martedì 9 giugno 2009

Le ragioni dell'unità Socialista in Sinistra e Libertà
di Franco Bartolomei*

Noi SOCIALISTI,
in particolare, abbandoniamo finalmente quella idea di autosufficienza mista di presunzione e di risentimento a sinistra, vissuta in un succedersi di espedienti tattici privi di spessore ,che è divenuta uno dei limiti principali, oltre alla debolezza dei gruppi dirigenti, delle nostre possibilità di recuperare un ruolo politico, nonostante la incapacità del centro-sinistra di colmare il vuoto politico lasciato dalla dissoluzione del PSI.

Quel che più conta, arriviamo finalmente ad abbracciare la convinzione che il futuro del SOCIALISMO ITALIANO si identifica con la ricostruzione di una nuova Sinistra politica e sociale ,capace di lavorare ad un progetto di cambiamento democratico in grado di individuare un diverso modello di sviluppo, diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche,ritenendo maturo il superamento di divisioni storiche a sinistra che non hanno più ragione rispetto alla profondità della crisi del sistema economico ed ai pericoli che corre la democrazia nel nostro paese.

I compagni di SINISTRA DEMOCRATICA, che già condividono con noi la appartenenza al PARTITO SOCIALISTA EUROPEO ,hanno da parte loro elaborato definitivamente il distacco politico ed ideale dalla esperienza di una forza politica ,il PDS,che porta con sè la gran parte delle responsabilità del fallimento politico della sinistra nella seconda repubblica.

La loro rottura politica è maturata nel momento in cui quel partito, di fronte alla incapacità di trasformarsi in una grande forza SOCIALISTA in grado di organizzare per vocazione naturale un consenso maggioritario attorno ad una proposta di governo,ha scelto"per saltum" un approdo estraneo al Socialismo Europeo, mandando al macero una intera cultura politica della Sinistra riformista, e decidendo deliberatamente di proteggere la fragilità della nuova ibrida creatura politica attraverso forzature maggioritarie dei sistemi di voto.

La decisione di lavorare ad un nuovo soggetto della sinistra riformista nasce quindi dalla amara constatazione che il processo politico avviato dal PD finisce inevitabilmente a causa delle sue contraddizioni per facilitare quel processo involutivo della democrazia italiana, favorito dalla particolare configurazione del centro-destra, insito nella affermazione di un sistema dei rapporti economici che intende autoregolarsi fuori da ogni condizionamento delle opzioni politiche espresse nelle sedi istituzionali della espressione della sovranità popolare.

I compagni che hanno abbandonato RIFONDAZIONE COMUNISTA e i COMUNISTI ITALIANI, al tempo stesso compiono il passo più rilevante e generoso, uscendo definitivamente da una appartenenza politica che finora hanno tentato di rigenerare con spirito critico.

Questi compagni, con grandissima onestà intellettuale, prendendo definitivamente atto della inutilità di proseguire in quel disegno rispetto, alla possibilità ed alla necessità della costruzione di un progetto reale di cambiamento a sinistra del governo del paese, e rifiutando di ripercorrere le contraddizioni che hanno afflitto l’esperienza delle maggioranze dei governi dell’Ulivo, completano definitivamente un percorso di revisione storica arrivando a condividere senza riserve un sostanziale approdo al SOCIALISMO EUROPEO, pur richiamando doverosamente la necessità che una politica riformista non si riduca ad una mera gestione dell'esistente sociale ed economico.

Direzione Nazionale del Partito Socialista
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