Ne abbiamo parlato spesso, qui, del grande Sandro Pertini, sin da quando siamo 
nati come piccolo blog di poche pretese. Ne abbiamo diffuso parole e 
pensieri, andando a ricercare, come sempre facciamo, direttamente alle 
fonti (e ispirando anche qualche casa editrice copia-incolla, che ci ha 
fatto “l’istant book“).
Oggi che ricorre il 23° anniversario 
della sua scomparsa, ripubblichiamo qui un po’ di quello che diceva e 
pensava il grande Sandro. Presidente della Repubblica, socialista, 
compagno e partigiano. Il più amato. Avercene oggi.
Con l’eredità del padre, proprietario 
terriero, comprò la strumentazione necessaria per fare propaganda 
anti-fascista da Parigi; quando gli fu sequestrata, l’ufficiale gli 
chiese come mai un giovane come lui, che con quella cifra poteva vivere 
una bella vita a Parigi per parecchi anni, avesse speso tutto per una 
stazione radio clandestina che ora gli veniva anche sequestrata. 
Serafica la risposta di Pertini: “Lei non sa cosa significa lottare per un ideale.”
Forse non lo sa nessuno. Come disse Norberto Bobbio, commentandone la scomparsa:
La moralità dell’uomo politico 
consiste nell’esercitare il potere che gli è stato affidato, al fine di 
perseguire il bene comune. Non c’è un solo cittadino italiano che non 
sia fiero di essere stato rappresentato nel nostro Paese e nel mondo da 
un Uomo che ha interpretato il diritto degli uomini come cosa sacra, sia
 nell’esercizio del suo incarico istituzionale che sotto il dominio 
fascista.
***
Mamma buona e santa, non ti rattristare per questa tua nuova sorte. Pensa, mamma, che lotto per un’idea sublime, tutta luce. Oggi più di ieri io sento d’amare questa idea. Il carcere rende più profondo in me questo amore.La condanna, mamma buona, è motivo d’orgoglio per il tuo Sandro,
 e lo deve essere per te. Se tu sapessi con quale gioia, e con quanta 
fierezza io alzai dalla gabbia dopo la lettura della sentenza il grido 
della mia fede “Viva il Socialismo“, “Abbasso il fascismo“. E allora mi 
saltarono addosso furenti, turandomi la bocca quasi a soffocarmi, ma io 
nulla sentivo. Ascoltavo solo il mio cuore battere contento.(dalla lettera alla madre)
«I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. È con questo animo quindi, giovani, che mi rivolgo a voi: non armate la vostra mano. Armate il vostro animo.»
(dal discorso di fine anno, 31 dicembre 1982)
Ecco l’appello ai giovani: di 
difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la 
Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vogliono due qualità a mio 
avviso cari amici: l’onestà e il coraggio. L’onestà, 
l’onestà, l’onestà. E quindi l’appello che io faccio ai giovani è 
questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto. La politica deve essere fatta con le mani pulite.
 Se c’è qualche scandalo; se c’è qualcuno che dà scandalo; se c’è 
qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi 
sporchi interessi, deve essere denunciato.
(dall’appello ai giovani)
(dall’appello ai giovani)
“Occorre che la Repubblica sia 
giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli e umana 
con i deboli e i diseredati. Così la vollero coloro che la conquistarono
 dopo 20 anni di lotta contro il Fascismo e 2 anni di guerra di 
Liberazione, e se così sarà oggi, ogni cittadino sarà pronta a 
difenderla“.
(dal discorso di insediamento)
(dal discorso di insediamento)
“Per me libertà e giustizia sociale, che
 poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile:
 non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi 
può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me 
socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di 
carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la
 potrei accettare. Ma la libertà senza giustizia sociale può essere 
anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo 
che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato 
perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un 
uomo libero.”
(da un’intervista video)
(da un’intervista video)
 


 
 
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