domenica 28 giugno 2009

"Rinnovarsi o Perire": il futuro del Socialismo
di Poul Nyrup Rasmussen*

I cittadini di tutta Europa hanno fatto la loro scelta. Il prossimo Parlamento Europeo e la nuova Commissione Europea saranno guidati da una coalizione di forze conservatrici e di destra. La complessità dei processi decisionali europei e una lunga tradizione di accordi potrebbe confondere le persone su chi è responsabile della direzione che l’Europa prenderà nei prossimi cinque anni. Ma i partiti ed i Governi europei di destra, ed i loro membri in seno al Parlamento Europeo, dovrebbero tenere conto che quello che si trovano davanti è la conseguenza di quella che si può definire una vittoria di Pirro, con alla base un grande record di bassa affluenza alle urne. Credo che chi ha votato per la destra rimarrà deluso dalla direzione che prenderà l’Unione Europea. Oggi, i leader di destra e, in particolare, il Partito popolare europeo (PPE) stanno usando il linguaggio Social Democratico per ingannare la gente. Sono state fatte promesse sulle politiche sociali, sulla lotta contro il cambiamento climatico, sul sistema finanziario ed altri problemi, che non saranno mantenute.

La tradizionale concertazione sul processo legislativo a Bruxelles ed a Strasburgo può terminare. Credo sia giunto il momento di marcare con chiarezza le differenze politiche tra la sinistra e la destra. Può la Social Democrazia, dopo la sconfitta alle elezioni europee, ritornare a collaborare come ha fatto di solito e correre il rischio di aiutare la destra ad offuscare il divario politico per i prossimi anni? Non credo che questa sia la via da seguire. Per cominciare, dobbiamo lottare per quello cui noi siamo impegnati, come ad esempio un nuovo piano di rilancio economico dell'Europa e una radicale riforma del sistema finanziario europeo. Ma ora dobbiamo fare molto di più.

La Social Democrazia deve rinnovarsi. I valori su cui abbiamo basato più di un secolo di lotte politiche ed i risultati ottenuti devono rimanere la nostra ispirazione. Ma dobbiamo ripensare cosa rappresentiamo oggi nel mondo in rapido mutamento. Dobbiamo essere fieri, orgogliosi di ciò che noi rappresentiamo, e più efficaci nel comunicare le nostre idee e progetti. Dobbiamo imparare a raggiungere meglio le persone, quelli che si sentono esclusi e delusi dall’attuale politica, sintonizzarci sulle loro paure ed i loro sogni. Dobbiamo lavorare a più stretto contatto tra di noi Socialdemocratici e Partiti Socialisti europei. E dovremmo essere aperti alle idee ed alle persone progressiste al di là dei limiti formali dei nostri partiti. Ma dobbiamo fare di più. L'imperativo di oggi è integrare pienamente le dinamiche di un mondo che cambia ed adattarle al nostro pensiero politico.

Prendete l'ambiente. Ci siamo battuti per la protezione delle risorse naturali, biodiversità, la qualità della nostra aria ed acqua. Ma come si collega tutto questo con le nostre tradizionali lotte per l'uguaglianza e la giustizia sociale? Siamo stati in grado di sviluppare una visione coerente per il futuro sviluppo ecologico delle nostre economie e società. Se non si capisce come combinare in modo efficace la nostra tradizionale lotta contro le disuguaglianze con l'ambiente, saremo sempre costretti a scambi impossibili. Abbiamo bisogno di raggiungere una maggiore chiarezza e credibilità politica in questo settore di vitale importanza qual è lo sviluppo sostenibile.

Prendete l'economia globale. Dobbiamo trovare risposte migliori ai lati più oscuri della globalizzazione. Abbiamo lavorato molto nella direzione di un sistema economico globale più equo e sostenibile. Ma le diseguaglianze rimangono incredibilmente elevate. E la creazione di nuova, e sostenibile sotto il profilo ambientale, ricchezza, di gran lunga più equamente distribuita, non corrisponde alle esigenze di alcuni miliardi di persone intrappolati oggi nella povertà. Abbiamo bisogno di trovare nuove risposte a questa sfida globale, ed abbiamo bisogno di trovarle velocemente. Come possiamo, altrimenti, ritenere le nostre proposte protagoniste di un movimento politico internazionalista?

Prendete l'Europa. Abbiamo paura di sostenere una più forte politica europea. Il nostro discorso è titubante e, a volte, contraddittorio. Ed ancora, senza un progetto chiaro e forte per il futuro politico dell’Europa, non possiamo convincere la gente a sostenerci nel costruire l’Europa, se alla fine non saremo in grado di fornire loro il necessario sostegno e la protezione in un mondo globalizzato.

Abbiamo perso un tornata elettorale, ma non ancora la più lunga battaglia politica delle idee. Questo è solo l'inizio. Per i prossimi cinque anni, le istituzioni politiche europee saranno nel loro complesso a destra. Noi dobbiamo usare questo periodo per sottoporci ad un coraggioso cambiamento. Se ci riusciremo, le persone si fideranno ancora di noi, e forse per un lungo periodo di tempo. Se falliremo, e soprattutto se ci rifiutiamo di cambiare e torniamo ai soliti modi di fare politica, MORIREMO.

Presidente del PSE*





1 commento:

  1. Dobbiamo ricominciare ad essere vicini alla gente e spiegare loro cosa vogliamo attuare per combattere questa destra conservatrice,ma non con i soliti spot televisivi o manifesti,bisogna scendere in piazza e se possibile andare casa per casa.
    Abbiamo perso l'ultima tornata elettorale perché molti nostri dirigenti non ci hanno creduto e sono rimasti nascosti in attesa degli eventi che se fossero stati favorevoli avrebbero sbandierato che tutto è avvenuto grazie al loro impegno.Io personalmente ho visto che qui in SARDEGNA la dirigenza è stata latitante e me ne dispiace poiché abbiamo lasciato spazio alle promesse fasulle della Lega o Dipietro.
    Secondo me dobbiamo avere l'umiltà di ricominciare dalla base e insistere sui giovani che hanno voglia di lavorare per il partito sempre all'interno di SeL.
    Dobbiamo cercare di recuperare coloro che si sono persi in viaggio e si sono rifugiati nel PD e nel PDL.Inoltre dobbiamo finirla di essere il trampolino di lancio per coloro che hanno intenzione di passare in altri siti con i voti dei nostri compagni.
    Dopo tanti anni di militanza mi sento di dire io rimarrò sempre socialista ma mi accorgo che chi mi dirige ha dimenticato gli ideali che si prefigge il nostro Partito e cioè stare più vicini alla gente che ha bisogno fine che abbiamo lasciato ad altri che si sono presi i nostri voti con false promesse,il nostro è un Partito del popolo e non delle classi agiate,qualcuno se l'è scordato.

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