domenica 22 aprile 2012

BARTOLOMEI (PSI): LA SINISTRA NON SI FACCIA STRANGOLARE TRA PD E POPULISMO.

Il PDL perde pezzi: 29 senatori fuoriescono dal gruppo parlamentare. Dini e Pisanu gli artefici del magheggio.

Sulla vicenda interviene Franco Bartolomei, membro della direzione nazionale del PSI, chiarendo come inizi, di fatto, un nuovo ciclo della vita della repubblica. Secondo Bartolomei, infatti, il divorzio in casa PDL: "toglie definitivamente ogni diritto di veto al Popolo delle Libertà".

Appare chiaro che la manovra altro non è che un rafforzamento del governo Monti che vuole mettersi al riparo da qualsiasi forma di dissenso, sia di destra che di sinistra e consumare tra facce "amiche" la riforma della legge elettorale ed istituzionale. Un governo di tecnocrati imposti al paese che mette il bavaglio al dissenso proveniente dalla rappresentanza democratica, proprio sulle regole della rappresentanza. Il nuovo scenario prevede la centralità di un nuovo partito cattolico-liberaldemocratico che si dialettizza con un PD "sempre piu' concentrato su politiche di collaborazione nazionale", quindi sempre più subalterno agli interessi della finanza.

Bartolomei invita, quindi, le tre forze della sinistra, Sel, Psi e Fed, "che rappresentano le culture tradizionali della sinistra storica, a compiere scelte politiche unitarie per evitare lo strangolamento "tra un PD sempre più spostato al centro e schiavo della logica dell'unità nazionale e tra una concentrazione di forze neo-giustizialiste e populiste destinate a gestire una opposizione di comodo sugli assetti socioeconomici".

"Solo in questo modo" conclude Bartolomei "potremo difendere un ruolo attivo dei Socialisti nella Terza Repubblica".

L'analisi è ottima. La mutilazione del PDL serve solo ed esclusivamente a depotenziare una eventuale opposizione interna alle destre; quanto all'opposizione di sinistra essa è largamente depotenziata dall'attitudine del partito Democratico a sacrificare sempre qualcosa sull'altare della "unità nazionale" ed in nome del "bene del paese".

Ma siamo proprio sicuri che il governo dei tecnici, l'addio definitivo alle politiche keynesiane conseguente al pareggio di bilancio, l'essere supini all'universo bancario - finanziario, la ristrutturazione delle norme elettorali per escludere quanti più soggetti possibile dalla rappresentanza politica, sia davvero "il bene del paese"? Fa bene quindi l'esponente socialista a porre la propria attenzione verso altri orizzonti, quali, appunto, i partiti a sinistra del PD.

Il destino del socialismo è solo a sinistra !!!

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