venerdì 26 giugno 2009

FRANCIA ED ITALIA RIDUCONO GLI AIUTI ALL’AFRICA
Lodi alla Gran Bretagna, ma solo un terzo dei soldi del G8 di Gleneagles sono stati stanziati.

Di Daniel Howden, “The Indipendent” Africa Correspondent - Articolo pubblicato l’11 Giugno 2009 sul quotidiano inglese The Indipendent.

Traduzione di Piero Pelizzaro.

I paesi industrializzati stanno venendo meno agli impegni assunti per gli aiuti promessi a milioni di persone dell’Africa, accordi storici per migliorare le condizioni di vita della popolazione africana, questo è quanto emerge dal rapporto di One rilasciato oggi. Solo un terzo degli aiuti promessi dai membri del G8 hanno preso la via dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana. Questa la triste realtà che emerge dalla valutazione dei dati disponbili, il rapporto vede nell’eccezionale povertà dei progressi fatti da Italia e Francia la causa, le quali risulterebbero responsabili dell’80% per il deficit dei fondi.

E’ oramai un decennio che gli Obiettivi del Millenio per lo Sviluppo delle Nazioni Unite sono stati fissati per arginare la povertà entro il 2010; gli obiettivi è certo che non saranno raggiunti e gli stati più ricchi falliranno nel rispettare gli impegni da loro assunti. Al G8 di Gleneagles, nel 2005, gli Stati stabilirono in 18 mesi la scadenza per stanziare 21,5 miliardi di dollari in aiuti ma secondo One, autore del Rapporto, solo 7 miliardi di dollari sono stati, ad oggi, stanziati. I revisori dei dati dichiarano, in modo sarcastico, a riguardo della Francia del Presidente Sarkozy e dell’Italia del Premier Berlusconi “Alcuni membri del G8 hanno raggiunto e addirittura superato gli obiettivi da loro stessi fissati „ nel rapporto si lodano per questo Germania e Gran Bretagna ma “Gli aiuti della Francia sono deludenti, e il comportamento dell’Italia è un completo fallimento”.

Gli investimenti stranieri e il commercio internazionale sono crollati a causa della crisi finanziaria. Ma così come riporatato dall’ Africa Progress Panel, di cui fanno parte Kofi Annan e Graca Machel, in un documento separato, la crisi ha aumentato l’importanza di dare aiuto ai paesi più bisognosi. Kofi Annan, ex segretario generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato che “i paesi poveri Africani sono danneggiati dai costi della globalizzazione ma non traggono nessun beneficio dalla globalizzazione dei mercati”. Dopo due anni, in cui le crisi dell’approvvigionamento alimentare e del petrolio hanno dominato le preoccupazioni per l’Africa, la grave crisi del mercato americano ha duramente colpito le esportazioni africane. Le parole usate da Kofi Annan, fanno eco a quelle usate per i cambiamenti climatici: “Chi ha contribuito in minima parte è chi oggi paga le conseguenze maggiori.”

La crescita dell’Africa, che secondo le previsioni doveva essere del 6,7% nel 2009, è crollata all’1,7%. I rapporti, deliberatamente rilasciati in sequenza, evidenziano ironicamente come il flusso di aiuti sono stati ridotti proprio nel momento in cui si vedevano i primi progressi. I successi andavano dall’allargamento degli aiuti a 3 milioni di persone, la diminuzione delle morti per malaria, e assicuravano l’istruzione di base a 34 milioni di bambini. Per la prima volta in 50 anni, nel 2008 s’era avuta una crescita nell’economia dell’Africa Sub-Sahariana superiore al 5%, e questo per il secondo anno consecutivo.

La Germania, che ora ha superato la Francia in termini di aiuti all’Africa, è da lodare per l’aumento della sua assistenza a questi paesi. La Gran Bretagna si distingue “per essere il primo paese del G8 a cogliere gli obiettivi dell’ONU di destinare lo 0,7% del Prodotto Nazionale Lordo per aiuti ai paesi in via di sviluppo”.

Il rapporto richiama la necessità di una migliore governance degli aiuti ma non fa nessun riferimento esplicito all’elevata corruzione che affligge i regimi Africani.


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