lunedì 14 settembre 2009

*Conferenza Stampa di Sinistra e Libertà*

Sinistra e Libertà, una necessità per il Paese!


Presenza del simbolo di Sinistra e Libertà alle regionali, cambiamento del simbolo, Carta di adesione a SeL: sono solo alcuni dei temi, accanto a quelli più politici, discussi dai cinque segretari nazionali durante la Conferenza stampa di oggi.

14/09/2009 - La Conferenza stampa di Sinistra e Libertà di presentazione del programma della Festa Nazionale di Napoli è stata l’occasione per parlare dei principali temi politici del momento e delle proposte che saranno avanzate all’Assemblea Nazionale del 20 settembre. L’apertura dell’Anno scolastico, l’informazione, il testamento biologico, la green economy, il nucleare, la regressione economica e sociale del Paese, la questione morale, gli attacchi all’unità d’Italia, le prossime elezioni regionali, sono i temi emersi dal confronto con la stampa. Accanto a questi, ovviamente, i temi riguardanti il percorso di costruzione di Sinistra e Libertà: la presenza del simbolo di Sinistra e Libertà nelle Regioni in cui si vota, il cambiamento del simbolo di Sinistra e Libertà, la Carta di adesione a SeL.

Di seguito diamo alcuni passaggi degli interventi che Claudio Fava, Grazia Francescato, Umberto Guidoni, Nichi Vendola e Riccardo Nencini hanno fatto nel corso della conferenza stampa.

Claudio Fava: vorrei, innanzitutto, a nome di tutti dare la nostra solidarietà a Ballarò ed esprimere la nostra preoccupazione per il modo in cui, attraverso stravolgimenti surrettizi di palinsesti, si cerca di penalizzare l’informazione utile al paese per poi costruire e abbellire i salottini televisivi da cui questo governo farà i suoi comizi.

La conferenza stampa si fa il primo giorno di scuola. Sinistra e Libertà porterà come tema importante di discussione alla festa nazionale ciò che oggi ha portato davanti a tutte le scuole d’Italia. La nostra proposta per la scuola che ribalta completamente l’approccio che la Gelmini vuole dare al tema dell’istruzione e del sapere. Abbiamo cominciato a raccogliere le firme con banchetti davanti a tutte le scuole d’Italia. Riteniamo che i tagli al sapere e all’istruzione non siano soltanto un problema dei precari o dei docenti ma una grande battaglia di civiltà.

Saremo in prima fila su un tema che pur non essendo noi in Parlamento, ci vede politicamente e civilmente protagonisti: quello del testamento biologico. Nei consigli comunali e provinciali dove sono presenti rappresentanti di Sinistra e Libertà, proporremo un ordine del giorno da mettere ai voti che preveda in ciascun Comune l’istituzione di un registro di dichiarazioni anticipate di testamento. Un modo altro di rispondere ad un dibattito che si sta svolgendo malamente su questo tema. Vedremo anche come si collocheranno i consiglieri del PD. E’ uno dei temi su cui misureremo, anche in vista delle prossime elezioni regionali, le distanze e le vicinanze col PD.

La festa nazionale tutto questo lo raccoglie, lo elabora, lo traduce nella proposta politica , nel punto di vista che Sinistra e Libertà vuole cominciare a offrire al Paese. Quindi accanto ai temi organizzativi, agli assetti che ci daremo a partire dal 20 settembre, vorremmo che sinistra e libertà fosse innanzitutto un luogo di discussione e di elaborazione di una proposta politica, un luogo di politica.

Dentro questo approccio che vorremmo dare alla nostra Festa e alla nostra Assemblea, ci sono alcune determinazioni che vogliamo portare all’attenzione della Assemblea. Una Assemblea informale, che non ha selezione, alla quale abbiamo invitato tutti coloro, elettori, amici, sostenitori che sono dentro e accanto a questo progetto.

Proporremo che fin dal 20 settembre ci sia una Carta di adesione messa a disposizione di chiunque vuole mettere il proprio nome, il proprio cognome e il proprio obolo, accanto e al servizio di questo progetto per raccogliere aderenti e militanti del progetto politico di SeL

Altra cosa che intendiamo proporre all’Assemblea è il cambio del nostro simbolo,facendo venir meno i tre simboletti dei gruppi parlamentari europei e aggiungere una parola che noi riteniamo appartenga trasversalmente a tutti i temi della politica italiana, la parola “ecologia”.

Grazia Francescato: Per noi è molto importante che venga inserita la parola ecologia nel simbolo di Sinistra e Libertà. Non si tratta di sindacalismo verde ma significa che l’ecologia e quindi un modo nuovo di interpretare la realtà e di dare risposte ai problemi dei cittadini diventano un patrimonio condiviso, ossia una vera e propria rilettura della modernità. In un momento in cui la crisi economica continua ad avere effetti drammatici sia dal punto di vista sociale che occupazionale è sempre più necessario coniugare le ragioni del lavoro con quelle dell’ambiente. In Europa ci sono già 3,5 milioni di persone che sono occupati in green jobs ( lavori verdi). E le stime prevedono che in pochissimi anni arriveranno ad 8 milioni. E proprio di questo si parlerà proprio nel dibattito del 19 settembre dove Daniel Cohn Bendit, Nichi Vendola e Pierluigi Bersani si confronteranno sul tema della green economy.

Umberto Guidoni: molte cassandre, quando ci siamo presentati alle europee, hanno parlato di cartello elettorale, di una cosa che stava in piedi solo per eleggere qualche parlamentare europeo. Noi partiamo dalla Festa nazionale per dimostrare che così non è. Come d’altra parte non è stato così per il milione di voti che abbiamo raccolto in una situazione di completo isolamento mediatico.

Oggi siamo di fronte a qualcosa che non è nemmeno “l’editto bulgaro” con cui Berlusconi si assumeva direttamente la responsabilità di intimidire i giornalisti. E’ in atto un processo che si attacca a tecnicismi, a scuse, per realizzare di fatto una informazione a senso unico. E questa è una delle ragioni per cui questo progetto è in campo in maniera autonoma e lo sarà anche alle elezioni regionali.

Nichi Vendola: tutto è in movimento. La scena politica è dentro un vorticoso movimento. E’ come se la camicia di forza del bipolarismo all’italiana non fosse riuscita a imprigionare il corpo degli interessi, delle culture politiche, delle storie, delle narrazioni di questo Paese. Siamo dentro un momento di grande transizione. E’ ripresa la transizione italiana. E’ come se non riuscisse a giungere a un punto di conclusione.

Sinistra e Libertà si manifesta come una necessità del Paese. Quello che sta accadendo sulla libertà di informazione è tanto più grave perche cominciamo a entrare nell’autunno dell’ultimo trentennio. Sarà un autunno durissimo. Il tentativo di uccidere il bambino quando è ancora nella culla, cioè di uccidere il diritto al conflitto, al dissenso nei confronti della politica economica e sociale del Governo Berlusconi , ci rende necessari perché siamo coloro che connettono il diritto alla libertà ai diritti sociali. Oggi la libertà e il lavoro sono due facce della stessa medaglia di un Paese che sta regredendo sul piano dei diritti sociali e sul piano dei diritti individuali. Abbiamo bisogno di rendere precisa la radiografia di questa crisi e di questo declino e anche di sapere che c’è uno spazio di lotta politica che può guadagnare risultati.

L’altro giorno ho avuto la soddisfazione di avere un ministro importante del Governo Berlusconi che ha dovuto arrendersi di fronte al fatto che nella mia regione siamo diventati in tre anni i primi produttori nazionali di energia eolica e solare e che sul nucleare non si può negoziare. Il ministro ha dovuto dire che in Puglia di nucleare non si deve più parlare.

Si può vincere a condizione di far parlare i territori, a condizione di vivere la politica non nell’astrattezza della contesa del ceto politico e del Palazzo, ma rivolgendosi alla vita, entrando nella materialità delle condizioni di vita delle persone. E’ un Paese, oggi, con molti buchi neri, con molte empietà. Quarantotto suicidi in carcere dall’inizio dell’anno, sono il termometro di un Paese malato, di un Paese nel quale la critica del buonismo e del pietismo, che è diventata una specie di moda ideologica e intellettuale, produce codici di empietà pubblica, di disumanità concreta nei meccanismi di governo dei problemi più complicati del nostro tempo.

La nostra Festa nazionale serve per dire che stiamo aprendo un percorso. Un percorso non facile. Abbiamo visto in altre parti d’Europa quanto complicato fosse mettere insieme storie, percorsi differenti. Ma è un percorso la cui ragione sociale è scritta dentro la storia dell’Italia e della sua crisi. Sinistra e Libertà riparte. Riparte guardando all’elemento di scollamento tra il populista Berlusconi e il popolo. Ci sono momenti in cui la crepa è visibile. Di fronte a questa crepa non c’è una forte, visibile, credibile alternativa. Il Congresso del PD fatica e annaspa e non riesce a mettere a fuoco il Paese reale e la sua crisi. Di Sinistra e Libertà c’è bisogno.

Alla richiesta di replicare a D’Alema sul fatto che in Puglia ancora non c’è un candidato, Vendola ha detto : “Io sono stato candidato in virtù di un processo di popolo. Un protagonismo che con le primarie ha scompaginato i giochi di Palazzo. Ovviamente il candidato futuro delle regionali, alternativo alla destra in Puglia, o è l’attuale Presidente o è , in ogni caso, frutto di un processo di popolo.

C’è un problema di definire il perimetro della coalizione? Io sono favorevole a costruire una grande coalizione meridionalistica e democratica per il governo della mia Regione. La bussola che deve governare la costruzione di questa coalizione più larga è la ricostruzione del primato dell’etica pubblica nella politica e la scelta del candidato deve essere sempre figlia di un processo di popolo e non di manovre di palazzo. Io posso mettermi generosamente a disposizione di questa proposta.

Sulla questione morale il nodo non è ”usarla come una clava, dentro la contesa politica. Le urla populiste e giustizialiste non mettono a fuoco le patologie legate alla opacità dei sistemi di potere, al deficit di controllo sociale, al deficit di trasparenza. La questione morale è la distanza tra i pubblici poteri e la vita quotidiana dei cittadini. Bisogna colmare quella distanza. Io vanto il fatto che non c’è nessuna esperienza comparabile a quella della puglia dal punto di vista della tempestività con cui abbiamo reagito non agli avvisi di garanzia ma addirittura agli schizzi di fango. Abbiamo cercato di impermeabilizzare il più possibile l’azione del governo da vicende che saranno valutate in altri ambiti. Credo che non abbiamo usato nessuno degli stilemi berlusconiani nel rapporto con chi ha l’autorità di esercitare il controllo di legalità. Abbiamo le carte in regola per poter continuare a parlare di questione morale.

Riccardo Nencini: La scelta di Napoli non è una scelta casuale, Noi l’abbiamo collegata ad una iniziativa che è partita la metà di agosto quando siamo andati a salutare il sindaco di Reggio Emilia sul tricolore italiano, nel cuore delle polemiche avviate dal leader della Lega Bossi. La scelta di Napoli è una scelta consapevole. Non è soltanto meridionalista. E’ una scelta che riguarda l’unità d’Italia, un valore che non riteniamo passeggero. Napoli potrebbe essere il luogo di una iniziativa particolare. Quando il ministro degli interni, che precede le dichiarazioni del suo leader, parla di Padania libera è un fatto gravissimo e ancor più grave è che le parole di Maroni non siano state rilevate come un fatto gravissimo. I Prefetti hanno una relazione preferenziale con il ministro dell’interno. Se questo ministro va in una città del Nord e dice che l’obbiettivo politico del suo partito è quello di rendere “libero e autonomo” un pezzo dell’Italia, si pone una questione costituzionale. Noi la stiamo studiando e la porremo nei giorni della Festa che facciamo a Napoli a partire da mercoledì prossimo.

Sulle regionali, c’è uno schema che stiamo disegnando, poi naturalmente, avvicinandosi le elezioni guarderemo anche al comportamento degli altri partiti del Centro-sinistra. Partiamo da due fattori. Il primo è quello di richiesta ovunque di primarie di coalizione. Questo vuol dire che Sinistra e Libertà sta dentro la Sinistra delle riforme e non dentro alla Sinistra antagonista. Quando andremo a definire i candidati presidenti il nostro criterio principale sarà questo. Il secondo punto è che ci sarà il simbolo di Sinistra e Libertà nelle Regioni che vanno al voto.


1 commento:

  1. Abbandonare ogni riferimento al Socialismo rischia di portare ad una immagine di sinistra ecologista a vocazione minoritaria.
    Sembra una rifondazione comunista travestita. Così si creano i presupposti per la rinascita di un vero Partito Socialista Riformista, che non nasconda il suo nome e la sua collocazione europea, e che riempia lo spazio ormai lasciato libero dal PD tra i partiti di centro e i partiti della sinistra a vocazione minoritaria.
    Ottavio Pasquotti

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