giovedì 11 giugno 2009

“CARO PD, PROVIAMOCI INSIEME”


Nichi risponde a Giovanna Melandri “Discutiamo anche su come battere Berlusconi”. Un articolo de “L’Altro”.

Nichi Vendola risponde alla lettera di Giovanna Melandri pubblicata ieri sul quotidiano ‘L’Altro’. Nella sua lettera, l’On.Melandri chiedeva al Governatore della Puglia un confronto tra le forze della Sinistra per contrastare il forte vento della destra in Europa e in Italia. L’ex Ministro riconosce il buon risultato di Sinistra e Libertà alle Europee che, continua la Melandri, ‘sancisce la nascita di una sinistra critica che, però, si misura quotidianamente con la fatica quotidiana del governo. ‘ Il testo della lettera pubblicata ieri da “l’Altro” dimostra come ci sia un’area del PD che guarda a Sinistra e Libertà per la costruzione di un progetto alternativo di Governo, e che esprime la volontà di costruirlo insieme. Sinistra e Libertà non chiude categoricamente a questo progetto, ma a differenza delle esperienze precedenti non è disposta a cedere a compromessi sui temi ritenuti dai noi fondamentali per il progetto che vogliamo costruire: la laicità, la scuola pubblica, il precariato e il riconoscimento dei diritti civili e sociali a tutti, nessuno escluso. Se il PD e la Melandri vorranno discutere della nuova Sinistra Italiana, sarà prima necessario un confronto e un chiarimento su questi punti chiave del nostro agire politico.

Di seguito il testo integrale della lettera di Nichi Vendola, pubblicata il 10 Giugno 2009 sul quotidiano ‘L’Altro’.

Cara Giovanna,
voglio prima di tutto ringraziarti per i toni personalmente affettuosi e politicamente rispettosi che hai usati nei confronti miei e di Sinistra e Libertà. Credo che l’interlocuzione a sinistranecessaria, non per noi ma per il Paese, il cui problema oggi è la ricostruzione del campo largo di una opposizione al Berlusconismo. Credo anche, però, che questa opposizione al berlusconismo non possa più limitarsi a una critica generica e letteraria. Deve entrare nel merito dei problemi reali. Deve far nascere il profilo di un’alternativa credibile. A fronte di questa crisi durissima, per affrontarla mettendo in campo una concreta alternativa economico-sociale, la sinistra deve prima di tutto fare i conti con le mitologie liberiste e tecnocratiche che per molti anni l’hanno attraversata. I nodi strategici sono evidentemente il lavoro e la scuola pubblica, e ciò significa senza mezzi termini lotta contro il precariato e contro il degrado della scuola pubblica, senza indulgere ad atteggiamenti civettanti con la vorace spinta alla privatizzazione dell’istruzione. Ma è un nodo strategico anche la difesa della laicità, che non può essere aggirata con l’alibi dei temi eticamente sensibili senza mai farne oggetto di una franca e aperta battaglia delle idee. Sullo stesso nostro europeismo, anch’esso un nodo dirimente, dobbiamo dire con chiarezza che lo intendiamo nella sua accezione più “euromediterranea” come ponte per la pace e come incontro di civiltà. E’ questo del resto il messaggio che ci arriva dalla stessa presidenza degli USA, da Barack Obama.

Infine non credo sia più rinviabile la messa a tema, e con la massima urgenza, del problema fondamentale: la qualità e la natura della nostra democrazia, oggi messa gravemente a rischio dal prosciugarsi della rappresentanza reale, dalle pulsioni razziste e autoritarie, dal tentativo sempre più sfrontato di svuotarla di contenuti. L’istanza egualitaria è sin dalle origini una componente essenziale della nostra Costituzione e del suo spirito più intimo. Ma oggi assistiamo invece proprio ad una metodica soppressione di ogni istanza egualitaria, con una conseguente mutazione genetica della nostra stessa democrazia. Se non si entra nel merito di questi temi tutto resta confinato nel campo delle petizioni del cuore. In queste elezioni il PD ha subito una dura sconfitta. Sarebbe letale se, per la seconda volta dopo le Politiche del 2008, tentasse ancora di rimuoverla. E’ auspicabile che comunque porti a casa la pelle, ma sotto a quella pelle nessuno sa ancora cosa ci sia. Nell’affrontare i nodi fondamentali si pone più come un galateo che come il perno di un blocco sociale alternativo.

Noi, come Sinistra e Libertà, abbiamo già fatto la scelta di aprire un percorso di ricerca e di iniziare un cammino. Chiediamo a tutti di essere, come noi, attori di un dialogo vero, senza retro-pensieri. Oggi non si tratta di fare delle scelte che affrontano prioritariamente il tema di un contenitore. Oggi siamo alla scrittura della prima bozza di un programma fondamentale per la Sinistra. Oggi siamo all’inaugurazione di un cantiere, o forse di più cantieri, in cui avviare con esperienza e con pazienza la cura di un parto, di un partire e infine di un partito. Con voi amici democratici, con Di Pietro, con il Partito Radicale, con Rifondazione Comunista è giunto il tempo di smettere di usare le parole come corpi contundenti. E’ questo il tempo di parlarci con sincerità, magari con asprezza ma con quel comune sentire che è proprio di chi percepisce, persino con dolore, lo scivolamento dell’Italia e dell’Europa verso destra. Quando la sinistra rinuncia a darsi una grande missione e ad avere una grande visione cede alla tentezione del governismo. Si smarrisce nei labirinti dell’amministrazione. Smette di essere una narrazione collettiva e non si accorge che in una società frammentata i messaggi della destra anche estrema possono guadagnarsi consensi crescenti. E non vale neppure, sulla sponda opposta a quella del governismo, far vivere la sinistra alla stregua di una cattedra di sociologia della catastrofe o come un’identità immobile, un sarcofago in cui conservare la mummia delle nostre glorie passate. Vale invece la sinistra come creazione, come racconto della vita che incrocia l’analisi, come grammatica della libertà e cura della soggettività. Come profezia laica che annuncia la pace e come efficacia di un agire politico che interpella la vita, la sua fragilità, la sua irriducibile potenza. E quindi, cara Giovanna, a presto.

Nichi Vendola


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