mercoledì 21 ottobre 2009

COSTRUIRE SUBITO IL NUOVO SOGGETTO....SeL

COSTRUIRE SUBITO IL NUOVO SOGGETTO
E AL TEMPO STESSO APRIRE UNA SERIA DISCUSSIONE.

di Stelvio Antonini*

19/10/2009 - Giorgio Mele chiede "che si blocchi qualsiasi accelerazione e si apra, prima di arrivare ad un congresso, una seria discussione che non c'è mai stata, che si faccia un bilancio della nostra esperienza sapendo che siamo tutti in discussione". C'è bisogno di fare quello che chiede Giorgio. Ma perchè mettere in alternativa la "seria discussione" con la necessità di dare certezze sul terreno della costruzione del nuovo soggetto anche sul piano organizzativo. Occorre accelerare in entrambi i livelli poiché sono allo stesso modo necessari. Tra le cose che bisogna considerare c'è anche lo stato d'animo della cosiddetta base, che non può essere invocata solo in determinati momenti e soprattutto a sostegno di posizioni dei gruppi dirigenti nazionali. Qualche volta bisogna fare il contrario: far prevalere gli orientamenti e le richieste che salgono dal basso, come in questo momento. C'è una indiscutibile spinta (si è espressa vistosamente anche a Bagnoli) a fare presto nel darci uno strumento politico organizzato per intervenire nel grave momento politico e sociale che attraversa l'Italia.

Dobbiamo convincerci che la conclusione dell'assemblea di Napoli ha lasciato tracce profonde di delusione tra chi ha partecipato e tra chi era rimasto a casa. L'aspettativa era quella di uno scatto in avanti teso ad accorciare i tempi nella costruzione del nuovo soggetto unitario. Bisognava fissare scadenze certe e non di possibile e diversa interpretazione (come si evince dalle dichiarazioni pubbliche di Nencini), fino al congresso costitutivo, che poteva essere previsto anche per dopo le elezioni regionali a condizioni che fossero previste tappe significative lungo un percorso irreversibile.

Ma perché, ad esempio, non è stata accolta la proposta di organizzare i congressi regionali entro dicembre in modo da incominciare a conferire "sovranità" agli iscritti? La perentoria indicazione di costituire comitati regionali provvisori di 11 persone che devono essere inevitabilmente proposti dai 5 coordinatori dei soggetti politici è più che altro una conferma che prevale l'idea di andare avanti secondo la formula della "federazione", come sostenevano i Verdi e, di fatto, anche i socialisti, come abbiamo sperimentato nelle discussioni che si sono svolte nelle Marche. Ma è una proposta minoritaria nell'ambiente di Sinistra e Libertà. Bisogna essere chiari fra di noi su un punto: non ci sono le condizioni per costruire le liste di Sinistra e Libertà alle prossime elezioni regionali con la formula della "Federazione tra soggetti". Nelle Marche è possibile andare avanti attraverso la formula "di una testa, un voto" altrimenti sarà dura.

Diversamente c'è il rischio di un ulteriore inesorabile "rilassamento" di chi fino ad oggi ha retto la baracca. Sarebbe letale per SL. Ecco perché con l'esito del congresso dei Verdi si è meglio compreso che la vita di Sinistra e Libertà non può essere scadenzata sui tempi e le esigenze di altri soggetti. E le proposte avanzate da Claudio Fava, Gennaro Migliore e altri dirigenti nazionali nei giorni scorsi hanno riacceso l'entusiasmo.

Bloccare ora il cammino ricominciato farà cadere le braccia a tanti che stanno aspettando con una certa ansia la nascita di un nuovo soggetto della sinistra.

Fra l'altro, in mancanza di meglio, in questi giorni di "primarie" del PD molti stanno decidendo di andare a votare per contribuire alla elezione di un segretario di quel partito. Non sono sicuro che ritorneranno tutti a credere a SeL se non si vede mai una luce chiara ma sempre incerta e opaca.

Dunque acceleriamo i tempi della discussione che chiede giustamente Mele ma al tempo stesso diamo avvio al processo costituente con l'assemblea nazionale di dicembre preparata attraverso congressi regionali.

*Coordinatore Regionale SD - Sinistra e Liberta'

2 commenti:

  1. Non credo opportuno costruire un partito subito e nuovo, almeno in questa fase, di cui non si sente il bisogno proprio. Però è ora di dare qualche giro di vite al progetto, siamo fermi da troppo tempo. Aspettiamo pure il congresso del Pd: avremo però novità sconvolgenti? Scissioni o revisioni del progetto? Io penso di no, emergeranno malumori e magari defezioni singole.
    Noi, invece, è ora che iniziamo a dare un'anima politica e culturale al nostro progetto. Senza verdi si può fare pendere il tratto della nostra proposta politica più sul socialismo? Può essere questo un elemento che aiuta la collocazione internazionale? E' un minimo comune denominatore per tutti?
    Una sinistra di governo non si improvvisa con un cartello elettorale, e nemmeno con la semplice costruzione di un contenitore nuovo. Cerchiamo almeno noi di stare fuori da questa ventennale corsa della sinsitra post-comunista alla creazione palingenetica di nuovi soggetti sempre percepiti come la soluzione a questioni politiche che restano invece irrisolte.
    Poi, ci sono le elezioni regionali tra poco, e noi dove siamo? Lo dico in primo luogo ai socialisti come me.

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  2. Ho letto con estrema attenzione ed interesse sia l'intervento di Stelvio Antonini che la riflessione, come sempre di spessore, di Carlo Magnani.

    La sollecitazione di Stelvio è innanzitutto utile ad aprire un dibattito serio nelle Marche rispetto alle prospettive di breve/medio periodo che vogliamo darci come SeL. Anche e soprattutto su questioni che, spesso, vengono troppo frettolosamente archiviate come “di secondaria importanza”: che forma ci vogliamo dare e che regole ci vogliamo dare.

    Sono convinto che questi argomenti non siano affatto di “secondaria importanza” rispetto alla “politica”, entrambe le questioni sono sullo stesso piano e se si pensa di far prevalere l'una rispetto all'altra, si rischia di avere un “cammino zoppo”.

    Chi, come noi, ha militato negli ultimi anni in partiti di dimensioni ridotte, ha vissuto sulla propria pelle delle esperienze non certo “politicamente edificanti”: la mancanza di regole chiare, di strutture chiare, di ruoli chiari, di forme organizzative chiare, ha fatto mettere spesso la “politica” in secondo piano, sacrificata sull'altare delle strategie personali dei “capetti territoriali” che, in tutta Italia, hanno solo cercato di raggiungere obiettivi individualmente eccellenti ma collettivamente deprimenti.

    Questo è successo molte volte anche nelle Marche, senza che i nostri partiti abbiano avuto né grandi benefici numerici né politici.

    SeL non può, evidentemente, correre il rischio né di iniziare un “cammino zoppo” né, tantomeno, di nascere già con una “opprimente cappa” impersonificata da questo o quel capetto che, a garanzia sua, cerca di modellare il tutto in barba alla politica, alle prospettive, alla base.

    Per tali motivi lo stimolo del compagno Antonini va colto, ragionato, discusso. Velocemente e di pari passo con la discussione politica.

    Io penso che, se vogliamo davvero darci slancio e far percepire all'esterno che, finalmente, siamo in grado di respirare e far respirare aria nuova, dobbiamo abbandonare ogni forma organizzativa utile a pochi a discapito di tanti. Dobbiamo dare l'idea di qualcosa di concreto ma di nuovo, anche e soprattutto nei metodi democratici interni. Dobbiamo scrollarci di dosso quell'etichetta di piccole organizzazioni politiche utile al mantenimento di qualche posizione privilegiata ma non in grado di incidere sui problemi reali delle persone.

    Dare questo segnale di novità attraverso una “federazione” tra soggetti che hanno ancora quell'etichetta mi sembra quanto meno difficile.

    Noi socialisti, in particolare, stiamo correndo un grande rischio. Il rischio di diventare un “corpo estraneo “ rispetto alla società ed alla realtà. Stiamo continuando a “parlarci addosso”, rischiando di dire cose sempre meno aderenti a ciò che, oggi, la società pretende dalla politica: chiarezza, semplificazione, capacità decisionale.

    E se un compagno autorevole, con grandi capacità di analisi politica e con riconosciute doti intellettuali come Carlo Magnani, si pone e ci pone la domanda “…e noi dove siamo? Lo dico in primo luogo ai socialisti come me”, la mia preoccupazione, da socialista, aumenta.

    LUCA CABASCIA

    Vice Segretario PSI - MC
    SINISTRA E LIBERTA'

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