sabato 29 agosto 2009

"Campagna Scuola 2009".

29/08/2009 - Al via da questa settimana la Campagna di Sinistra e Libertà per la scuola pubblica, di qualità, per tutti. Mentre negli altri paesi i governi affrontano la crisi investendo sul saper e la conoscenza, il governo italiano, il ministro dell’economia e la donna di denari Gelmini sanno solo tagliare: tagliare fondi, tagliare insegnanti, tagliare cattedre. Tagliare il futuro alle ragazze e ai ragazzi italiani. Sinistra e Libertà, invece, ritiene che l’investimento sul futuro è l’investimento nella scuola, nell’istruzione, nella ricerca, nel sapere. Ed allora lancia una grande campagna di mobilitazione in sostegno della scuola pubblica, di qualità, per tutti. La campagna ha come suo cuore una petizione “Studiare meglio studiare tutti” sulla quale raccogliere migliaia e migliaia di firme, e sarà accompagnata da alcuni altri materiali di comunicazione che rendano immediato e facilmente veicolabile in messaggio: siamo contro i tagli e favore degli investimenti in qualità. Insomma se lo scorso anno il ministro dell’istruzione ha mostrato a tutti la sua “non conoscenza della materia”, quest’anno si è trasformata da “Beata Ignoranza” in “Donna di denari” avendo subordinato ogni sua decisione al risparmio. I primi materiali: la carta, il volantino con la petizione e il modulo per raccogliere le firme a in formato scaricabile sul sito in modo che si possa partire subito, anche prima dell’apertura dell’anno scolastico. Infine, ringraziamo Giulio Tarroni, art director e Vincenzo Nizza, copywriter che nei giorni più caldi della stagione hanno lavorato alla campagna “Donna di denari”.
STUDIARE MEGLIO, STUDIARE TUTTI
Per il governo l’istruzione è un costo. Per Sinistra e Libertà l’ignoranza costa molto di più. Di fronte alla drammatica crisi economica e finanziaria molti paesi europei e gli stessi Stati uniti hanno deciso di investire di più nell’istruzione. E nell’istruzione per tutti. Perché garantire il diritto al sapere e a una formazione qualificata per tutti è condizione di democrazia e questione decisiva anche per lo sviluppo e la qualità dei sistemi produttivi. In Italia le politiche di Gelmini e Tremonti vanno in direzione opposta. Si tolgono brutalmente risorse (otto miliardi di euro in tre anni) al sistema pubblico dell’istruzione. Si taglia sul numero di insegnanti, si aumentano gli alunni per classe, si riducono le ore di scuola, si eliminano i laboratori, si tolgono fondi ai bilanci delle scuole. Si riducono risorse per i più deboli, per i soggetti portatori di handicap, per i bambini migranti. Non si investe nell’edilizia scolastica e nella messa in sicurezza delle scuole. E per far cassa, si propone il maestro unico e il taglio del tempo pieno stravolgendo un modello didattico di eccellenza che ha portato la scuola elementare italiana ai primi posti nelle classifiche internazionali. Si cambia la scuola superiore, non la si riforma, con il solo scopo di ridurre le ore di insegnamento. E mentre si risparmia sulla scuola pubblica si danno risorse (il bonus) per chi va nella scuola privata. Impoverire la scuola pubblica farà sì che l’istruzione non sia più per tutti ma per chi se la potrà pagare. E questo significa non solo ignorare un preciso compito istituzionale ma stravolgere la fisionomia del Paese, creare nuove disparità e diseguaglianze.

A settembre la riduzione del numero degli insegnanti avrà come immediato effetto l’espulsione di migliaia di docenti precari dalla scuola. A settembre i genitori troveranno una scuola più povera. Meno insegnanti, meno tempo pieno, meno sostegno. Insomma meno strumenti per permettere a tutti di imparare e di imparare meglio.

Le proposte di Sinistra e Libertà:
*Aumentare le risorse per l’istruzione pubblica.
*Non ridurre il numero degli insegnanti.
*Aumentare i posti negli asili nido e generalizzare la scuola dell’infanzia.
*Affidare il modello didattico per la scuola elementare all’autonomia delle scuole e abbandonare l’imposizione del maestro unico.
*Lanciare un grande piano per l’edilizia scolastica, che abbia come obiettivo irrinunciabile la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici.
*Riformare la scuola superiore elevando subito l’obbligo scolastico almeno sino a sedici anni e, in prospettiva, garantendo a tutti il diritto all’istruzione sino al diciottesimo anno di età.
*Salvaguardare la laicità della scuola di tutti non imponendo che gli insegnanti di una materia facoltativa, la religione, partecipino agli scrutini.


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