sabato 2 gennaio 2010

Il Compagno Craxi - di Giuseppe Giudice

Il Compagno Craxi

di Giuseppe Giudice



02/01/2009 - E’ stato il mio segretario nazionale per 16 anni !!! Non l’ho mai amato politicamente, ho portato rispetto, questo sì, alla sua forte personalità; ho avuto dall’inizio l’impressione che volesse portare il Socialismo Italiano fuori dal suo alveo storico ma forse su questo esageravo probabilmente perché confondevo le posizioni di alcuni suoi “delfini” come Martelli con le sue. Mi ha sempre irritato la sua arroganza, la sua tendenza a vedere il partito come un prolungamento della sua personalità. Ma probabilmente tale tratto della personalità era più il frutto di un carattere timido, ansioso ed insicuro che porta ad assumere toni aggressivi per difendersi dall’esterno, che di un atteggiamento intrinsecamente autoritario.
Allo scoppio di tangentopoli l’ho però veramente odiato; odiato profondamente lui ed i reggicoda. Tant’è che con altri compagni ho sperato che Martelli prendesse in mano il partito (pensate un po’!). Ma anche Formica e Ruffolo sostennero nel 92 Martelli pur essendo lontani da lui. Per tutti noi era fondamentale che abbandonasse subito la segreteria; in tal modo forse il PSI si poteva salvare.
Mi vergogno un po’ a dirlo ma, all’inizio, fui un sostenitore di Mani Pulite. Ero convinto che il pool di Milano stesse conducendo una opera di moralizzazione indispensabile per riformare la politica italiana. Cambiai idea nella seconda metà del 1993 quando quell’inchiesta apparve sempre più come un golpe strisciante diretto dai poteri forti e che faceva presa su una opinione dominata dal canagliume qualunquista; una operazione diretta a liquidare la democrazia fondata sui partiti e non a fare opera di giustizia.
Ma torniamo a Craxi. Finiì di odiarlo ed assumere sentimenti di solidarietà non certo politica ma umana dopo il vergognoso lancio di monetine del maggio 93. Un lancio che non fu certo opera spontanea di “cittadini incazzati” ma di militanti della Sinistra Giovanile diretta mi pare, allora, dal dalemiano Cuperlo (ma insieme a loro c’erano anche un po’ di fascisti dell’allora MSI di Fini) che saltavano come tanti coglioni gridando: “chi non salta socialista è!”
In tal modo non si colpiva solo Craxi ma simbolicamente tutto il socialismo italiano scavando un fossato profondo nella sinistra (non dobbiamo dimenticare che l’anno prima Craxi permise l’ingresso del PDS nell’Internazionale Socialista).
Certo oggi ragionando a mente fredda quel comportamento del PDS si inquadrava nel tentativo di sottrarre esso stesso alla ondata giustizialista e qualunquista. Non dobbiamo dimenticare che nel 1992 , a Milano, all’inizio delle inchieste sulle tangenti, furono coinvolti insieme esponenti del PSI e del PDS. Pertanto quest’ultimo per salvarsi e poter diventare socio fondatore della II Repubblica fu “costretto” a cavalcare l’ondata antipolitica: un errore tragico per le conseguenze che ha avuto sulla sinistra, ma che allora permise di salvare il PDS dalle inchieste giudiziarie (anche per il sostegno acritico dato da esso a tutte le iniziative della magistratura) ed impedire che una parte del suo elettorato potesse essere attratto dalla “Rete” di Leoluca Orlando (che svolgeva il ruolo che oggi più o meno svolge l’IDV).
E comunque non dobbiamo dimenticare che il grosso del giustizialismo stava a destra (che è la sua collocazione logica) : la Lega, il MSI, giornali come l’Indipendente diretto da Vittorio Feltri (uno dei giustizialisti più feroci e volgari), le stesse televisioni di Berlusconi che nel 93 facevano il tifo per Mani Pulite. E naturalmente il potere economico: la Fiat, la Olivetti, la Pirelli tutti a sostenere ed anzi alimentare con i loro organi di stampa l’ondata qualunquista ed antipolitica al fine di indebolire la politica e renderla subalterna all’economia.
Vi siete mai chiesti perché Mani Pulite mise al tappeto l’industria pubblica (l’IRI e l’ENI furono decapitate) e sfiorò marginalmente la grande industria privata? Non per caso.
Rino Formica così scrive: “ la II Repubblica nacque sul Panfilo Britannia, nel giugno 1992, ove fu deciso lo smantellamento del sistema delle partecipazioni statali”. Nel mese di Settembre, vi fu la forte speculazione sulla lira (con successiva svalutazione). Agli inizi del 1993 furono arrestati i presidenti di IRI ed ENI, Nobili e Cagliari (quest’ultimo poi morì suicida in carcere). Dopo l’arresto di Nobili, Romano Prodi (secondo diversi testimoni anche lui presente sul Panfilo, insieme a Draghi, attuale Governatore della B.I., ed organizzatore delle privatizzazioni selvagge sotto i governi D’Alema e Prodi) inizia lo smantellamento dell’IRI.
E’ evidente che c’è una forte connessione tra l’inchiesta Mani Pulite e gli interessi dei poteri forti interni ed internazionali. La II Repubblica segnerà di fatto la perdita dell’indipendenza economica nazionale.
Ma torniamo al filo conduttore.
Non c’è dubbio che lo smantellamento della democrazia fondata sui partiti trovò inizialmente nell’opinione pubblica un certo favore sia per lo scoperchiamento del Vaso di pandora del canagliume qualunquista sia per la legittima indignazione verso un sistema diffuso e pervasivo di illegalità e malaffare che ha segnato gli ultimi tempi della I Repubblica.
Ma Craxi come si inserisce in questo contesto?
Per spiegarlo inizierò con un confronto tra Craxi e Lombardi che hanno rappresentato due modalità diverse di concepire la funzione del PSI nella sinistra e nella politica italiana.
Craxi e Lombardi sono stati due socialisti autonomisti convinti, nel senso che entrambi ritenevano che il PSI rappresentava nella sinistra uno spazio politico ed ideologico autonomo dal PCI.
Ma era diverso il modo di intendere questa autonomia.
Per Craxi l’autonomia è un concetto “negativo” (in senso logico): essa tende a marcare la distanza dal PCI. Per Craxi è vitale che il PSI venisse percepito dall’elettorato come qualcosa di diverso dal PCI, pena la sua scomparsa.
Per Lombardi, al contrario, il concetto di autonomia era intesa in senso positivo, espressione di una autonomia di progetto, elaborazione e strategia rispetto al PCI. Tale autonomia poteva anche scontare delle fasi di polemica e conflitto politico-ideologico con il PCI ma sempre in un quadro in cui l’unità e la convergenza a sinistra rappresentassero un valore fondante.
Lombardi non credeva alla svolta di Berlinguer del 1980 quando dopo il fallimento dell’Unità nazionale propose l’Alternativa Democratica. Egli riteneva che Berlinguer non si fosse pienamente emancipato dal togliattismo (il compromesso storico era per lui una forma ammodernata della “democrazia progressiva” di Togliatti), e quindi non pensava che il PCI credesse ad un governo alternativo alla DC (semmai riteneva di riprendere il discorso dell’Unità Nazionale con De Mita). Ma al tempo stesso Lombardi diceva: “andiamo a vedere le carte di Berlinguer, vediamo in cosa consiste l’alternativa che lui propone, confrontiamoci sui progetti e sui programmi”. A questo punto secondo Lombardi sarebbero potute scoppiare in positivo le contraddizioni della politica berlingueriana.
Craxi invece che fa. Reagisce facendo tornare il PSI al governo con la DC (pur mantenendo in piedi molte giunte di sinistra, compreso Milano) in quello che poi gradualmente sarebbe divenuto il Pentapartito (e la tomba della politica socialista).
A questo punto lo scontro con il PCI diventa forte (anche se si avranno dei momenti significativi di distensione nel 1983). Craxi diventa presidente del Consiglio mantenendo la carica di segretario del partito. Qui è l’inizio della degenerazione del PSI. La logica bonapartista di Craxi è costretta a stringere un patto scellerato con l’anima governista del partito (quella che Nenni chiamava “il partito degli assessori). Al partito viene imposta una gestione peronista fondata sul culto del leader e che impoverisce il dibattito interno. L’accresciuto potere di coalizione del PSI (parallelo all’inizio della crisi del PCI) provoca, dopo il 1984 l’ingresso nel partito di faccendieri, millantatori e personaggi in cerca d’autore che formano una seconda pelle che si sovrappone a quella dei militanti che comunque resta nel “background” del partito.
In realtà quello che ha spinto Craxi a cacciarsi in un intreccio da cui lui stesso non riesce più a liberarsi è proprio quel concetto deformato di autonomia per cui mantenere le distanze dal PCI è questione di vita o di morte ed è grave che questo avviene quando le ragioni storiche di divisione (soprattutto dopo la morte di Berlinguer) tra i due partiti si vanno sempre più assottigliando ed il PCI fa proprie diverse istanze peculiari dei socialisti.
Inoltre Craxi cerca di costruire alleanze nel mondo economico (non dimentichiamo che la DC aveva un rapporto privilegiato con la Fiat e poi con De Mita con Tanzi e la Parmalat; il PCI ed il PRI guardavano a De Benedetti). Ma lo fa con un personaggio sul cui arricchimento rapido vi sono molti dubbi: Silvio Berlusconi,legando se stesso ad un personaggio quanto meno equivoco e che poi peserà negativamente.
Ma Craxi non è solo questo. E’ l’uomo che sia da Presidente del Consiglio che da Segretario del partito lavora per una politica estera più autonoma dagli Stati Uniti, che arriva fino all’incidente diplomatico (Sigonella, bombardamento americano sulla Libia), aiuta i socialisti cileni nella lotta contro la dittatura, sostiene attivamente i democratici ed i rivoluzionari del Salvador, fa entrare il Fronte Sandinista del Nicaragua nell’Internazionale Socialista.
C’è una pagina che per me resta una ferita grave a sinistra: quello dello scontro sulla Scala Mobile nel 1984. Ma da lombardiano convinto dico che lo scontro lo volle Berlinguer e non Craxi. E lo volle probabilmente per far cadere il governo prestando ascolto incautamente alle sirene della sinistra DC (che volevano far fuori Craxi e sostituirlo con De Mita).
Citerò a tal proposito dei passi di una intervista di Pierre Carniti del 2004: “«Non ci fu un taglio, ma una predeterminazione. L' accordo prevedeva una modulazione degli scatti in funzione di un obiettivo. Le cose andarono meglio del previsto. Non tanto per un miracolistico effetto macroeconomico ma perché si dimostrò che l' inflazione ha anche una forte componente psicologica. Alla fine dell' 83 avevamo ereditato un' inflazione del 13 per cento. L' obiettivo era di portarla al 10. Arrivò all' 8, per cui alla fine i punti di scala mobile che non scattarono furono tre». Lo rifarebbe? «Sì. L' alternativa reale era una politica monetaria restrittiva. Ma quello sarebbe stato l' accordo del boia». Perché il boia? «Perché avrebbe significato, con un forte aumento dei tassi di interesse, strangolare gli investimenti, ridimensionare la crescita e quindi ridurre l' occupazione».
….. “il 7 gennaio la direzione del Pci aveva definito inaccettabile lo scambio politico tra il sindacato e il governo. Era così affermata una doppia teoria: il primato del partito sul sindacato, non perché considerato cinghia di trasmissione ma perché gli si riconosceva un' autonomia limitata, e il primato del Parlamento sull' esecutivo. E' questa la sfida lanciata da Enrico Berlinguer. Dimostrare che senza il Partito comunista non si poteva fare nulla. Non credo che del merito della questione gli interessasse più di tanto»…… “La Cgil aveva delle riserve ma non sembrava una pregiudiziale insuperabile. Il confronto lo guidò il ministro del Lavoro Gianni De Michelis. Arrivammo al 12 febbraio, tutto sembrava definito e si decise di firmare due giorni dopo. Il 14 andammo a Palazzo Chigi e qui Craxi entrò in scena per la prima volta. Lama, con evidente difficoltà, annunciò che la parte maggioritaria della Cgil, cioè i comunisti, non era d' accordo. Craxi tentò un rilancio per portare a casa un risultato unitario. Lo bloccai subito dicendo che l' intesa doveva essere quella concordata. A toglierci tutti dall' imbarazzo fu lo stesso Lama, il quale specificò che loro non avrebbero firmato alcunché. Il Pci aveva messo il veto». Che fece Craxi? «Non poteva certo accettare di governare con un mandato limitato dai comunisti. E fu costretto, suo malgrado, a firmare l' intesa. L' alternativa sarebbe stata quella di dimettersi».
L’intervista di un grande dirigente del movimento sindacale come Carniti (un socialista cattolico ed eterodosso, molto amico di Riccardo Lombardi) rappresenta il modo migliore di chiarire quei fatti.
Craxi è stato certo un bonapartista, ha avuto venature peroniste e populiste ma l’accusa di liberismo non regge proprio: è una cazzata.
Craxi è sempre stato contrario alle privatizzazioni (a differenza di Amato) , non ha abolito ma riformato la Scala Mobile (essa fu abolita da Ciampi nel 93 con il consenso del PDS), ha sempre creduto nel ruolo dell’impresa pubblica (il suo punto di riferimento ideale era il programma di Bad Godesberg della SPD, come lo è di Lafontaine). Del resto questa è una delle ragioni per cui è stato fatto fuori.
Ma veniamo agli ultimi anni. Nel 1989 il sistema politico italiano entra in crisi profonda. Il nuovo assetto geopolitico ed ideologico succeduto alla caduta del Muro mette in discussione un sistema politico in larga parte disegnato sulla Cortina di Ferro.
Il PSI ha un profondo vuoto di strategia e nel partito non si riescono più a governare (parlo del Sud soprattutto) lo scontro di bande (un po’ come succede oggi nel PD) guidate da i faccendieri che in molte realtà locali hanno il controllo delle tessere. Il PCI non convince nella sua trasformazione in PDS; è un partito senza identità e senza progetto. In più una parte del suo ceto politico avverte il logoramento nel rapporto tra Craxi e la DC e si propone di sostituire il PSI (cosa che avverrà nella II Repubblica con l’Ulivo). La DC con il crollo del Muro perde il suo ruolo di baluardo verso il comunismo.
Quando scoppia tangentopoli il sistema è quindi già in profonda crisi.
I partiti sono percepiti dalla gente come macchine di potere onnivore, senza più ideali e strategie. Sono dei corpi pesanti e costosi la cui fame di finanziamento è inversamente proporzionale alla progettualità politica. E sul finanziamento si sovrappongono gli arricchimenti indebiti.
Tangentopoli fa esplodere contraddizioni preesistenti. A tali contraddizioni si poteva reagire con una ristrutturazione del sistema politico fondato sui partiti più confacente ad una democrazia dell’alternativa di tipo europeo (con PSI e PDS uniti in un soggetto socialista unitario e con una DC più simile alla CDU tedesca). Ma prevalse quella scelta fatta forse sul Panfilo Britannia: far soccombere i partiti e far governare il paese da una tecnocrazia in linea con il capitalismo finanziario globalizzato. La magistratura fu il braccio armato di tale operazione.
Il PSI fu l’obbiettivo privilegiato perché era l’anello più debole e si era per lungo tempo identificato con Craxi che agli occhi dell’opinione pubblica veniva fatto apparire come il principale attore di un sistema perverso di fare politica.
Ho già detto e ripetuto che Craxi ha gravi responsabilità ma tali responsabilità erano fortemente condivise da parte un arco vasto e pervasivo di forze. Il finanziamento illegale alla politica (dietro cui si nascondono sempre fenomeni corruttivi) non è stato inventato dal Pentapartito negli anni 80, ma molto, molto prima. Negli anni 80 è cresciuto molto perché i partiti hanno gradualmente perso la funzione di formazione degli orientamenti politici nazionali e sono sempre più diventate macchine di potere. Tutti i grandi partiti senza eccezione.
Ora fare di Craxi il capro espiatorio non è stata operazione di verità; è stata opera di mistificazione e espressione di una fortissima crisi della democrazia.
Ma, al di là di Craxi, si è demonizzata la cultura e la tradizione Socialista coinvolgendo anche la più lontana a Craxi stesso. Qualche anno fa fu girato un film su Placido Rizzotto che è stato uno dei martiri Socialisti della lotta alla mafia. Ebbene in tutto il film si è omesso di dire che Rizzotto era Socialista, pur essendo stato il segretario del PSI di Corleone. Un po’ come nello stalinismo dove si cancellavano le foto di Trotzky al fianco di quelle di Lenin.
Ma su questa “damnatio memoriae” si è fondata la costituzione materiale della II Repubblica. L’altro suo fondamento è il liberismo.
In Italia il liberismo thatcheriano è stato applicato in condominio dall’Ulivo e da Berlusconi. Con il primo ha assunto caratteri populisti con il secondo liberal-tecnocratici. Quella che è scomparsa nella II Repubblica è stata la sinistra nei suoi tratti distintivi culturali. La demonizzazione del socialismo e la riduzione del comunismo a riserva indiana (inevitabile dopo l’89) è stato il preludio della liquidazione anche elettorale di essa.
Come Sansonetti ha giustamente scritto in Italia comandano i poteri economici internazionalizzati e la magistratura; la politica è radicalmente subalterna. Il PDL è la espressione diretta di una Lobby economica, il PD è etero diretto dalla lobby De Benedetti-Scalfari, Di Pietro è il partito della lobby giudiziaria, la Lega è una forza disgregante della democrazia nei suoi fondamenti culturali. In Puglia si vuole eliminare un governatore che reclama il sacrosanto diritto a mantenere l’acqua bene pubblico contro la volontà privatizzatrice di D’Alema e Casini.
La II Repubblica è il primo sistema politico direttamente disegnato dalla globalizzazione liberista e plasmato dai suoi paradigmi culturali. Ora che tale sistema è andato in pezzi è probabile (e ce lo auguriamo) che la II Repubblica giunga finalmente al capolinea.
E ci sarà bisogno di Sinistra e Socialismo. Ma perché questo bisogno venga soddisfatto occorre che la sinistra abbia la forza di riscrivere radicalmente la storia degli anni 90, anche se fa male. E forse il Compagno Craxi, riavrà il suo posto nella storia della Sinistra con le sue ombre e le sue luci.

PEPPE GIUDICE


17 commenti:

  1. Peppe quello che scrivi è condivisibile punto per punto. I fatti hanno la testa dura , diceva Nenni. E prima o poi la verità dei fatti sarà chiara.

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  2. Si,concordo. del resto un socialista vero non opuò certamente dissentire. la giro a Bobo!

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  3. Giuseppe hai giustamente evidenziato la reale natura , ed i concreti interessi strutturali ad essa sottesi,dei processi politici ,economici e sociali che hanno costituito la vera ragione della trasformazione forzata del nostro assetto istituzionale,attuata nel periodo 92'94' .
    Per la compiuta realizzazione di quel disegno, diretto a riallineare ed omologare gli assetti produttivi ed i rapporti sociali del paese al resto delle realta' dei paesi sviluppati del mondo occidentale attraverso lo smantellamrento della più grande economia pubblica dell'occidente,è stato necessario smantellare un intero sistema di rappresentanze politiche di cui Craxi costituiva il fulcro politico.
    Tangentopoli, e le speculazioni frontali e massicce effettuate contro la lira nell'estate del 1992, sono servite a mettere in ginocchio una intera classe dirigente, già indebolita da una drammatica assenza di ricambio ed attaccabile rispetto ad una negativa pratica di gestionedella amministrazione pubblica, in funzione di una ridefinizione forzata dei rapporti di potere del paese e di una sostituzione dei suoi reali centri decisionali effettivi,attuata alla fine attraverso la compiuta realizzazione di quella marginalizzazione del sistema politico ,rispetto agli effettivi momenti decisionali dei processi economici ,finanziari e sociali , che ha costituito il carattere distintivo della nostra cosidetta II Repubblica .
    In tal modo possiamo tranquillamente dire che il sistema politico nato in italia dalla grande crisi del 92'94' ha costituito l'involucro istituzionale della introduzione integrale nella nostra realta' nazionale del modello neo -liberista ,divenuto egemone nel mondo occidentale avanzato dopo la riunificazione dei mercati mondiali seguita alla fine dell'universo sovietico ed all'ingresso della Cina nel commercio mondiale.

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  4. Franco correttamente mette in rilievo come da parte del capitalismo globalizzato intrnazionale vi fosse la ferma intenzione di modificare radicalmente gli equilibri di potere interni al nostro paese e soprattutto i rapporti tra politica ed economia. Le partecipazioni statali costituivano il nucleo di impresa pubblica più vasto in Europa. Affinchè esso fosse smantellato occorreva impedire che il sistema politico potesse reagire ad una sua profonda ed oggettiva crisi riformandosi, bensì attraverso la dissoluzione di una democrazia fondata sui partiti. In modo tale da permettere alla tecnocrazia allineata al capitalismo finanziario globale di iniziare quell'opera di riduzione della politica a sottosistema dell'economia caratteristica della II Repubblica. In Italia il Thatcherismo è passato con l'Ulivo (certo in condominio con Berlusconi). Abbiamo giustamente e fortemente criticato Blair per il suo social-liberismo, ma lui si trovò di fronte ad un sistema profondamente segnato dalle contro-riforme della ThAtcher (la sua colpa è di averle accettate e non modificate). In Italia quello che ha fatto la Thatcher lo ha fatto direttamente l'Ulivo(privatizzazioni selvagge, contro-riforma pensionistica, precarizzazione del lavoro; e D'Alema ci vuole riprovare con l'acqua in Puglia (in sintonia con l'asse Casini-Caltagirone)

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  5. Caro Giuseppe questi concetti fondamentali ho cercato di sintetizzarli nell'intervento all'assemblea nazionale di Sel per far intendere che la nuova forza della Sinistra può nascere solo rompendo la deriva negativa intrapresa dal 96'in poi dal centro-sinistra italiano, e segnando una inversione profonda rispetto alla acquiescenza del PDS_DS _PD al modello neo -liberista .
    In queste analisi che andiamo sviluppando insieme risiede la motivazione del mio rifiuto delle impostazioni politiche della segreteria del PSI, che attraverso una falsa professione di autonomia vuole portare per quattro baiocchi il partito al servizio del PD.
    Questo disegno viene perseguito da questa direzione politica del Partito Socialista nascondendo ai compagni che il PD rappresenta l'autentica risultante politica di quei processi che hanno distrutto i Socialisti , e, sopratutto, hanno smantellato il grande ed avanzato compromesso sociale da Noi costruito in trenta anni di politiche di governo del paese e di contemporanea presenza democratica nella espressione e nella rappresentanza delle sue contraddizioni sociali.

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  6. Peppe, i tuoi sono dei contributi straordinari!
    Ti invio un passaggio per me molto significativo della relazione del compagno Craxi al congresso del '91 purtroppo l'ultimo per il PSI

    Tratto dalla relazione di Craxi al 46° congresso del PSI a Bari GIUGNO 1991

    ..C'è nel contempo da parte nostra la volontà di promuovere e di realizzare un processo di Unità socialista che si rivolge in primo luogo ai partiti che aderiscono alla Internazionale Socialista e cioè al Psdi che ne è membro, al pari nostro, ed al Pds che ha raggiunto in questa organizzazione lo status di osservatore, invitato.
    E' un processo che non va messo in contrapposizione con le esigenze che nascono dalla stabilità politica dai termini in cui potrà realizzarsi una collaborazione di governo, e con gli equilibri che la potranno sorreggere.
    Quando un processo di questa natura sarà realizzato e compiuto, nei tempi e nelle forme possibili, e che noi auspichiamo possano essere chiare, vincolanti e liberamente accettate da tutti, è evidente che si determineranno allora equilibri diversi, in una situazione tutt' affatto nuova, sulle cui potenzialità, possibilità e responsabilità torneremo allora a riflettere.
    I cambiamenti straordinari che sono in corso attorno a noi impongono in ogni caso a tutti di accelerare il passo….. La costruzione di un sistema alternativo, fondato sulle nuove basi democratiche, richiederà tempo e risorse, non potrà subire forzature né potrà svilupparsi sotto il segno di un liberismo selvaggio, che porterebbe solo alle più cocenti delusioni ed ai più grandi contrasti.

    Al netto dei nani e ballerine che avevano infestato il Partito ..a chi non piaceva questo nuovo obiettivo politico di Craxi ???

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  7. Caro Peppe, ho letto con molta attenzione la tua nota e a dirti la verità mi sono sentito orgoglioso che ancora ci sono compagni in giro che "ragionano" sui fatti e non sulle emozioni. Sottoscrivo dal primo all'ultimo rigo la tua nota. L e tue sensazioni sono state anche lemie.Anch'io ebbi netta la sensazione che il PDS VOLEVA "ELIMINARE" il Psi per prenderne i voti.Un centro di potere economico-finanziario che ruotava intorno a Repubblica vedeva nel PSI il maggior ostacolo alla sua avanzata nel campo delle imprese statali. La II Repubblica , purtroppo, io non la vedo ancora al capolinea. E' ancora saldamente al potere.Ci sarà ancora bisogno di sinistra e socialismo ma quanta gente c'è , come te, in giro per l'Italia disposta a fare queste lucidi deduzioni? Dov'è un vero leader che possa guidare questa sinistra ad attraversare il Mar Rosso? Io attualmente non ne vedo.Quei pochissimi socialisti "lucidi" che ci sono in giro (Formica ....) non sono più disposti ad impegnarsi in prima persona.Sono ormai disposti a concedere qualche intervista.

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  8. No, Claudio neanche io credo che la II Repubblica finirà domani. Ho detto ce con la crisi del liberismo viene a cadere l'involucro in cui la II Repubblica si è formata (pur rimanendo un sistema fortemente instabile). E' chiaro che dipenderà dall'azione politica concreta la possibilità di superarla i positivo. E' comunque oggi importante che ance compagni provenienti dal PCI come Sansonetti e Vendola facciano sulla II Repubblica ragionamenti simili ai nostri. Comunque è evidente che la ricostruzione della sinistra e del socialismo è un percorso lungo senza scorciatoie. E' però vale la pena di persguirlo anche ramite una a zione di ekaborazione ed informazione che restituisca la verità dei fatti.

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  9. E comunque la responsabilità principale della distruzione (ache ideale) della sinistra ricade sui nipotini di Togliatti come D'Alema. I DS mi hanno dato l'impressione che scavalcassero a destra (e di molto) i Craxiani,,,

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  10. Caro Giuseppe, ho particolarmente apprezzato questa tua nota (e anche quella successiva che riportava un articolo di Rinascita del 2006). Per chi, come me, è giunto al socialismo dopo l'era Craxi, provenendo dal liberalismo e da quell'intensa fase di dibattito Lib-Lab che cartterizzò gli anni '70 e '80, cioè che dici, e che dicono anche altri compagni qui, è importante. E importante ritengo che sia anche ciò che dice Franco (e che ha detto all'assemblea di SeL), su rapporti sociali ed economici. La sconfitta della sinistra, non solo in Italia, ma in quasi tutta Europa, avviene proprio su questi presupposti: una sinistra troppo sottomessa ad una idea di mercato ultraliberista (e, da liberale appunto, sottolineo, non liberale, ma liberista, che è altra cosa), che dalla crisi proprio di quel mercato è stata travolta. Occorre trovare per la sinistra una collocazione più vicina a quelle che furono, appunto, le ragioni storiche del socilismo. Non a caso i partiti socialisti che vincono in Europa, così come le sinistre, sono quelle che maggiormente si caratterizzano in tal senso, dalla Linke tedesca, ai partiti socialisti greco e portoghese, e non a caso la stessa SPD o il partito socialista francese ritrovano la loro collocazione "di sinistra". Sempre la liberale (come formazione politica) ritengo anche che una ulteriore cartterizzazione di una nuova sinistra debba essere quella di portare il confronto politico proprio sul tema fondante della società liberale, e cioè la libertà. Puntando ad un superamento del concetto stesso di libertà "liberale" sulla scorta degli scritti di pensatori come Philip Petitt o Quentin Skinner e un po' come ha fatto Zapatero con il PSOE e l'idea del socialismo dei cittadini fondato su una teoria della libertà e del governo.

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  11. Recuperiamo anche il pensiero di quel grande giovane italiano che fù PIERO GOBETTI.

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  12. Caro Peppe tu scrivi:"Ma prevalse quella scelta fatta forse sul Panfilo Britannia: far soccombere i partiti e far governare il paese da una tecnocrazia in linea con il capitalismo finanziario globalizzato. La magistratura fu il braccio armato di tale operazione.", se questo è vero, mi riferisco al ruolo della magistratura e non al fatto che la tecnocrazia abbia di fatto soppiantato la democrazia dei partiti nel gestire l'economia liberista,sulla qual cosa concordo, perchè non dare ragione a Berlusconi che attribuisce alla magistratura ruolo altrettanto politico nell'agire strumentale contro di lui. Tanto più che Berlusconi , in quella sorta di divisine che tu indichi, fu a suo tempo scelta in campo imprenditoriale proprio di Craxi.
    Un'altra cosa che vorrei sottolineare è la mancanza di riferimento alla situazione patrimoniale dei singoli. Stando ad alcune sentenze definitive, oltrechè finanziamenti illeciti dei partiti, ci furono anche arricchimenti impropri dei singoli, e questo, al di là di considerazioni politiche sulle quali concordo, conferisce a certi personaggi un aspetto deteriore che va oltre il loro agire politico, facilitando quell'aggressione polpulista al "socialista" comunemente inteso spesso, identificandolo solo ed esclusivamente come "mariuolo".

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  13. Carissimo Fabio grazie per i tuoi preziosi appunti. Mi danno l'occasione per chiarire alcune cose. Io ho scritto che sul finanziamento illecito si è inserito il fenomeno dell'arricchimento personale e che ha certamente coinvolto personaggi iscritti al nostro ex partito, ma non solo. Su Berlusconi c'è un particolare su cui riflettere: fino al 94 non fu mai sfiorato da inchieste giudiziarie. Eppure uno come lui sul cui rapido arricchimento vi sono molti dubbi... avrebbe dovuto attirare l'attenzione molto ma molto prima del 94. Questo resta un mistero. Berlusconi solleva un polverone per rappresentarsi come un perseguitato dalla magistratura. Ma così non è. Quello che avvenne invece nel 1993 in particolare l'attacco alle Partecipazioni Statali è invece fin troppo evidente dal punto di vista logico: decapitare i vertici per avviare la svendita del patrimonio imprenditoriale pubblico.
    Per me la questione morale è un valore essenziale del mio agire politico. Ma onestamente l'azione di Mani Pulite credo che poco abbia avuto a che vedere con una azione di giustizia. Basti pensare all'uso abusivo ed esasperato della custodia cautelare (lo denunciò il Presidente Scalfaro ) al ruolo ambiguo di personaggi come Lucibello e Pacini Battaglia. Al fatto poi che l'unico a finire in galera fu Cusani (che certamente era più onesto di molti altri).

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  14. .... E poi vi sono state molte assoluzioni , fra cui di gente che ha subito dei veri e propri linciaggi personali come Tognoli. E' stato un periodo controverso di cui molte pagine andrebbero riscritte.
    Io, proprio perchè sono stato (e sono) un critico del craxismo ho anche il dovere (per amore di giustizia) di evidenziare il dato che l'attribuire a Craxi tutto lo sfacelo morale d'Italia è stato un atto di grave ingiustizia e di distorsione della verità fatto in maniera ipocrita e farisaica. Se Craxi con la sua fuga ad Hammamet ha sbagliato gravemente perchè ha di fatto avvalorato la sua colpevolezza è anche vero che i democristiani per rifarsi una verginità hanno tutto scaricato sul PSI (avallati dai postcomunisti interessati a ricostruire un mini-compromesso storico nell'Ulivo prima e nel PD dopo). Fino al punto che uno come De Mita è stato eletto nell'Ulivo nel 1996! Questo è lo scandalo! E De Mita e Mastella sono quelli che hanno poi fatto affondare Bassolino in Campania! Quindi la II Repubblica oltre al fatto di essersi fondata sul liberismo come paradigma ha prodotto un livello di corruzione e malaffare superiore e di molto a quello del periodo peggiore della I. Questo dovrebbe farci riflettere. POi carissimo Fabio noi militanti socialisti che hanno cercato di fare il loro dovere con passione siamo stati tutti offesi dai faccendieri, profittatori ed altro che il craxismo ha permesso di far penetrare nel nostro partito. Questo non lo dimenticheremo. Ma nella militanza che ho avuto nei DS (dal 1999 al 2007) ho provato più o meno le stesse sensazioni della fine degli anni 80 nel PSI!

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  15. Avendo vissuto in CGIL il periodo dei 4 punti di scala mobile, che vedeva la componente comunista -LAMA- e la componenete Socialista -DEL TURCO- l' uno contro l' altro, certamente su posizioni di partito.Su questo punto non concordo molto con quello che Peppe dice.Secondo il mio modo di analizzare la questione oggi,si omette la scelta di LAMA di lasciare agli iscritti " LIBERTA' DI COSCIENZA " sul voto al Referendum, questo fù determinante sul risultato.Cosa che non fece Del Turco, che invitò a votare a favore del taglio dei punti di contingenza.L'accordo di San Valentino, ricordato da Peppe è stato un riconoscere la fine dello strumento della scala mobile. Contro tutto quello che veniva sostenuto dalla CGIL,...... LA SCALA MOBILE NON 'E' IL PROBLEMA, era L' INFLAZIONE IL MALE. Non era populismo era la verità. Berlinguer aveva capito che senza la scala mobile (Marcia dei 40mila alla FIAT Milano Capitanata da Bertinotti ) agli operai gli aumenti contrattuali sarebbero stati limitati,COSA CHE E' ACCADUTA e oggi quello che rimane della Sinistra rivendica un meccanismo automatico che salvaguardi il potere d' acquisto.Basti pensare che allora gli stipendi in Italia erano tra i più alti e oggi sono tra i più bassi.Referendum perso da Berlinguer approfondì il solco tra PCI e PSI . Non sono d' accordo su di un' altro punto, che Berlinguer seguisse la politica "Togliattiana" (Leninista). Il PCI era già un partito socialdemocratico, nei fatti, non occorreva sancirlo con " LA SVOLTA DI SALERNO ". A Berlinguer premeva che nel progetto futuro del PCI rimanesse intatto il Pricipio del " DIVIETO DELLO SFRUTTAMENTO DELL' UOMO SULL' UOMO ". Riconosco a Craxi il convincimento della presenza PUBBLICA nell' ECONOMIA NAZIONALE, se bene ricordo fine ad un certo momento che poi abbandonò.Come gli riconosco il tentativo di ridare all' ITALIA un ruolo piu' autonomo a livello internazionale.Ma sul ruolo del Capitalismo in campo nazionale e internazionale tra Craxi e Berlinguer non c'era e non ci poteva essere INTESA.Questo a mio modesto parere,è stato il vero motivo della mancata unificazione tra PCI e PSI.

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  16. Ma Craxi non abolì la Scala Mobile, ne riformò il meccanismo (inizialmente con la soluzione ponte descritta da Carniti poi con l'accordo con tutti e tre i sindacati nel 1986 che prevedeva la semestralizzazione al posto della trimestralità della contingenza). Del resto rispetto alla alta inflazione di inizi anni 80 due erano le strade percorribili: o la politica dei redditi - praticata dalla socialdemocrazia europea o la deflazione selvaggia predicata dal monetarismo di Milton Friedman (drastica riduzione della massa monetaria in circolazione con forte riduzione della produzione ed occupazione - così come dice Carniti) attuata dalla Thatcher in Inghilterra.. Craxi, Carniti ed i socialisti della CGIL (non solo Del Turco ma anche Vigevani e l'attuale segretario Epifani) scelsero la prima strada.
    La spaventosa crescita delle diseguaglianze e la drastica riduzione dei salari reali si è avuta in Italia non negli anni 80 MA NEGLI ANNI DELLA II REPUBBLICA a partire dal 1993 (quando il governo Ciampi con l'accordo di TUTTI E TRE I SINDACATI E L'APPOGGIO DEL PDS eliminò ogni meccanismo di indicizzazione. Lo stesso Bertinotti insisteva per una indicizzazione basata su uno scatto unico annuale (quindi al di sotto di quello che fece Craxi che si basava su DUE scatti semestrali).
    Caro Faliero chiunque è socialista è contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo se le parole hanno un senso.

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  17. L' obbiettivo di Craxi,almeno così apparve allora, di isolare il Sindacato in particolare la CGIL, guidata dal PCI, sconfiggere la cgil rappresentava battere il PCI.
    All' epoca, Craxi vantava la presenza PSI in tutte e tre le Confederazioni, Una storica nella CGIL, una tutta socialista la UIL di Carniti- Benvenuto e minoranza nella CISL, questo gli consentiva sul piano politico far passare le scelte Governative in sede Sindacale.
    L' accordo che tu ricordi, 3 Luglio 93 il protocollo, firmato il 22 Luglio, rappresentò un' accordo come tu ricordi, sulla distribuzione del reddito attraverso il contenimento dell' inflazione.Che poteva andare bene sulla carta in quanto mantenemndo ferma l' inflazione si manteneva il potere d' acquisto.Che in sostanza è la stessa cosa dello Slogan della CGIL di quando diceva che la scala mobile non' è il problema, il problema è l' inflazione. Il Cane che si rincorre la coda in tuttidue i casi.Cosa ha prodotto la politica dell' inflazione programmata lo sappiamo, ha ridotto gli stipendi e ha consentito aumenti dei costi dei Servizi in automatico anche se non necessario.Ecco la POLITICA della sinistra dove ha perso il modo di rappresentare i lavoratori e la sua credibilità tra i lavoratori.
    Il declinio della sinistra parte dalla sconfitta della CGIL in momenti importanti :
    La scala mobile;la riforma pensionistica e quella sulla autoregolamentazione del diritto di sciopero....
    Queste le più importanti.

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