mercoledì 8 luglio 2009

FIRENZE. PRESENTATO IL NUOVO ROMANZO DI
RICCARDO NENCINI

08/07/2009 - La ricerca storica è la premessa per ritrovare la spinta per il rilancio di una città che per quasi tre secoli è stata al centro del mondo. La presentazione dell’ultimo libro di Riccardo Nencini, Segretario nazionale del Partito Socialista e Presidente del Consiglio regionale della Toscana, si è trasformata lunedì sera in Piazza della Repubblica, il più antico centro della città, in una riflessione sul futuro di Firenze e dell'Italia. Protagonisti non solo l’autore de “L’imperfetto assoluto”, una romanzo storico che copre un arco di tempo di 5 anni all’inizio del XIV secolo, ma anche il neo Sindaco Matteo Renzi, Franco Cardini, medievista e scrittore e il giovane poeta Federico Berlincioni autore dei sonetti alla maniera del Dolce Stil nuovo inseriti nel testo. Il messaggio principale che Nencini ha voluto dare presentando il volume edito da Mauro Pagliai Editore è il richiamo alla responsabilità dei gestori della cosa pubblica.Un lavoro che ha richiesto sette anni di studio e sette mesi di scrittura - ha detto Nencini. Mi sono ritrovato a descrivere una Firenze del 1300, patria del capitalismo finanziario, una città verticale grazie alle sue duecento torri, come Wall Street, una specie di Dubai immersa nei cantieri delle grandi opere. Firenze era enorme, una delle cinque città più grandi della cristianità. Era grande quattro volte Londra; fucina culturale che getta i semi della fortuna medicea del Rinascimento”. In anni drammatici della storia fiorentina, che videro tre guerre civili, un rovinoso incendio che ha distrutto 1.500 edifici, l’assedio di Pistoia e quattro guerre in Mugello, c’erano uomini che pensavano in grande: Arnolfo che costruiva il palazzo della Signoria, Giotto che rivoluzionava la pittura, chiamati da governanti che avevano intuito qual era la strada per costruire una città straordinaria. C’era anche la disponibilità di uomini, tutt’altro che impeccabili sul piano morale, ad assumersi le loro responsabilità pur di fare grande la città”, ha detto Nencini. "La strada che, dopo quel lustro di sangue e di fuoco, fu percorsa era quella che ha portato i fiorentini, e con loro l' Italia e tutto il mondo occidentale, nella modernità: non solo mercatura o solo finanza, ma anche industria: “Firenze fece scoprire il gusto, offrendo al mercato non solo ciò che è utile per la sopravvivenza, ma anche ciò che piace – ha concluso il segretario-scrittore. - A quel tempo c’erano fra tre e quattromila officine che lavoravano la lana”. Concetti ripresi nell’intervento di Franco Cardini: “Il bene e il male sono impastati – ha detto lo storico sintetizzando così il nocciolo del romanzo – e non si può che accettarli insieme”. Un politico deve esserne consapevole, mantenendo tuttavia una ferma dirittura morale, per guidare la comunità verso il futuro. Dopo il successo del lavoro dedicato a Oriana Fallaci "Moriro' in piedi", con oltre centomila copie vendute, Nencini dispiega in un romanzo storico gli eventi decisivi che legarono il destino della Firenze del Trecento a quello europeo, in una prospettiva di politica ed economia 'globali'.


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