lunedì 18 maggio 2009

Briciole, la gioventù fascista del Ministro Meloni…


Scuole fatiscenti, tagli alla scuola pubblica, politiche giovanili inesistenti, la soluzione del Governo? I Villaggi della Giovinezza (pardon, Gioventù…), l’ennesimo provvedimento propagandistico vuoto di contenuti e di proposte concrete.

18/05/2009 - Il passo più interessante delle dichiarazioni del Ministro Giorgia Meloni è quello che riguarda il vero progetto, che lei ha ben chiaro in mente ma non sa come spiegare. “La verità è che non è facile spiegare con una legge cosa sono e cosa potranno essere questi Villaggi della Gioventù”. Tre villaggi della Giovinezza operazione propagandistica per tenersi buona quella parte di elettorato (corposa), che guarda alla destra sociale e non al ciarpame come punto di riferimento. Giorgia Meloni sa cosa sta facendo, la immagino soffrire e brontolare a denti stretti per la deriva mignottistica della sua maggioranza, la vedo esasperata dalla serie infinita di errori delle sue colleghe Carfagna e Gelmini, cui lei spesso è costretta a fare ammenda e con cui si deve confrontare un po’ troppo spesso. Ha esperienza la Meloni, viene dalla politica vera, quella fatta di volantinaggi e piazze e quella assolutamente non post-ideologica dei neofascisti romani, che guardano alla Destra di Storace e sospirano, costretti nel vestito buono della festa. Ha esperienza e sa che un Ministero, pur se del tutto marginale, può diventare comunque ottimo strumento per l’esercizio del potere e per esercitarsi al gioco del potere. Lo usa come può. In un paese di scuole fatiscenti e palestre in condizioni disastrose, di teatri senza fondi e province dimenticate dall’Impero, la Meloni fa ricorso alla parola magica (Gioventù), a quella ancora più magica (periferie) e sulle due spolvera un po’ d’olio di ricino e disciplina (niente alcol e niente droghe). Già, ma per fare cosa? Sport, spettacolo, educazione alla democrazia? Non si sa, l’importante è annunciarlo, magari in periodo di campagna elettorale. Che poi magari Iannone (Casa Pound e i suoi nerissimi orizzonti), le da pure ragione e l’effetto coreografico è completo. I Villaggi della Gioventù di Giorgia Meloni sono la versione 2.0 del Ponte sullo Stretto, nella migliore delle ipotesi. Alla peggiore non voglio pensare, sarebbe bello poter vedere da vicino chi sceglierà i testi di quelle biblioteche, cosa si insegnerà ai giovani che frequenteranno questi Villaggi meloniani (che per fortuna nel ddl si chiamano Comunità Giovanili), se la cultura dell’uguaglianza e dell’accoglienza, la cultura dell’integrazione e del progresso oppure quella strana e continua ridondanza di confusi valori nazionali e nostalgie del Ventennio di cui ogni tanto si sente l’eco sinistro dalle parti del suo Ministero, come quando è costretta a parlare di scuola e ossessivamente ripete che bisogna cancellare i danni prodotti dalla scuola del ’68. Cancellare brutto verbo, un verbo che sa di rivincita e che non funziona bene in bocca a trentenni che non hanno mai perso ma scimmiottano le parabole di chi ha perso e cerca rivincite sulla Storia…

Michele Dalai


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