martedì 30 giugno 2009

CLANDESTINO? I TUOI FIGLI NON ESISTONO!
Il ddl sicurezza viola le norme costituzionali e internazionali impedendo ai nati da genitori clandestini di registrarsi all’anagrafe. La mozione di Sinistra e Liberta' contro la norma è passata in Friuli. Tutti i Consigli Regionali la usino come arma di pressione sul Parlamento.

Respingiamo come falsa la scelta tra la nostra sicurezza e i nostri ideali . I Padri Fondatori, di fronte a pericoli che facciamo fatica ad immaginare, prepararono una carta che garantisse il rispetto della legge e i diritti dell’uomo…” con queste parole, tratte dal discorso di insediamento di Obama alla Casa Bianca, Stefano Pustetto, consigliere regionale di Sinistra e Libertà nel Friuli Venezia Giulia, ha presentato in Consiglio la propria mozione sul diritto dei minori, figli di immigrati clandestini, a essere registrati alla nascita. Una giornata di vittoria non solo e non tanto per il centro-sinistra (che pure ha ridotto in minoranza, sull’argomento, la solida maggioranza consiliare di Pdl e Lega), quanto per i diritti dell’essere umano. Sanciti da numerosi accordi e convenzioni internazionali, oltre che dalla nostra Costituzione. Apertamente ignorati dal ddl sicurezza, già approvato al Senato, in corso di approvazione alla Camera. Un ddl che ha “smosso” persino 150 parlamentari della maggioranza a inviare una lettera al Presidente del Consiglio pregandolo di non mettere (l’ennesima) fiducia sul provvedimento, dal momento che si tratta di norme “inaccettabili e [che] necessitano di indispensabili correzioni”.

Le correzioni che ha proposto Pustetto alla Regione Friuli Venezia-Giulia, in particolare, riguardano un passaggio particolarmente grave della legge, perchè, in aperta violazione di tutte le norme internazionali, nazionali ed etiche in materia. Esso prende come bersaglio i soggetti per eccellenza più indifesi della società: i bambini. Il vecchio decreto legislativo 286/1998 all’art 6, comma 2 prevedeva che il cittadino straniero non fosse obbligato a presentare un documento di soggiorno per i provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile. Il decreto sicurezza invece modifica questo articolo rendendo obbligatoria l’esibizione di un permesso di soggiorno valido. Quindi un bambino che nasce da genitori sprovvisti di tale documento non può essere registrato all’anagrafe, né i genitori possono riconoscerlo come figlio naturale. Questo bambino ufficialmente NON ESISTERA’ per lo Stato italiano, privo di qualunque documento che certifichi la sua nascita, avrà sempre difficoltà a rapportarsi con qualunque istituzione, scuola, ospedali. Non solo egli sarà invisibile in Italia, ma non potrà nemmeno acquisire la cittadinanza dei propri genitori, proprio in mancanza di qualunque attestazione del rapporto di filiazione. Diventerà, a tutti gli effetti, apolide, esposto a ogni violazione dei diritti fondamentali riconosciuti ai minori (e agli esseri umani). Non è tutto. Essendo “figlio di nessuno” i genitori potrebbero anche, eventualmente, abbandonarloin ospedale, potrebbero essere sottratti ai genitori che non li possono riconoscere, aprendo procedimenti per “stato di abbandono”. E questo potrebbe indurre molte donne a non partorire in ospedale, aumentando il rischio di malattie e morti, in aperta violazione dell’art. 31 Cost. che protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù. Senza parlare dei già citati obblighi internazionali, che riprendono l’art. 22 della Costituzione che sancisce divieto di privare della capacità giuridica e del nome una persona per motivi politici: la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza stabilisce, infatti, il diritto di ogni minore, senza alcuna discriminazione per nazionalità e regolarità del permesso di soggiorno dei genitori, ad essere “registrato immediatamente al momento della sua nascita”, il diritto “ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi”, nonché il diritto “a preservare la propria identità, ivi compresa la sua nazionalità, il suo nome e le sue relazioni famigliari”; Il Patto internazionale sui diritti civili e politici, firmato a New York il 16 dicembre 1966, che ribadisce il diritto alla registrazione e al nome. e non sarebbero penalmente perseguibili, in aperto contrasto con l’articolo 30 della Costituzione, che sancisce il diritto-dovere costituzionale dei genitori di mantenere i figli. Ancora: gli sfortunati figli di clandestini, nati

La vittoria di Sinistra e Libertà nel Consiglio della Regione Friuli, che ha provocato la plateale uscita dall’aula, durante la discussione, dei consiglieri della Lega, dimostra che fare qualcosa è possibile. Come ha affermato Pustetto nel suo intervento “Le ultime elezioni hanno visto un buon successo della Lega e quindi è facile prevedere un’accentuazione di questa deriva sicuritaria ma vorrei ricordare a tutti che l’avere un consenso non sempre vuol dire avere ragione. Quando nel ‘39 da Piazza Venezia, a Roma, e poi a Belluno il Duce chiedeva agli Italiani ” volete burro o cannoni” e la piazza osannante urlava cannoni, beh, sono convinto che, nonostante tutto quel consenso, Mussolini avesse torto e non facesse il bene degli Italiani.”. La mozione Pustetto impegna la Giunta regionale a farsi promotrice, presso tutti i parlamentari, del respingimento della disposizione incriminata, “in modo tale che i più deboli, i bambini, le madri non vengano penalizzate e discriminate in base ad un permesso di soggiorno valido o scaduto”.

Sinistra e Libertà chiede a tutti i Consiglieri Regionali, Provinciali e Comunali di assumere e presentare la mozione e di impegnarsi affinchè sia approvata e possa costituire arma di pressione politica verso il Senato della repubblica, per dire NO a una legge contraria a ogni principio umano e buon senso.

Leggi la mozione Pustetto


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