sabato 25 luglio 2009

CentraVACANZE.......

di Emanuele Pecheux

25/07/2009 - L'intento, in origine, consisteva nello scrivere una breve nota nella quale informare i frequentatori del sito del
Partito Socialista e del gruppo su FB che, durante il periodo agostano, la redazione tirerà un pò il fiato e dunque gli aggiornamenti saranno necessariamente diradati (ma non interrotti). In altre parole si aveva in animo di inviare alle compagne, ai compagni e ai simpatizzanti l'augurio di buone vacanze anche in considerazione del fatto che tutta la comunità del Partito Socialista, alla ripresa dopo la pausa estiva, sarà chiamata ad ingaggiare una (verrebbe da dire, ormai consueta) serie di prove molto impegnative, per le quali saranno necessarie, oltrechè l'impegno e la passione che sono ben noti, anche la massima determinazione, unita alla lucidità e, soprattutto, alla solidarietà tra dirigenti e militanti. Alle spalle ci lasciamo poco più di un anno difficile, reso complicato dall'infausto risultato elettorale delle politiche 2008, evento che, come mai nei pure difficili precedenti tre lustri, ha rischiato di provocare la definitiva fine dell'unica organizzazione politica socialista di questo Paese. Ma i tredici mesi che sono trascorsi dal congresso di Montecatini che ha portato Riccardo Nencini alla guida del partito, hanno anche e soprattutto dimostrato che i socialisti ci sono, non chinano il capo e, soprattutto, non mollano. Abbiamo cercato in questi mesi di dare conto quotidianamente dell'attività del partito che ha mostrato, pur nelle difficoltà che tutti conosciamo, grazie alla costante applicazione del segretario e del gruppo dirigente, di essere in grado di risalire la china dopo la mazzata elettorale delle politiche. Contiamo, come redazione, di fare di più e meglio alla ripresa. Certo, per il gruppo dirigente non è stato nè semplice nè comodo accollarsi una simile impresa in un contesto che vede il PS fuori dal parlamento nazionale (grazie a Veltroni) e, da poche settimane, anche dal Parlamento europeo (grazie a Veltrusconi) e dunque scientificamente marginalizzato, se non ignorato, da un sistema mediatico che è la plastica rappresentazione, della grave patologia che, non da oggi, ha colpito la nostra democrazia. Il nostro partito, nonostante questi handycap, a cui si è aggiunto il grave incidente che ha limitato nel momento più delicato il lavoro del segretario, che avrebbero potuto indurre a considerare la partita ormai perduta, ha perseguito e persegue la duplice strada dell' affermazione della propria specificità e autonomia, contestualmente alla ricerca e alla costruzione di un sistema di alleanze, (resosi urgente dopo la repentina promulgazione della legge truffa perle europee) che comunque siano compatibili con i valori del riformismo socialista che, se ad alcuno non fosse sufficientemente chiaro, per noi non sono negoziabili. In questa chiave occorre interpretare la nascita di Sinistra e Libertà, coalizione che, in ragione del contingente ma pure alla lenta, progressiva evoluzione in chiave riformista dei nostri interlocutori ha avviato un processo (che, tuttavia, non è ancora giunto al termine) che ha consentito di gettare il seme di un'aggregazione della sinistra progressita, riformista, laica e attenta ai temi della moderna ecologia. Quella che ci piace definire la sinistra del futuro. Traversato, non senza qualche inevitabile lesione, l'istmo delle elezioni europee con un risultato che, date le condizioni, non esalta ma neppure può deprimere, si tratta ora di tracciare un'agenda che consenta di sciogliere tra i contraenti alcuni nodi tuttora presenti (diversamente si tratterebbe di una fusione a freddo ed la crisi del PD sta li a dimostrarci come vanno a finire simili esperimenti) e dunque indicare le tappe successive di un viaggio che è appena all'inizio. Recita un detto popolare: Checchè ne pensino qualche aspirante spin doctor di scuola obamiana, passato dall'eskimo al desktop, qualche aedo della mitica "base" o qualche visionario che ha appena scoperto il web e non è più in grado (se mai lo fosse stato) di distinguere il reale dal virtuale, un partito non si crea, nè si struttura dall'oggi al domani. Nè può esistere solo sul web. Certo, tra noi c'è qualcuno che, avendo un'idea, per così dire, "sliding doors" delle appartenenze, ha già fornito ampie dimostrazioni di essere capace di sfasciarli i partiti: oggi immagina onirici scenari che stanno nel suo personale libro dei sogni. C'è pure qualcun altro, di converso, che vorrebbe che l'intera comunità socialista prendesse il mare aperto del "nuovo partito" di la da venire, buttando, come si suol dire "con l'acqua sporca, anche il bambino". "la gatta frettolosa fa i gattini ciechi". Siamo di fronte all'ennesimo deja vu del socialismo italiano? Al ritorno del fantasma del "cupio dissolvi"? Al solito copione che, come scriveva un notista politico di chiara fama, "metti insieme tre socialisti e avrai cinque idee diverse"? No. Fortunatamente non siamo a questo. Sicuramente,però, nel caso dei "nuovisti" siamo invece di fronte al dipanarsi di una sorta di sindrome di onnipotenza che è, in parte, figlia di un cattivo rapporto con i new media e che assegna ad alcuni la rappresentazione, forse neppure consapevole, dell'italico vizio che ci ha portato ad essere considerato "il paese di santi, poeti, navigatori, commissari tecnici della nazionale" e, grazie al web 2.0, segretari di partito, pur ovviamente attenendosi al mai dimenticato motto "armiamoci e partite". Alcuni tra costoro stanno ore, giorni e notti, sul web: pontificano, spesso insultano e disegnano scenari politici e organizzativi figli della calura estiva e delle troppe ore trascorse, in solitudine, innanzi al pc. Ma quanto a impegno nel e per il partito, neanche a dirlo, salvo poche eccezioni, da sempre, latitano. Soprattutto a costoro va l'augurio di buone vacanze, affinchè ritrovino nel periodo agostano, oltre a un minimo di buon senso politico, le ragioni che stanno alla radice del sentirsi parte di una comunità politica come la nostra e e si rammentino pure che il dibattito democratico si può definire tale se è rispettoso delle regole che informano la vita di un'organizzazione. Ignorarle o inventaresene in corso d'opera altre, significa costruire un'apparato, oltrechè virtuale, farsesco. Dando pure la stura all'arbitrio, che è l'esatto opposto della democrazia. Della mala pianta dell'arbitrio, nel nostro partito, se ne facciano una ragione, nessuno, fortunatamente, avverte la necessità.

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