martedì 7 luglio 2009

Eppure il vento soffia ancora...

di Mattia Di Tommaso

Le elezioni europee si sono concluse da oltre un mese. Purtroppo per i prossimi cinque anni la Comunità Socialista italiana non avrà rappresentanti al Parlamento Europeo.


Sinistra e Libertà ha raccolto poco più del 3%. Insufficiente per vincere, ma sicuramente non pochissimo ragionando anche sulle modalità di questa campagna elettorale:un simbolo presentato un mese prima, una campagna senza grandi mezzi finanziari, completamente oscurati dai media, e l’attenzione completamente spostata sulle vicende personali di Berlusconi piuttosto che sul piano della politica. Un piano sul quale i Socialisti italiani hanno ancora molto da dire e da dibattere.

L’orizzonte al momento è solo quello di continuare su questa strada: dare sostanza politica e programmatica a questo progetto che nasce con l’ambizione sentita e necessaria di riunire le migliori anime della sinistra del terzo millennio: i Socialisti, i laici, i riformisti, gli ambientalisti.

Altre strade al momento non sono disponibili. Dalle critiche, legittime, a questa fase, non ho mai visto seguire delle proposte concrete ed alternative. Chi tenta, affannosamente, di ripresentare l’autonomia socialista, auspicando un ritorno all’identitario e solitario simbolo PS sembra quasi dimenticare l’esito delle elezioni 2008: Ci presentammo da soli, in una grande battaglia di identità e autonomia. Tutti sanno come andò a finire: non arrivammo nemmeno al’1%....Questo purtroppo è oggi la consistenza elettorale dei Socialisti Italiani.

La mia non è rassegnazione ma presa d’atto della situazione in cui viviamo. Io sono tra quelli che si è iscritto al partito con l’ambiziosa idea di costruire un grande partito socialista, come c’è in tutte le democrazie europee, da risultati a doppie cifre, autonomo, libero, di governo. Non rinuncerò mai a questo sogno, ma bisogna pur fare i conti con una realtà, che ci dice che al momento ciò non è possibile.

E allora? Allora continuare sulla strada di Sinistra e Libertà, senza fretta, ma con l’intento vero di mettere insieme, nelle rispetto delle diversità e delle contraddizioni, storie e politiche differenti. Deve essere un vero passaggio costituente, di dibattito, anche di scontri. Dalla base fino ai massimi vertici. Non deve essere il partito di Vendola, ne solo dei comunisti, né di questa componente né di quest’altra. Deve essere di tutti e di tutte quelle persone che, non scegliendo il PD, si ritrovano orgogliosamente sotto i due termini che ci sono più cari : Sinistra e Libertà.

Non possiamo permetterci ancora una volta di abbandonare una strada semplicemente perché al primo tentativo non è andata bene. Le novità hanno bisogno di tempo per radicarsi, per crescere, per migliorarsi. Chi crede in un progetto, non lascia le cose incompiute. Negli anni lo SDI, ha creato e disfatto diversi progetti all’indomani del voto (sciagurato fu l’abbandono della rosa nel pugno, unica vera novità degli ultimi anni). Non possiamo permettercelo più.

Chi abbandona la strada dopo poco tempo, dimostra agli altri che non ci credeva molto nemmeno lui. E cosi continueremo a perdere consensi e fiducia. Sinistra e Libertà può solo crescere. Ma dipenderà molto da noi. Negli anni abbiamo respinto tutti gli attacchi di chi ci voleva morto, sepolto, annientato, fagocitato. Siamo vivi, certo un po’ ammaccati, ma con la voglia ancora di lottare e di sognare un mondo migliore. Mai come prima abbiamo bisogno della passione, del sacrificio, dell’utopia e della determinazione dei Compagni e delle Compagne Socialiste.

Per questo dobbiamo essere in grado di mettere al centro della politica di SeL le battaglia che ci sono più care: la difesa della scuola pubblica e dell’università, la difesa della laicità dello Stato, i diritti civili, la lotta al lavoro precario e alla disoccupazione, la tutela delle fasce più deboli, la giustizia sociale. Sinistra e Libertà ha bisogno di noi Socialisti e soprattutto delle nostre battaglie.

Sempre Avanti!

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