere di astensione da parte del presidente nell’adottare le delibere. La Regione si è affidata a una società di consulenza a livello europeo. Non ci fu alcun favoritismo”. E la promozione di Davide Iorio? “È bravo”. Ma le disavventure di papà Iorio non sono finite. Un’altra inchiesta (condotta dai pm Armando D’Alterio, Fabio Papa e Immacolata Di Petti) pende sulla sua testa. L’accusa è ancora abuso d’ufficio. E c’è di nuovo di mezzo un figlio: Luca, medico, che oggi grazie a un “comando” è vice-direttore di chirurgia vascolare al Cardarelli di Campobasso. L’avvocato Messere appena diffusa la notizia disse: “Non emergono illeciti penali a carico di Michele e Luca Iorio”. Massimo Romano ha parlato dell’inchiesta nelle interrogazioni al Consiglio Regionale: “L’indagine parte dall’assunzione all’ospedale di Isernia del dottor Cristiano Huscher”. Un professionista “di chiara fama”, ma finito al centro di polemiche e condannato in Cassazione, come riportò anche il Corriere della Sera, per omicidio colposo per un’operazione su una malata terminale di cancro. Si difese così: “Sono il nuovo caso Tortora”. Secondo i pm molisani a Huscher sarebbe stato concesso un “incarico con nomina diretta non preceduta da avviso pubblico, procurando così al medico un ingiusto vantaggio patrimoniale”. Per i pm (come hanno ricostruito i giornali moli-sani) Iorio avrebbe proposto a Huscher, conosciuto tramite il giovane Luca, di assumere l’incarico di direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale per consentire a Iorio jr. di fare esperienza vicino a casa.

Così Huscher avrebbe ottenuto un ingiusto profitto: 93. 785 euro lordi all’anno più un’indennità ad personam di 31 mila euro. Un fascicolo di tremila pagine con episodi da chiarire: il figlio di Iorio avrebbe partecipato a interventi chirurgici prima di avere un rapporto di lavoro con l’ospedale. Ancora: la Regione finanziò un progetto di ricerca da 500 mila euro predisposto da Huscher. Il programma andava realizzato con l’università del Molise, per questo, secondo i pm, Huscher ottenne la nomina di professore straordinario per tre anni con retribuzione annua di 48 mila euro lordi.

da Il Fatto Quotidiano del 24 febbraio 2012

LA PARADOSSALE SITUAZIONE DELLA NOSTRA REALTA', ED IN PARTICOLARE QUELLA DEL COMUNE DI CIVITANOVA MARCHE, MERITA UNA RIFLESSIONE.

Da noi si sta vivendo una situazione "CAPOVOLTA": *mentre in Molise addirittura il Presidente della Regione viene condannato per due consulenze esterne affidate al figlio, a Civitanova, dinanzi a decine di Assunzioni di figli, mogli e fratelli, viene denunciato e si indaga su chi ha, semplicemente, fatto conoscere ai cittadini questo stato di cose definendolo una... "novita assoluta"*. Si denuncia e si continua ad indagare sui SOCIALISTI e, per essi, sul compagno IVO COSTAMAGNA nonostante le prime chiare Sentenze che, tutte favorevoli, riconoscono il Diritto di critica ed il Dovere di informare ("CONOSCERE PER DELIBERARE"), le Archiviazioni ed i... "ritiri" di querela.

Il nostro Segretario Provinciale Ivo Costamagna sta combattendo l'ennesima battaglia di TRASPARENZA E VERITA' della sua vita.

TUTTI I SOCIALISTI SONO E SARANNO AL SUO FIANCO.
Il "rinnovamento" della politica non basta predicarlo, occorre *praticarlo* con l'esempio ed il compagno Costamagna ci mette, ancora una volta, la faccia e si rimette davvero in discussione malgrado abbia già ampiamente dimostrato, pagando *prezzi*, umani e politici, molto alti, la sua ONESTA'.

I SOCIALISTI DEL PSI E NON SOLO SI SONO IMPEGNATI, DA PIU' DI UN ANNO, CON COSTAMAGNA IN QUESTA BATTAGLIA DI *TRASPARENZA* (FdS, Verdi, Radicali, SeL, DCM, DeL, Cittàverde, UpC) raccogliendo migliaia di firme di civitanovesi che chiedono che su questi ed altri fatti collegati (assunzioni, consulenze esterne, funzionamento delle municipalizzate, "premi" ai dirigenti, ecc.) venga ISTITUITA UN'APPOSITA COMMISSIONE D'INDAGINE DEL CONSIGLIO COMUNALE.

Ci chiediamo, ALTRA SITUAZIONE ROVESCIATA RISPETTO A QUELLA DEL MOLISE E DI TUTTA ITALIA, che fine ha fatto l'opposizione che siede in Consiglio Comunale, su questi temi della *TRASPARENZA* che FINE HA FATTO IL PD ????

Civitanova Marche, li 24 Febbraio 2012

SEGRETERIA PROVINCIALE PSI MACERATA

domenica 19 febbraio 2012

FARE GLI STRUZZI NON RISOLVE I PROBLEMI DEI SOCIALISTI.

di Franco Bartolomei

L’irritazione del segretario del partito di fronte alla proposta di modifica della legge elettorale illustrata dal PD alla delegazione socialista rappresenta, purtroppo, la tardiva presa d’atto della fine della illusione di poter giungere al voto con un sistema elettorale in cui fosse ancora possibile riproporre con buone possibilita’ di successo una lista autonoma del PSI.

Il partito si viene ora a trovare nella condizione di dover subire un accordo dei maggiori partiti finalizzato a precludere alle forze piu’ piccole un adeguato spazio di rappresentanza parlamentare,, ed in particolare deve subire la riproduzione del vecchio gioco del PD di mascherare la propria crisi di rappresentativita’ e di proposta politica puntando su un sistema elettorale che sbarra la via ad ogni possibile alternativa a se’ all’interno della sinistra riformista.

Purtroppo non aver puntato al congresso di Fiuggi del PSI su una grande proposta unitaria di superamento delle attuali rappresentanze politiche del centro-sinistra (PSI, PD, SEL) per costruire un nuovo grande soggetto politico, espressione diretta nel nostro paese dello schieramento socialista europeo, si e’ dimostrato un errore enorme.

Una occasione mancata che consente ora al PD di poter concentrare, favorito dalla crisi del sistema dei partiti, la propria azione sul terreno ad esso ben piu' favorevole delle formule elettorali , evitando che il dibattito politico, per merito di noi socialisti ,potesse essere spostato sul tema ben piu’ urgente e decisivo per il mondo del lavoro e della produzione, e per le classi subalterne, della costruzione nel nostro paese di una nuova grande forza Socialista.

Una nuova forza unitaria attorno a cui riorganizzare una nuova sinistra di governo, libera da condizionamenti e contraddizioni, in grado di guidare il paese fuori dalla crisi attraverso un nuovo modello di sviluppo economico, ed un nuovo progetto di rinascita democratica e civile della societa’ e dello stato.

Era prevedibile che il punto di approdo della crisi del sistema politico sarebbe stato questa doppia riforma costituzionale ed elettorale, destinata ad azzerarci politicamente all’interno di una complessiva riorganizzazione e semplificazione delle rappresentanze politiche , finalizzata a realizzare un assetto del sistema di governo istituzionalmente piu’svincolato dal momento del controllo politico, e piu’ funzionale ad una integrazione sovranazionale dei processi decisionali reali.

Non aver previsto questo esito rappresenta una grave responsabilita’ politica a carico del gruppo dirigente del partito, non una semplice svista.

Da tempo nel partito abbiamo posto all’attenzione del dibattito tra i compagni questo probabile esito, cosi come da tempo andiamo sostenendo che pensare di poter votare con il porcellum e fare la quarta lista in grado di essere recuperata sotto il 2% sarebbe stato solo una illusione , utile solo a non affrontare il problema politico vero che abbiamo di fronte costituito dalla impossibilita’ di continuare a puntare tutto su una nostra autosufficenza identitaria, peraltro appannata dalla suggestione di alleanze liberaldemocratiche come possibile soluzione ai vincoli di sbarramento.

Pensare il risultato delle comunali come elemento risolutivo dei nostri problemi e’ un ‘altra illusione trasmessa al partito, in quanto non saranno certo quei risultati a modificare il disegno di tendenza verso la estrema semplificazione del sistema politico ,che costituisce un obiettivo primario di questo governo oltre il puntuale svolgimento dei “compitini” di politica fiscale, economica e sociale.

La riprova di questo e’ nel carattere costituente che sta ormai assumendo la maggioranza PD, UDC, PDL, che di fatto si e’ formata a sostegno del governo per garantirne la piena operativita’ fino al 2013.

Quindi evitiamo di fare gli struzzi per non vedere quello che non ci piace, e cominciamo nel partito a discutere di cose ben piu’ serie come le politiche di alleanza che dovremo saper impostare per allontanare le confluenze necessitate nel PD a cui vorranno costringerci, evitando forme di ridicolo microtrionfalismo che dopo Fiuggi sono diventate purtroppo la solfetta di rito delle riunioni negli organi e dei commenti sugli organi del partito.

Venendo poi a ragionare di prospettive politiche immediate, mi sembra assolutamente evidente che il risultato di Genova rappresenta con grande chiarezza la crisi di entrambe le coordinate d’azione che la maggioranza del PSI si era date come indirizzo della propria azione politica:

1) Sperare in un buon risultato delle nostre liste autonome alle aministrative per contrattare un po’ di spazi per le politiche sullo scacchiere del rapporto tra PD e UDC;
2) puntare su un PD, fortificato dall’appoggio al governo Monti come rifugio elettorale ultimo in caso di introduzione di una legge elettorale con sbarramento invalicabile.

Il risultato di Genova segna la sconfitta di entrambe queste ipotesi di lavoro, e chiama il partito Socialista a sciegliere l’unica linea possibile, indicata al Partito al congresso di Fiuggi dalla Sinistra Socialista : quella di collocare il Partito con decisione sulla linea della costruzione di una forza nuova unitaria a sinistra, che deve nascere prima delle politiche dal rapporto unitario tra il PSI, SEL ed il PD come riferimento italiano dello schieramento Socialista Europeo.

Questo implica per il PSI una nuova rete di rapporti con SEL, e con i nuovi sindaci emersi alle primarie in contrapposizione ai candidati ufficiali del PD ed in sintonia con i nuovi movimenti nascenti, su una linea di aperta contestazione del governo Monti .
Un nuovo schema di alleanze da verificare da subito per giungere ad alleanze privilegiate alle prossime amministrative.


La linea dei compagni della FGS che a Genova hanno deciso di sostenere Doria contro la impresentabile Vincenzi puo’ costituire un esempio vincente per il PSI , ed un modo concreto attraverso cui evitare quella ingloriosa confluenza nel PD a cui parte del partito purtroppo guarda da quando il dialogo con SEL e’ stato interrotto.

Franco Bartolomei
Segreteria nazionale del Partito Socialista Italiano


sabato 18 febbraio 2012

Considerazioni sullo sproloquio di Celentano a Sanremo

di Moreno Pieroni

Ancona,17/02/2012 – Si faccia avanti chi, al di fuori di una caserma (parlo di quelle di un tempo), abbia mai ascoltato volgarita' piu' gratuite di quelle uscite dalla bocca di Adriano Celentano, l'altra sera al Festival di Sanremo.

Alzi la mano chi ricorda una sola battuta, un solo pensiero significativo, insomma qualcosa che, al di fuori delle sue canzoni, si debba ad Adriano Celentano. Al quale, invece, sempre l'altra sera a Sanremo, la RAI ha voluto offrire (per l'ennesima volta) la possibilita' di esibirsi nell'abituale sproloquio narcisistico infarcito di offese.

Conviene che anche le persone serie si occupino di queste cose. Non solo perche' con l'esibizione di Celentano, condita di insulti a destra e a manca (i piu' indegni, questa volta, sono stati quelli ai giornali cattolici, L'Avvenire e Famiglia Cristiana), si e' raggiunto e superato ogni limite. E neppure solo perche' la RAI e' un servizio pubblico, come tale titolare di molti privilegi tra cui quello, decisivo, di poter esigere dagli spettatori un canone equiparato ad un tributo fiscale. Ma soprattutto perche' cio' che sono la radio e la televisione di un paese e' troppo importante per cio' che quel paese stesso e'. Troppo importante per la definizione dei modi con cui pensa se stesso ed il mondo. Il turpiloquio ed i balbettii pretenziosi di Celentano, il suo cachet astronomico (non importa se devoluto in beneficenza) sono insieme il simbolo di quello che il Festival di Sanremo e la RAI sono diventati negli anni.

Nel merito dello sproloquio di Celentano che, dall'alto delle sue Holding, invoca addirittura la chiusura dei giornali cattolici “rei”, a suo dire, di parlare di politica invece che di DIO, faccio una sola considerazione. Il Magistero della Chiesa passa anche attraverso il suo impegno sociale. Spesso parlare di politica significa parlare proprio di DIO come ci insegna l'intera Dottrina Sociale della Chiesa.

L' Avvenire e Famiglia Cristiana quando parlano della condizione di vita degli emarginati, degli immigrati e dei pensionati a 450,00 Euro al mese, parlano in difesa di coloro che la Bibbia definisce gli “ULTIMI” e che la Chiesa si adopera, quotidianamente e concretamente, per aiutare e sostenere. E' anche cosi', forse soprattutto cosi', che la Chiesa Cattolica svolge la sua opera di Evangelizzazione.

Nessun luogo come Loreto e' piu' adatto a replicare a Celentano con una semplice frase che, voglio ricordargli, ha cambiato il mondo:

“HIC VERBUM CARO FACTUM EST”


MORENO PIERONI

(Presidente Gruppo Consiliare PSI – Regione Marche)


martedì 14 febbraio 2012

E’ tempo che il Partito Socialista Italiano chiarisca la sua vocazione politica !

di Manuel Santoro

E’ tempo che il Partito Socialista Italiano scelga, senza più tentennamenti, cosa vuole fare da grande.
Dopo le dimissioni di Berlusconi e l’incarico a Monti di formare un nuovo Governo, si era capito come l’accordo di Vasto, ed il suo allargamento al PSI come quarta gamba, fosse da ritenersi una esperienza chiusa, essendo svanite le elezioni anticipate. Totalmente da dimenticare, fortunatamente, il tentativo susseguente del Partito di avviarsi verso una alleanza di stampo centrista inserendosi tra il PD di Bersani e l’UDC di Casini. Tentativo, questo, miseramente fallito all’Assemblea nazionale di Fiuggi per la mancanza dei due leader alla chermesse. Il dopo Fiuggi è stato solo un walzer di dichiarazioni confuse corollate dalla inattesa fiducia al Governo Monti. Ed arriviamo, oggi, a testimoniare una realtà sconfortante in cui il PSI cade nell’incertezza della propria missione e della propria collocazione politica. Il PSI non può continuare ad essere né carne né pesce. Il Partito Socialista Italiano esiste per i deboli del mondo e deve avversare moderatismi che, soprattutto in tempo di crisi, danneggiano indelebilmente l’essenza dell’essere uomo. Il PSI deve scegliere la strada sia della lotta alle ingiustizie che della proposta politica. Partito di lotta e di governo. Il Partito deve riallacciare un dialogo serio con tutti i socialisti, di sinistra, che porti ad una sintesi politica definitiva. Ad una ricomposizione della diaspora che non può non essere di sinistra.
Ripensiamoci, una volta per tutte, come un Partito definitivamente di sinistra. Costa, Turati, Nenni, Pertini, Lombardi ci apprezzerebbero.

Manuel Santoro
Partito Socialista Italiano
Manuelsantoro72@gmail.com

lunedì 13 febbraio 2012

Ripubblicizzare tutte le Reti , le Infrastrutture Strategiche , ed i Servizi Pubblici di interesse generale nazionale.


di Franco Bartolomei (PSI)

Atlantia, come ben sappiamo, e' la societa' della famiglia Benetton che ogni volta che prendiamo l'autostrada incassa soldi su soldi. Il tutto mentre i tedeschi vanno in autostrada gratis.

Questo frutto avvelenato e grottesco delle privatizzazioni della II repubblica hanno reso il nostro sistema tariffario autostradale fra i piu' cari al mondo,ed ancor peggio ha realizzato un gravame sui cittadini che va a consolidare direttamente una rendita privata che finora e' stata messa al servizio solo di operazioni speculative( l'investimento nell'opa telecom ne e' solo un piccolo e parziale un esempio lampante)

I profitti delle autostrade non vanno infatti allo stato, come accadeva un tempo, profitti che venivano poi rimmessi nel sistema italia (anche se in maniera poco efficiente) ma finiscono nelle mani di pochissimi generando con il consenso delle stato una inefficienza distributiva del reddito e del capitale. Ovvero poverta'.

MA LA COSA CHE DA ANCOR PIU' DA PENSARE E' QUELLA RELATIVA ALL'UTILIZZO DEI SOLDI CHE ATLANTIA INCASSA DA MILIONI DI ITALIANI (senza dimenticare che il costo del trasporto merci e delle persone che viaggiano per lavoro...viene a pesare sul prezzo di merci e servizi che noi tutti paghiamo, in un circolo vizioso dove gli unici che ne beneficiano sono lo stato che incassa le tasse, atlantia e gli azionisti che, escluso benetton sono per la maggior parte fondi esteri) E' LA DECISIONE DELL'AZIENDA DI DELOCALIZZARE IL CAPITALE, NON REINVESTENDOLO, LORO PER PRIMI, NELL'AZIENDA ITALIA.

Infatti dopo aver acquistato una parte delle autostrade cilene, adesso ATLANTIA si sta interessando alle autostrade turche!i IL MALE DELL'ITALIA E' LA MANCANZA DI FLUSSI DI CASSA, L'INCAPACITA' DI ATTIRARE CAPITALI NON SPECULATIVI MA PRODUTTIVI.

IL MALE DELL'ITALIA E' LA CATTIVA DISTRIBUZIONE DEI REDDITI E DEI CAPITALI. PERMETTERE PROFITTI MONOPOLISTICI COME QUELLI AUTOSTRADALI IN QUESTI MOMENTI DI CRISI E TASSARE ALL'INVEROSIMILE IL CITTADINO EQUIVALE AD UCCIDERE L'ITALIA.

ALTRO CHE DEBITO PUBBLICO E LIBERALIZZAZIONI...DOBBIAMO TORNARE A NAZIONALIZZARE I MONOPOLI ED OLIGOPOLI E RIAPPROPRIARCI DEL NOSTRO DENARO.

Per TERNA, l'ennesimo monopolio, una volta pubblico e da anni privato, vale una riflessione analoga.

Terna è la società che trasposta l'energia elettrica in Italia.

Siamo al punto che se il trasporto di energia diminuisce,per il calo dei consumi causato dalla crisi,.LA SOCIETA' ...CHE DOVREBBE GUADAGNARE MENO...RICEVE DEGLI AIUTI DI STATO CHE STABILIZZANO I PROFITTI.

Siamo al punto che in UN MOMENTO DI CRISI SI STABILIZZANO, CON SOLDI PUBBLICI, I PROFITTI DI UN MONOPOLISTA PRIVATO!!!

Questo paradosso e' FRUTTO DI UN PRECISO DISEGNO DELLA CASTA POLITICO IMPRENDITORIALE...CON A CAPO MONTI E IL SUO GOVERNO, finalizzato a sostenere i profitti di Terna al momento della sua collocazione presso il mercato azionario. Il governo Monti e company, nel decreto sulle liberalizzazioni hanno infatti obbligato Enel a vendere la sua quota di Terna (ed Enel è in parte pubblica..quindi, vendendo Terna è come vendere il patrimonio pubblico). Terna è una macchina da soldi..quindi vendere lei è come vendere i gioielli di famiglia, ed impoverire le entrate pubbliche. Si incassano quindi ora un po' di soldi che finiranno in spesa corrente, e che comunque verranno svalutati dall'inflazione imminente, e si rinuncia ad una entrata continua rivalutabile e ad un cespite patrimoniale attivo di valore produttivo e patrimoniale notevolissimo, che ha una valenza strategica per tutto il sistema paese.

LA COSA DIVERTENTE, O TRISTE...E' CHE LE AZIONI TERNA SONO STATE COMPRATE IN PREVALENZA DA FONDI ESTERI.

Per cui ancora UNA VOLTA L'ITALIANO PAGA LE TASSE E LE BOLLETTE...E I SOLDI FINISCONO, SOTTO FORMA DI LAUTI DIVIDENDI...(non piu' allo stato stesso come accadeva prima della privatizzazione) ma a soggetti istituzionali esteri, che incassano dividendi e li reinvestono altrove-

Da queste riflessioni dobbiamo trarre la convinzione che UNO DEGLI ELEMENTI DI UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO DEVE ESSERE LA RIPUBBLICIZZAZIONE DI TUTTE LE RETI ED INFRASTRUTTURE DI INTERESSE COLLETTIVO, I CUI INTROITI, FRUTTO DI UNA NATURALE TARIFFAZIONE DI TIPO MONOPOLISTA; DEBBONO TORNARE AD ESSERE UNA ENTRATA PUBBLICA POSTA AL SERVIZIO DI PROVVEDIMENTI DI SPESA DI NATURA PUBBLICA FINALIZZATI A SCELTE ECONOMICHE; SOCIALI,e PRODUTTIVE DI INTERESSE PUBBLICO, ASSUNTE IN BASE AL RIPRISTINO DI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE.

domenica 12 febbraio 2012

Il PSI di Porto San Giorgio sta con Marangoni. E al PD diciamo che...

La militanza e la coerenza politica sono cose serie che non possono essere affidate al giudizio di un novello Zeno Cosini, incapace di distinguere la portata delle idee dal consenso elettorale, seppure esiste, la correttezza nei rapporti nella diversità di vedute dalla spocchia presuntuosa di chi, nuovista, non si è mai sottoposto al giudizio degli elettori.



Il Segretario del PD, Antonello Cossiri, ci è cascato di nuovo. Incapace di distinguere le posizioni personali da quelle politiche di un’intera Sezione, accredita al Segretario Marangoni posizioni dell’intero Partito Socialista, ripetutamente rappresentate nel corso delle interpartitiche sul programma. Il Partito Socialista ha sempre ribadito che trattandosi di elezioni amministrative, si sarebbe schierato con la coalizione con la quale avrebbe riscontrato maggiore convergenza programmatica. All’esito del percorso effettuato, nel corso del quale il PD ha somministrato ai possibili alleati, proclamandone l’intangibilità, il vecchio programma di Brignocchi, sul quale la città si è già espressa severamente, non è rimasto che constatare l’impossibile alleanza. Impossibilità che ha per altro riguardato non solo il PSI, ma anche l’IDV, l’UDC, Rifondazione Comunista e buona parte di Città Solidale, dovendosi constatare che le previsioni di convergenza, ottimisticamente profuse dal segretario Cossiri, permangono dei meri desiderata. Anche sul supposto consenso elettorale il segretario si confonde: alle ultime comunali il PD conquistò il 17% dei consensi, cifra che, dovrà convenirne, appare ben poca cosa se si considera che il PD è il risultato dalla fusione fredda della Margherita e del PDS e quindi della DC e del PCI, partiti che raccoglievano ben oltre il 60% dei voti. Il nuovismo del segretario appare inoltre ingiustificato laddove rifletta sulla circostanza che il suo candidato sindaco, Nicola Loira, siede in Consiglio comunale, allora per i Socialisti, da prima che Marangoni scendesse in politica. Su una cosa invece il segretario Cossiri non sbaglia: è ora di tagliar corto e consentire ai cittadini di farsi un’idea precisa su programmi e persone. Sarà l’occasione buona per spiegare agli amministrati perché, alla fine della fiera, si saranno buttati 1, 5 milioni di euro per la realizzazione, forse, della piazza del Grand’Hotel, proclamando l’impossibilità di prevedere parcheggi sottostanti, e uguale intervento si prevede invece, nel programma del PD, sotto il campetto dei ferrovieri, che dista 100 metri. Sarà anche quella l’occasione di spiegare ai Sangiorgesi perché, nelle riunioni neanche tanto ristrette, il segretario Cossiri non ha difficoltà ad ammettere la consapevolezza che il piano sul porto, realizzato dall’architetto Cervellati e previsto dal programma del PD, “è bello ma irrealizzabile” e che pertanto bisognerà metterci mano ad elezioni avvenute. Questa si che è vecchia politica.

Monti tra art.18 e nuovo regolamento europeo sugli scioperi

di Roberto Musacchio

10 febbraio 2012 - Il diritto di sciopero in Europa e una proposta di regolamento che fu fatta da Monti come Commissario e che ora si vuole approvare: il Monti 2, appunto, che riprende pienamente da due sentenze della Corte di giustizia europea (Viking e Laval ) a partire dalla affermazione che lo sciopero costituisce un ostacolo al funzionamento del mercato interno, al pari degli atti regolativi adottati dagli Stati.

Mentre in Italia è apertissimo il conflitto sull'art.18, con il governo Monti intenzionato ad andare fino in fondo, c'è, in Europa, un altro fronte riconducibile al Presidente del Consiglio italiano, che concerne il nuovo regolamento sul diritto di sciopero nell'ambito del mercato unico, il cosiddetto Monti 2, che l'allora Commissario Europeo, appunto Mario Monti, predispose e che ora la UE sembrerebbe intenzionata a varare in tutta fretta.

D'altronde la signora Merkel ha ben detto che dopo l'aver messo a posto i conti ora bisogna occuparsi di mercato del lavoro. Ecco dunque in pista questa proposta di Raccomandazione che, è bene saperlo, come tale avrebbe la caratteristica di entrare immediatamente in vigore. Ma di che cosa si tratta? Di un testo che figlia sostanzialmente da una determinata lettura di due storiche sentenze della Corte di giustizia europea, la sentenza Viking e quella Laval, che inerivano lotte sindacali, molto dure, avverse a processi di delocalizzazione e insediamento di attività produttive, di armamento navale ed edile, che non rispettavano però le norme del Paese ospitante.
Le sentenze furono particolarmente ambigue e perniciose, dando sì ragione ai sindacati che avevano lottato contro la delocalizzazione ma torto agli stessi sindacati sul punto cardine dell'obbligo del rispetto del contratto nazionale di lavoro. Il Parlamento Europeo dedicò una propria risoluzione a tentare di correggere una determinata lettura delle sentenze.

Ma ora la proposta di regolamento di Monti ne ripropone gli elementi peggiori. A partire dal bilanciamento tra diritto di sciopero e diritto alla libera concorrenza e al profitto nel mercato unico che fa da architrave a tutta la proposta. E in tal senso si dice esplicitamente nel testo che non esiste primazia tra libertà economiche e diritti sindacali.
La chiave è sempre nella proporzionalità, che è una delle parole magiche che fu inserita nella famigerata direttiva Bolkestein per sostituire il contestatissimo principio del Paese d'origine. Proporzionalità, necessarietà e non discriminazione è la triade inserita a qualificare il margine di intervento possibile per le regole nazionali, non a caso le aggettivazioni usate dal WTO. Non solo. Il Monti 2 riprende appunto pienamente dalle due sentenze Viking e Laval a partire dalla affermazione che lo sciopero costituisce un ostacolo al funzionamento del mercato interno, al pari degli atti regolativi adottati dagli Stati.

Continuando a valersi delle due sentenze, ne discende come conseguenze concrete che ci si può battere contro delocalizzazioni ( sentenza Viking ) ma si deve tenere conto della sentenza Laval per quanto concerne gli scioperi per l'applicazione del contratto nazionale in quanto gli accordi tra le parti sono tenuti a rispettare solo gli standard minimi previsti dalla direttiva distacchi.
A seguire tutta una serie di procedure, dall'allerta alla conciliazione, per impedire che si registri un danno alla libertà di profitto sancita dalla libertà di impresa nel mercato unico santificata dai trattati. Alla fine c'è pura una clausola di salvaguardia dei diritti sindacali ma suona come pura foglia di fico. Il regolamento è un tassello pesante di uno stravolgimento complessivo in atto e che riguarda le costituzioni e le giurisprudenze formali ed informali.

E' evidente che il "fondata sul lavoro" della Costituzione italiana rischia di essere sempre più residuale rispetto all'inserimento, in costituzione, dell'obbligo al pareggio di bilancio e, da trattati europei del bilanciamento, in realtà una primazia, del diritto al profitto da libertà di mercato. L'unica cosa ammessa sono i minimi e i contratti sono sempre meno erga omnes. E la conflittualità deve stare dentro il rispetto del principio generale del mercato e la cornice degli accordi extracontrattuali.
Ancora una volta l'intreccio tra vicenda italiana ed europea è strettissimo.

E la figura di Monti lo simbolizza assai concretamente. Fu lui da Commissario Europeo, che predispose quel libro bianco sulla riforma del welfare tutto fondato sulla logica dei minimi e della sussidiarietà che sarebbe bene si leggesse per capire quanto è strutturata l'azione del Monti presidente del Consiglio. Ed è un suo provvedimento che ora si vuole varare in tutta fretta proprio nei giorni in cui sempre Monti arriverà a Strasburgo. Non appare proprio casuale che in un sondaggio tra i cittadini tedeschi il suo apprezzamento sia al 60%, poco meno di quello per la nuova dama di ferro, la signora Merkel.


venerdì 10 febbraio 2012

Liberalizzazioni o... "Legge del più forte ?"

di Moreno Pieroni

Ancona, 10 Febbraio 2012 - Una grande questione è tornata d'attualità nel dibattito politico del nostro paese. Mi riferisco alle cosiddette "liberalizzioni" proposte dal Governo Monti come uno dei presupposti su cui basare il rilancio economico e sociale. Il mio parere, e più in generale quello dei Socialisti, è più articolato e legato alla validità dei singoli interventi che deve essere valutata innanzitutto per i benefici che ne dovrebbero trarre, specie in una realtà come quella marchigiana caratterizzata dalla piccola impresa spesso a conduzione familiare, le nostre attività produttive e, più in generale, i cittadini. Evito di fare "elenchi" ma mentre, ad esempio, una maggiore apertura degli Ordini Professionali può produrre sicuramente più occasioni lavorative specie per i giovani che saranno poi valutati e selezionati, per la loro bravura ed i loro meriti, direttamente dal mercato e non da una sorta di "sbarramento" preventivo, diverso è il ragionamento per gli interventi che si vorrebbero fare nel settore del commercio.

Sono inutili per il cittadino-consumatore le liberalizzazioni degli orari dei negozi mentre le stesse creano solo problemi proprio alle imprese a conduzione familiare.

Ancor più grave si rivelerebbe la "liberalizzazione" alle grandi strutture di vendita (Outlet). Il mercato è già "saturato" dai Centri Commerciali esistenti e questa ulteriore invasione di mega strutture, senza produrre alcun benefico per il risparmio dei consumatori, finirebbero soltanto per penalizzare, forse definitivamente, proprio il tessuto vitale costituito dalle piccole e medie imprese.

A tale scopo, come Consigliere Regionale, ho già predisposto un appossito Emendamento al nuovo Regolamento Regionale del Commercio per impedire che i Comuni adottino specifiche Varianti al loro Piano Regolatore Generale, al fine di consentire l'apertura degli Outlet, prima della approvazione della nuova Legge Urbanistica Regionale.

Su tale iniziativa mi confronterò, nelle prossime settimane, con tutti gli interessati, categorie, operatori e cittadini, attraverso appositi incontri dove verranno anche concordate ulteriori forme di intervento, politico ed istituzionale, per ottenere il risultato proposto.

MORENO PIERONI
(Presidente Gruppo Consiliare PSI Regione Marche)


mercoledì 8 febbraio 2012

BASTA PRENDERCI IN GIRO

di Felice Carlo Besostri (PSI)

A ogni piè sospinto ci spiegano che il problema dell’Italia sono i Partiti, che hanno dato vita ad una partitocrazia, che ha occupato le istituzioni, l’economia pubblica e vampirizzato quella privata grazie alle concussioni e corruzioni.

Il difetto che sta alla base della degenerazione starebbe proprio nell’art 49 della Costituzione, che peraltro si limita a dire, con formulazione analoga a quella della Grundgesetz tedesca e della Costituzione spagnola del 1978, che “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. E’vero che non si specifica che questi partiti, a differenza dei sindacati, siano dotati di ” statuti..(che)....sanciscano un ordinamento interno a base democratica”( art. 39, c.3 Cost.), ma ci si arriva facilmente per via interpretativa, perché avrebbe costituito violazione dell’art. 3 Cost.( principio di uguaglianza) un trattamento differenziato tra sindacati partiti, che sono entrambi formazioni sociali ai sensi dell’art. 2 Cost., cioè luoghi “ove si svolge la sua personalità” ed è richiesto “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. La degenerazione non è stata provocata dai partiti in sé, perché, se bastasse la norma costituzionale, la stessa degenerazione si sarebbe verificata in Germania e Spagna. La degenerazione è, invece, il frutto della mancata attuazione del precetto costituzionale, cioè dell’assenza di una legge organica sui partiti politici, come in tutti i paesi europei. Qualcuno ha fatto riferimento alla costituzionalizzazione del PCUS nella Costituzione dell’U.R.S.S.(art. 6) e nel ruolo dirigente del partito Comunista nelle democrazie popolari dell’Europa orientale: quelle norme davano la preminenza a un partito solo, indipendentemente da un consenso elettorale, l’esatto contrario dell’affermazione del pluralismo politico e del metodo democratico della nostra Costituzione. de la democrazia “è il governo dei poteri visibili”, nulla è meno trasparente della vita interna dei partiti, che esercitano funzioni pubbliche in forma privata. Non si ricorda una campagna di stampa per far funzionare i partiti secondo Costituzione, perché fa comodo che siano come sono o al servizio di interessi economici privato o delle oligarchie che li dominano, che sono ricattabili quando non son funzionali agli interessi costituiti. E’ più facile condizionare una piccola oligarchia, che un partito con centinaia di migliaia di militanti che vogliono discutere e decidere. Se ci sono dei paria nel nostro paese, questi sono gli iscritti a un partito quando non fanno parte della nomenklatura interna o della “casta” presente nelle istituzioni. Quanti sanno che i padroni dei simboli di partito non sono gli organi statutari ma il segretario o presidente della formazione, che può delegare un suo amico, anche non iscritto, a depositare le liste dei candidati alle elezioni dal comune alla regione, dalla Provincia al Parlamento, anche contro le decisioni degli organi locali o statutari nazionali? Quanti sanno che i soldi dei rimborsi elettorali vanno a un centro arbitro di distribuirli a piacimento, senza tener conto dei livelli, che i voti hanno raccolto? Non contenti di aver espropriato gli iscritti, le oligarchie, con la complicità dei mezzi di informazione e con il pretesto di assicurare la governabilità hanno fatto leggi maggioritarie e bipolari, espropriando anche gli elettori con premi di maggioranza e liste bloccate e introdotto una specie di elezione diretta del Primo Ministro, non prevista dalla Costituzione. Come per risolvere la crisi economica e finanziaria si usano le ricette degli untori, così la crisi politica e istituzionale dovrebbe essere risolta da sistemi bipolari e maggioritari, cioè quelli che hanno fallito alla prova pratica. In Italia ci sono più partiti, che al tempo del proporzionale, e nel 2006 e nel 2008 abbiamo eletto Parlamenti instabili

Milano 7 febbraio 2012


EMERGENZA NEVE. PIERONI: CALPESTATO IL RUOLO DELLE MUNICIPALITA'

Mercoledì 8 febbraio 2012 - "Trovo scandaloso che in situazioni di emergenza come quella che sta interessando la Regione Marche, con precipitazioni nevose eccezionali, e con Comuni che non riescono a sopperire con i loro pochi mezzi a far fronte alle enormi problematic...he legate alla viabilità, e per questo costretti a far ricorso all’Esercito, debbano poi essere pagati uomini e mezzi che sono comunque in servizio". E' quanto afferma Moreno Pieroni, consigliere regionale del Psi e componente della direzione nazionale del partito. "Se questa è la collaborazione tra Istituzioni - prosegue Pieroni - allora siamo proprio alla frutta. Vorrei ricordare che l’Italia è stata fondata e costruita sui Comuni e poi è nato lo Stato. Ora mi sembra che quest’ultimo stia calpestando la dignità e il ruolo delle Municipalità. Come è possibile chiedere ai Sindaci di sborsare migliaia di euro - si domanda l'esponente socialista - quando già si trovano in difficoltà per i tagli operati a livello centrale, per pagare militari che sono già a busta paga del Ministero e per l’utilizzo di mezzi che sono di proprietà pubblica - statale, magari fermi da anni nei magazzini, e per questo neanche sempre funzionanti o addirittura sprovvisti di catene?
Se queste sono le premesse - conclude Pieroni - credo che abbiano fatto bene quei Sindaci che invece si sono rivolti ad aziende private: almeno avranno aiutato la nostra economia in un periodo così difficile".

martedì 7 febbraio 2012

GOVERNO. SOLLAZZO: CHE COSA HA A CHE FARE LA SINISTRA CON MONTI ?

di Angelo Sollazzo (PSI)

Dopo che la scorsa settimana ci sono giunte notizie allarmanti - dichiara Angelo Sollazzo della Segreteria Nazionale del Psi - circa la crescita della disoccupazione giunta a livelli di otto anni fa e di quella giovanile che ha superato il 30% nonchè il potere d'acquisto dei salari che scende a livello di 12 anni fa con pesanti diminuzioni dei consumi e con le famiglie sempre più impoverite, da parte del Prof. Monti arrivano dichiarazioni imbarazzanti ovvero disarmanti per il popolo di sinistra.

Monti - osserva Sollazzo - dice che i giovani devono cercare il lavoro all'estero, e cioè emigrare, che il posto fisso, base elementare per formarsi una famiglia, è una "monotonia" da superare,che l'art. 18 va modificato e quindi vanno riviste le conquiste di anni di lotte dei lavoratori e che il welfare come stato sociale ha prodotto disastri. Che cosa ha a che fare la sinistra con questi personaggi?" Si domanda l'esponente socialista. "Una politica di destra realizzata da uomini della finanza e della conservazione non può avere il consenso delle forze politiche progressiste. Il PD che fa? Tace e acconsente. Non bastano pochi mugugni - puntualizza Sollazzo - bisogna reagire in ogni forma possibile. Perchè nessuno ricorda che Monti è componente di lobby finanziarie conservatrici come la Trilateral ed il Gruppo Bilderberg ?
Con questi signori dell'economia conservatrice - conclude Sollazzo - i lavoratori hanno poco a che vedere.

domenica 5 febbraio 2012

*Avanti! - 6.000 copie in un giorno*


*Avanti! - 6.000 copie in un giorno* Un successo di vendite per il primo numero in edicola NON UN ORGANO DI PARTITO MA GIORNALE DI AREA POLITICA (leggi la versione online delle 24 pagine)

Cari Compagni,
abbiamo portato l'Avanti! in edicola dopo averlo sottratto al degrado in cui era caduto non solo per responsabilità di Lavitola, ma anche per colpevole e prolungata inerzia di socialisti che, dopo aver sciolto il Psi, oggi hanno ripreso a rivendicare origine ed identità. Il successo dell'Avanti! è stato sia nelle vendite e sia nelle aspettative che ha suscitato.

Oggi diffondiamo in copia digitale il quarto numero Zero della Nuova Serie che ha venduto oltre sei mila copie in un solo giorno. Quando il quotidiano chiuse nel 1993 le vendite erano otto mila copie. Il potenziale è dunque altissimo. Altre richieste ci giungono da dove non è stato possibile trovare l'Avanti! e per venire incontro ad esse abbiamo inserito un reprint di questo numero, già storico, nel primo fascicolo di Critica Sociale di quest'anno che gli abbonati riceveranno a giorni.


Stiamo preparando la nuova fase di sviluppo della rinascita e nelle prossime settimane chiameremo a convegno i tanti che hanno mostrato interesse e volontà di esserci. Vogliamo mantenere fede al primo annuncio che formulammo senza successo. La scortesia di chi non ha nemmeno risposto alla nostra richiesta di farsi promotore di una Conferenza nazionale aperta a tutti i socialisti avrebbe meritato altrettanta rusticitá ma a noi preme la politica. Noi siamo pronti ad una discussione se vi è una effettiva volontà di far rinascere l'Avanti!
A questo impegno noi non poniamo alcuna condizione personale di concreto interesse o di astratto principio. Due invece sono le condizioni irrinunciabili per avviare qualsiasi confronto:

1. L'Avanti! deve essere organo di area e non di partito, perchè il socialismo largo supera il confine dell'1%;

2. I confini dell'area politica, ideale e reale alla quale si deve rivolgere l'Avanti! deve avere un perimetro vasto ma definito. I lati del campo a nostro giudizio sono questi:

a) L'antica tradizione socialista, dalle origini sino al contrastato autonomismo, funzionale all'unità (unità della sinistra, unità antifascista, unita dell'arco costituzionale). E' il periodo di Nenni, De Martino, Lombardi.

b) Il periodo dell'autonomismo creativo che spezza il vincolo della triplice unità costrittiva ed obbligatoria, ed apre la strada al revisionismo teorico e al rinnovamento dello Stato. E' il periodo del Midas, del Congresso di Torino e di Palermo, della Presidenza Craxi, del Governo e della Grande Riforma.

c) Il periodo dell'eclissi socialista va visto nel duplice aspetto: l'offensiva dell'antisocialismo, diffuso a torto nella sinistra e a ragione nella destra; la mancata resistenza dei socialisti, lacerati, divisi e disorientati. E' il periodo delle violente sofferenze 1992/2011.

d) La ideale visione di un "socialismo largo" che rifiuti in modo definitivo ogni modello di socialismo reale e che sappia lottare contro il fascismo bianco del capitalismo finanziario. Non c'è bisogno di prefigurare un modello astratto di ingegneria sociale ma occorre una nave che regga ai venti ed una bussola di navigazione certa.

Cari compagni,
come vedete poniamo questioni sensibili per un universo di nuove generazioni. L'Avanti! può essere il giornale nuovo del partito nuovo.

Fraterni saluti.
Critica Sociale


PS. La cosa non ci riguarda direttamente, ma ci sentiamo in dovere di segnalarla egualmente a chi ne compete per una verifica ed una valutazione . Corre voce che il segretario del Partito socialista, Nencini, abbia chiesto a Larizza di far comprare un blocco di tessere dalla Uil-Poste per assicurarsi la maggioranza interna. In cambio offrirebbe - sempre per quanto si dice - la presidenza del Partito ed una candidatura in Calabria. *Socialismo postino*. Chi recapiterà lo sfratto a chi ha.... "tenuto la fiammella"?

www.criticasociale.net


sabato 4 febbraio 2012

VIOLENZE SESSUALI. MORICONI: LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE OFFENDE TUTTE LE DONNE


Sabato 4 febbraio 2012 - La terza sezione penale della Corte di Cassazione, ha stabilito che i principi interpretativi che la Corte Costituzionale ha fissato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni sono applicabili anche alla violenza sessuale di gruppo. Questo significa che il giudice non è più obbligato a disporre od a mantenere la custodia in carcere per coloro che sono indagati per il reato di violenza di gruppo, ma può applicare anche misure cautelari alternative.
La Cassazione ha annullato un'ordinanza del Tribunale del riesame di Roma che aveva confermato il carcere - ritenendo che fosse l’unica misura cautelare applicabile - per due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza del Frusinate.
“Siamo di fronte ad una sentenza che definire aberrante è poco” afferma Rita Moriconi, Consigliere Regionale socialista dell'Emilia Romagna e componente della Direzione nazionale del Psi. “E’ davvero paradossale constatare che, dopo che il parlamento, nel 2009, ha approvato una legge che giustamente ha inasprito le pene ed ha impedito al giudice di applicare, per quanto riguarda le violenze sui minorenni, misure cautelari diverse dalla custodia in carcere proprio in seguito all’'impressionante aumento delle violenze nei confronti delle donne, ora la Corte di Cassazione ha cancellato questa norma e, per uno stupro di gruppo, si arriva addirittura a rischiare di meno”.
“Lo stupro, in tutte le sue forme, è certamente uno dei crimini più odiosi” - continua Rita Moriconi – “ ed è ancora più odioso quando si tratta di minorenni e questa sentenza diminuisce sensibilmente il senso di tutela che, lo Stato deve garantire a chi ha subito questa terribile forma di violenza. Mi unisco fin da ora a tutti coloro che faranno sentire forte la loro voce contro una sentenza che ci offende come donne, come madri e come cittadine”.
Rita Moriconi invita quindi tutte le donne a far sentire la propria voce su questo tema, inviando il seguente messaggio alla Corte di Cassazione all’indirizzo www.cortedicassazione.it
“Alla terza sezione della Corte di Cassazione.
La sentenza n. 4377/12 che prevede misure cautelari alternative per gli autori di stupri di gruppo ci indigna, ci offende e ci preoccupa per le conseguenze che può avere. Vi invitiamo a fare chiarezza affinché lo stupro di gruppo e la violenza sulle donne, soprattutto minorenni, continuino a essere considerati e giudicati come reati terribili e disumani quali sono.”
Interviene anche l’assessore socialista alle Pari opportunità del Comune di Modena Marcella Nordi: “E’ inammissibile che le donne vittime di violenza sessuale non vengano sufficientemente tutelate dal sistema giudiziario ed è ancora più grave se a essere colpite sono minorenni”.
Nordi condivide la posizione di quante si sono dichiarate fortemente contrarie alla decisione della Cassazione, ritenendo che, “se da un lato è comprensibile la salvaguardia della Costituzione, dall'altro è inammissibile che la parte debole, le donne stuprate, non vengano tutelate dal sistema giudiziario, e anzi vengano in un certo senso colpite due volte. Ancora più grave è il fatto che la sentenza si riferisca al caso di una minorenne”

venerdì 3 febbraio 2012

CRITICARE MONTI, SUPERARE MONTI, ANDARE A SINISTRA.


di Franco Bartolomei (PSI)

Parlare male di Mario Monti per poi spacciarlo come una necessità, una specie di febbre che se non ci uccide ci fortifica, è il leitmotiv della sinistra. Andare oltre Mario Monti, analizzare le cause del governo tecnico e tentarne un superamento è ben altra cosa. Ci prova e ci riesce Franco Bartolomei, della segreteria nazionale del PSI, che ha dichiarato:“Questo parlamento e’ il frutto di liste bloccate decise dalle segreterie politiche dei partiti senza alcuna possibilita’ di scelta da parte dei cittadini. L’unica possibilita’ di fare una nuova legge elettorale, capace di ridare dignità alla rappresentanza, superando veti contrapposti e convergenze sotterranee, era un referendum benfatto”. Come ben sappiamo l’azione referendaria è stata vanificata da una proposta truffa, inammissibile in partenza e visibilmente in malafede “organizzato da Veltroni, De Benedetti, Parisi, Vendola e Di Pietro.”

Lo stesso Mario Monti, anche se presentato come una novità, è frutto di un’azione politica e lobbistica, di una convergenza che viene da lontano e che si giustifica con la sola sopravvivenza degli apparati di partito e delle lobby, oggi più che mai libere di aggiustare le liste elettorali a loro piacimento.

“La linea di subalternita’ alle scelte della BCE è una tendenza che non ha introdotto Monti nel nostro sistema, ma e’ una costante di tutta la seconda repubblica, rispetto a cui il centro-sinistra non ha mai manifestato alcun serio ripensamento, con la sola significativa eccezione della crisi di governo del ‘98 aperta da Bertinotti”. Ciò non giustifica Mario Monti, il suo parlare ed il suo operato, ma pone un serio problema di “cattiva coscienza” all’interno della sinistra italiana.
Monti è, per Bartolomei, alla luce del sole, in maniera gelida e razionale priva del turbamento della ricerca del consenso elettorale, un continuatore di una linea supina alla BCE ben presente nelle strategie di governo del centrosinistra.

Monti ed i partiti che lo sostengono raschiano il fondo del barile, con le riforme del governo tecnico, che altro non sono che immense montagne che partoriscono topolini piccoli piccoli.
Non saranno un pugno di notai in più, qualche nuova licenza per tassisti, a risolvere i problemi del sistema Italia, sia da un punto di vista economico che di crisi della politica. Occorre un orizzonte nuovo, una nuova visione del mondo.

Bartolomei, infatti, sostiene che la priorità è “definire un progetto di nuovo modello di sviluppo su cui costruire un programma comune della sinistra italiana, attraverso il quale uscire dallo stallo in cui ci siamo posti”. Progetto questo che passa per la difesa dell’art.18, per i sostegno ai movimenti, dando impulso alle buone pratiche dei sindacati in difesa dei diritti dei lavoratori.


mercoledì 1 febbraio 2012

Prof. Monti lasci stare il Compagno Riccardo Lombardi !


Da quattro anni, il prof. Mario Monti, che fa parte con Mario Draghi e Lucas Papademos del 'Gouvernement Sachs', come ha scritto Marc Roche su 'Le Monde' il 12 novembre scorso, rilascia dichiarazioni entusiaste sulla necessità di riprendere 'le riforme di struttura' ideate negli anni Sessanta da Riccardo Lombardi. E domenica 'Il Riformista' ha riportato su un'intera pagina l'intervento del prof. Mario Monti ad un convegno su Lombardi, organizzato nel 2007 da Claudio Signorile, uno dei tanti magnifici discepoli, come Fabrizio Cicchitto e Gianni De Michelis, che non esitarono per un pugno di dollari a pugnalare alle spalle l'Ingegnere socialista che mai una volta ebbe a che fare con la giustizia, se non nel 1953 ma per aver preso le difese di un lavoratore picchiato dalla celere! Basta scorrere brevemente i percorsi di vita di Lombardi e del prof. Monti per rendersi conto che si tratta di due personalità tra loro "inconciliabili ed opposte".

Come "inconciliabili ed opposti" sono stati il capitalismo e il neoliberismo con il 'socialismo rivoluzionario' di Lombardi che si inventò 'le riforme di struttura' per distinguersi nettamente dai riformismi di maniera in voga ai suoi tempi che non contestavano il capitalismo dall'interno per riformarlo e rovesciarlo.

Da qualche tempo il prof. Monti non perde occasione per rilasciare dichiarazioni sulla necessità di avviare nel Paese 'le riforme di struttura' o 'riforme strutturali', come preferisce chiamarle per legittimare la sua azione neoliberista a suon di liberalizzazioni e privatizzazioni.

Iniziò con un articolo sul 'Corriere della Sera' nel 2007 all'epoca delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni del Governo di Romano Prodi, a prodursi in un contorto, arzigogolato, pressocché impossibile esercizio di legittimare 'da sinistra', con la riscoperta delle 'riforme strutturali', un processo di chiaro stampo neoliberista, totalmente estraneo alla impostazione teorica e alla prassi politica di Lombardi.

Come dire, secondo il prof. Monti, se Lombardi fosse oggi vivo approverebbe le liberalizzazioni e le privatizzazioni, a cominciare dai 'beni comuni' come l'acqua e anche casomai il salvataggio delle banche, l'abrogazione dell'art.18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori, la deregulation del mercato del lavoro, in una parola le 'idee fallite', come le ha definite Paul Krugman, del 'laissez faire' il mercato!

Certamente su questa sciagurata linea neoliberista, che ha causato l'attuale grave devastante e drammatica crisi economica e sociale, la peggiore dalla Grande Depressione del 1929, il prof. Monti si ritrova come alleati e 'compagni di merenda' personaggi squallidi come Signorile, Cicchitto, De Michelis, Sacconi e Brunetta, e come tanti ex-Pci e ex-Psi, affascinati dai vari Giavazzi e Alesina.

Se così fosse, se così è, non importa più di tanto: il prof. Monti trovi dove vuole i suoi alleati, i suoi 'compagni di merenda', ma, per favore, lasci stare Riccardo Lombardi, il suo pensiero e la sua prassi politica! Per un fatto elementare di onestà intellettuale e di verità storica! Da Rettore della Bicocca, da economista di grido, il prof. Monti dovrebbe sapere quanto le sue idee, e l'ideologia che le sostiene, siano stridenti, incompatibili, all'opposto delle idee e dell'impostazione teorica da cui derivano, di Lombardi: non si presti, prof. Monti, ad operazioni intellettuali così basse da non rispecchiare la sua fama di grande economista ampiamente riconosciuta in Italia e in Europa! E soprattutto non infanghi anche Lei, l'immagine di onestà, pulizia, rigore intellettuale, di intelligenza e capacità di analisi, di Lombardi, come hanno fatto i tanti miseri discepoli.

Oggi, sia sereno prof. Monti, Riccardo Lombardi non condividerebbe nulla di quel che Lei sta facendo e non approverebbe neanche il comportamento del Presidente della Repubblica che a maggio scorso ricordando un altro grande protagonista della sinistra italiana, Antonio Giolitti, citò da 'Lettere a Marta', un passo in cui Giolitti proponeva alla sinistra "un'alternativa credibile, affidabile, praticabile". E Napolitano aggiunse: "o la sinistra immagina così l'alternativa oppure resterà all'opposizione". Non era certamente Lei, prof. Monti, e il suo governo tecnico, con qualche banchiere, l'alternativa credibile affidabile praticabile!

Ecco tra Lombardi e Giolitti ci fu quell'assonanza di idee e progetti, le riforme di struttura ed il programma economico, che, purtroppo, prof. Monti, non c'è e non può esserci con Lei.


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